skip to Main Content

Libia

Libia e Eni: l’autogol di Conte su Sarraj-Haftar e le mosse energetiche

Come si muove l’Italia sul dossier Libia. Fatti, ricostruzioni e approfondimenti L’ambasciatore libico all’Ue ha smentito ieri sera le voci di un sequestro di Sarraj al suo rientro da Bruxelles: “Il premier libico è tornato con me a Tripoli e sta bene”, ha detto Gaddur. Sarraj non ha fatto però scalo a Roma, irritato a…

L’ambasciatore libico all’Ue ha smentito ieri sera le voci di un sequestro di Sarraj al suo rientro da Bruxelles: “Il premier libico è tornato con me a Tripoli e sta bene”, ha detto Gaddur. Sarraj non ha fatto però scalo a Roma, irritato a quanto pare dall’accoglienza riservata da Conte ad Haftar: “Non ci può essere dialogo con un criminale di guerra”, hanno dichiarato da Tripoli. Russia e Turchia chiedono intanto il cessate il fuoco da domenica.

LA SORPRESA DI CONTE

Questo a conclusione di una giornata, quella dell’8 gennaio, in cui l’Italia ha tentato di riprendersi il ruolo di mediatore in Libia. A sorpresa infatti il premier Giuseppe Conte ha ricevuto a Roma il generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica che ha lanciato l’ultimo assalto a Tripoli con l’obiettivo di ribaltare il governo di accordo nazionale riconosciuto dall’Onu.

CHI C’ERA E CHI NON C’ERA

A Palazzo Chigi era atteso ieri sera anche il premier di quello stesso governo, Fayez al Sarraj, di ritorno da Bruxelles dove ha visto l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, ma all’ultimo minuto il suo aereo ha superato Roma per continuare la sua rotta verso Tripoli, irritato dall’accoglienza riservata poco prima al suo antagonista.  “Non ci possono essere dialoghi o incontri con il criminale di guerra Haftar”, ha spiegato a una tv libica l’ambasciatore di Tripoli presso l’Ue Hafed Gaddur.

L’OCCASIONE MANCATA

Un’occasione mancata per Conte che, sebbene non sperasse in una stretta di mano tra i due – come invece accadde a Palermo poco più di un anno fa -, avrebbe comunque tenuto incontri separati con i due protagonisti della crisi per ribadire loro la necessità di un dialogo che eviti un’escalation sempre più pericolosa a poche miglia dalla coste italiane.

FONTI GOVERNATIVE

Fonti di Palazzo Chigi in serata hanno spiegato che “la ragione del rinvio da parte Sarraj è dovuta a una fake news abilmente fatta girare in Libia per cui Conte voleva far incontrare Serraj con Haftar. Cosa che ha scatenato polemiche fortissime in Libia”.

IL COMUNICATO DI PALAZZO CHIGI

Durante il lungo colloquio con Haftar il presidente del consiglio ha espresso la forte preoccupazione per la continua escalation sul terreno in Libia e ribadito la ferma condanna per l’attentato all’Accademia militare di Tripoli. Conte, si legge in una nota di Palazzo Chigi, “nel rilevare i rischi per la stabilità dell’intera regione ha sottolineato che l’unica soluzione sostenibile è quella politica e ha pertanto invitato a rinunciare all’opzione militare”.

L’AUTOGOL SULLA LIBIA

“Un vero autogol. Davvero difficile trovare un altro termine per definire il “pasticcio” politico-diplomatico del Governo italiano sulla mediazione libica che ancora per una volta ci ha messo ai margini di una vicenda che riguarda il nostro “cortile di casa” e ci dovrebbe vedere attori di primo piano con proposte forti e mosse responsabili”, ha commentato oggi il Sole 24 Ore: “Proprio tutto quello che è stato annullato in un solo colpo con la “gaffe” protocollare (per usare un eufemismo) che ha visto ricevere ieri con tutti gli onori a Palazzo Chigi il generale di Bengasi, Khalifa Haftar, già responsabile, pochi giorni fa, di un grave attentato che ha lasciato sul terreno trenta giovani cadetti militari di Tripoli”.

MOSSE E GAFFE DI CONTE

L’incontro con il premier Conte (che ieri sera ha avuto un colloquio telefonico sul dossier Libico e sulla situazione in Iraq con il capo dello Stato Sergio Mattarella) era sì previsto, ma fissato per questa mattina e comunque solo dopo il colloquio previsto per ieri sera a Palazzo Chigi tra il premier e il presidente del Governo di unità nazionale, Fayez al Serraj, unico organismo riconosciuto dalla comunità internazionale, ha aggiunto il Sole: “Un cambio di programma dovuto all’ansia dei “comunicatiori” di Conte di inseguire a tutti i costi una foto opportunity o solo un cedimento alle insistenze della delegazione di Bengasi che chiedeva di anticipare il colloquio?”.

