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Banchieri Brexit

Londra, a Westminster impazza il totoBrexit. Ecco i 3 scenari

L'articolo di Daniele Meloni sui 3 possibili scenari all'indomani del 29 marzo, data dell'uscita del Regno Unito dall'Ue

Da domani Westminster sarà di nuovo l’ombelico del mondo. Parte infatti la maratona parlamentare di tre giorni che dovrà stabilire cosa succederà al Regno Unito – e all’Europa – il 29 marzo prossimo, giorno stabilito per l’uscita di Londra dall’Unione Europea.

In questi giorni giornali e tv britannici hanno dato ampio spazio al dibattito – come sempre molto vivo – tra tutte le parti in causa, evidenziando le contraddizioni di brexiteers e remainers, e le difficoltà del premier, Theresa May, nel portare avanti il suo Brexit Deal alla Camera dei Comuni. Se quest’ultima, parlando a Grimsby, città di votanti Leave, ha sottolineato come si rischierebbe di restare nell’Ue in caso di bocciatura dell’accordo, l’ex segretario di Stato per la Brexit, David Davis, dimissionario lo scorso luglio, ha rilevato come l’accordo che verrà messo ai voti martedì sarebbe a tutti gli effetti peggiorativo rispetto all’attuale permanenza dello Uk a Bruxelles. L’ex premier Tony Blair, dal canto suo, ha perorato la causa di un secondo referendum, mettendo in dubbio la legittimità di una Brexit scelta solamente dal 52% dei cittadini britannici. Sarà difficile che Blair convinca questi ultimi che si debba restare nell’Unione, come ha votato la minoranza degli elettori il 23 giugno 2016, se manca di legittimità il voto della maggioranza. Ma tant’è.

Ecco, in dettaglio, la schedina della Brexit, l’1X2 delle possibilità di voto alla Camera dei Comuni.

IPOTESI 1, IL BREXIT DEAL HA LA MAGGIORANZA

Improbabile ma non impossibile. May potrebbe farcela sul filo di lana, ma a quel punto dovrebbe comunque chiedere una breve estensione della deadline per ragioni tecniche. Ciò significa che, comunque, la data del 29 marzo non sarà rispettata. L’esito della votazione scontenterebbe tutti, anche brexiteers e remainers che, obtorto collo, sarebbero il via libera. A quel punto la palla passerebbe a May e al partito Conservatore. Possibile venga stabilita una exit strategy del premier, che, in occasione della fiducia ottenuta lo scorso mese di dicembre, aveva promesso che non sarebbe stata lei a guidare il partito alle prossime elezioni.

IPOTESI X, IL BREXIT DEAL VIENE BOCCIATO

Come già successo in maniera roboante a gennaio, l’accordo potrebbe essere nuovamente bocciato. May si è sempre rifiutata pubblicamente di prendere in considerazione l’ipotesi ma molto dipenderà dal margine con cui sarà sconfitta. Se sarà per pochi voti non si esclude l’ipotesi che il premier cerchi di riproporre una terza volta il suo deal perché passi in extremis, magari cercando di ottenere il consenso di quei deputati laburisti eletti dove ha prevalso il Leave, in disaccordo con la svolta referendaria del loro leader, Jeremy Corbyn. Mercoledì comunque, il Parlamento voterà contro l’uscita dall’Ue senza un accordo. Il che porta al successivo step…

IPOTESI 2, ESTENSIONE DEI TERMINI DI USCITA DALL’UE

Se, come previsto, i Comuni bocceranno il no deal, giovedì voteranno per allungare i tempi dell’uscita dall’Ue andando oltre il termine previsto del 29 marzo. Da Bruxelles si potrebbe decidere di aspettare le elezioni per il Parlamento Europeo e l’insediamento dei nuovi europarlamentari – previsto per luglio – ma si è anche fatto sapere che un eventuale rinvio dovrà essere motivato. Se si allungheranno ulteriormente i termini è probabile che anche lo Uk parteciperà alle europee. Paradossalmente i brexiteers potrebbero ottenere un risultato eccellente soffiando sul fuoco euroscettico, e il nuovo Brexit Party di Nigel Farage sembra già pronto per questa evenienza.

Il TotoBrexit prosegue. Tra qualche giorno avremo qualche certezza in più sull’evento che ha cambiato la politica britannica per sempre.

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