LA RICOSTRUZIONE DEL SOLE

“Fatto sta che la “gaffe” ha innescato una reazione a catena incontrollabile. Il premier libico Serraj (che era stato informato della presenza di Haftar a Roma e del colloquio di questa mattina) a quel punto ha cambiato il piano di volo dell’aereo che lo stava portando da Bruxelles a Roma decidendo di dirigere su Tripoli saltando la tappa romana. Decisione quasi obbligata nel momento in cui a Tripoli già circolava la fake news secondo cui Conte avrebbe voluto far incontrare Serraj con Haftar. Agli agenti dell’Aise, il servizio di intelligence esterna che fino a quel momento aveva collaborato alla difficile regia dell’operazione e che erano già sulla strada per Ciampino per ricevere Serraj, non è restato che fare marcia indietro”, ha concluso Gerardo Pelosi del Sole.

COSA DICE PALAZZO CHIGI

Secondo Palazzo Chigi con Haftar il premier avrebbe commentato gli aspetti salienti del comunicato congiunto emesso al termine dell’incontro fra i Presidenti Putin e Erdogan, ove si invitano le parti al raggiungimento di un rapido cessate-il-fuoco”.

LE MOSSE DI DI MAIO

Nelle stesse ore il ministro degli Esteri Luigi Di Maio era al Cairo per una riunione con i colleghi di Egitto, Grecia, Cipro e Francia dedicata alla Libia, nel pieno di un tour diplomatico che lo ha già visto impegnato a Bruxelles e Istanbul e che lo porterà anche ad Algeri e Tunisi. Durante la riunione Di Maio – che a dicembre aveva fatto la spola tra Tripoli e Bengasi, irritando il governo libico per il suo incontro con Haftar nello stesso giorno – ha preso le parti di Sarraj, non firmando una dichiarazione congiunta ritenuta “troppo dura” nei confronti dell’esecutivo di Tripoli e della Turchia, che ha già dispiegato 35 suoi militari in Tripolitania, come ha confermato il presidente Recep Tayyip Erdogan.

LE PAROLE DELLA FARNESINA

“Il processo di Berlino – ha spiegato il titolare della Farnesina – non ci deve vedere sbilanciati da una sola parte, ma in prima linea per dialogo e moderazione”. Su questo “non dobbiamo spaccare l’Ue”, ha sottolineato Di Maio, ricordando che venerdì ci sarà un consiglio europeo a Bruxelles – dopo il vertice in formato ridotto di ieri finito senza sostanziali passi in avanti – dal quale si aspetta una data per la Conferenza di Berlino.

L’ANALISI DI FLORIAN

Marco Florian, analista esperto di energia, general manager di Med Agenda 2025, su Facebook ha spiegato perché Italia si è avvicinata a LNA: “Sino all’assurdo accordo fra GNA e Turchia, il rischio maggiore per gli interessi italiani era l’instabilità in Libia, con impianti di Eni in Tripolitania. Da qui attenzione a GNA e profilo basso, per mantenere equilibrio fra GNA e nostri partner Eastmed (Francia, Grecia, Israele, Egitto, Cipro). Dopo accordo fra GNA e Turchia lo scenario è cambiato, ed il rischio di Eni in Tripolitania è stato ampiamente superato dal rischio di instabilità in Eastmed. Va inoltre tenuto conto che supportare GNA ci avrebbe portato a scontrarci con Francia, Grecia, Israele, Egitto Cipro. Partner molto più importanti di Ankara e dove Italia ha interessi infinitamente maggiori della sola Eni in Tripolitania. Eni ha interessi maggiori in Egitto, Cipro, Grecia, che in Libia”.

IL COMMENTO DI NEGRI

“In Libia decidono per noi Erdogan e Putin mentre all’Italia, grazie probabilmente a una mediazione del Cremlino, è stata lasciata una passerella diplomatica con il generale Khalifa Haftar a Palazzo Chigi. Sarraj, che obbedisce ormai solo a Erdogan, non si è fatto vedere”, ha commentato Alberto Negri, editorialista e già inviato speciale di esteri al Sole 24 Ore, esperto di Medio Oriente: “Erdogan e Putin sono favorevoli a una tregua a partire da domenica in Libia e attraverso i loro alleati hanno di fatto in mano la sorte dei nostri interessi energetici libici mentre il leader turco ribadisce un diritto di sovranità sul gas che anche l’Italia estrae dalla piattaforma greca e cipriota. Gli interessi nazionali italiani così sono stati stati serviti in salsa turca ad Ankara dove Putin è andato a inaugurare il Turkish Stream, che è bene ricordarlo, ha sostituito il progetto italiano della Saipem bloccato da Europa e Stati uniti. Agli italici sonnambuli resta il gasdotto Green Stream con la Libia e i pozzi petroliferi Eni la cui sorte dipende da come Mosca e Ankara manovreranno Haftar e Sarraj”.

Back To Top