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Libano

Perché il Libano è al buio (anche in economia)

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Domenica scorsa il ministero dell’Energia del Libano ha fatto sapere che la rete nazionale ha ripreso a fornire elettricità in maniera normale, dopo il blackout di sabato 9 ottobre. L’interruzione dell’elettricità è stata causata dalla chiusura delle due centrali principali del paese – quelle di Zahrani e di Deir Ammar -, rimaste senza combustibile.

L’INTERVENTO DELL’ESERCITO

Sabato sera l’esercito libanese ha fornito 6mila kilolitri di idrocarburi alle due centrali elettriche, dividendoli in parti uguali, per permetterne la riattivazione.

100 MILIONI DI DOLLARI PER L’IMPORTAZIONE DI COMBUSTIBILE

Il ministero ha anche annunciato di aver ottenuto l’approvazione della banca centrale per una linea di credito da 100 milioni di dollari che servirà all’apertura di aste per l’importazione di olio combustibile destinato alla generazione elettrica.

COME SI ATTREZZA LA POPOLAZIONE

La profonda crisi economica che interessa il Libano da circa due anni ha causato una riduzione delle forniture di combustibile provenienti dall’estero, che oggi scarseggiano e aggravano – come in un circolo vizioso – la situazione nel paese. È allora piuttosto comune che, per garantirsi una quantità di energia sufficiente ai loro fabbisogni, gli abitanti si attrezzino con dei generatori privati alimentati a gasolio, la cui disponibilità si sta però riducendo.

IL CROLLO DELLA LIRA E L’IMPENNATA DELL’INFLAZIONE

Dal 2019 la lira libanese, la valuta nazionale, ha perso il 90 per cento del suo valore. L’inflazione, di contro, è schizzata fino al 120,3 per cento in più su base annua (il dato è dell’agosto 2020), ripercuotendosi sui prezzi dei beni. Il Libano è un paese estremamente dipendente dalle importazioni, visto che la produzione interna è minima.

POVERTÀ E DISOCCUPAZIONE

Le Nazioni Unite stimano che nel 2020 il 55 per cento della popolazione vivesse in condizioni di povertà. Un quarto degli abitanti si trova in situazione di povertà estrema. Già prima dell’esplosione nel porto di Beirut dell’agosto 2020 – che causò la morte di duecento persone e mandò in crisi l’importante settore turistico -, il 30 per cento della forza-lavoro (1,8 milioni di persone in totale) era disoccupata.

I DANNI DELL’ESPLOSIONE AL PORTO DI BEIRUT

Secondo la Banca mondiale, l’esplosione al porto di Beirut ha causato danni per 3,8-4,6 miliardi di dollari. L’impatto sull’economia è stato di 2,9-3,5 miliardi.

IL DEBITO PUBBLICO

Già alla fine del 2019 il debito pubblico era arrivato a rappresentare il 176 per cento del prodotto interno lordo; nel 2012 era al 131 per cento del PIL.

Nel 2019 il governo libanese ha speso quasi la metà delle sue entrate soltanto per restituire gli interessi sui pagamenti.

Ad agosto dell’anno scorso il debito pubblico del Libano ammontava a 94,3 miliardi di dollari, di cui un terzo in eurobond. Le banche libanesi sono i maggiori creditori del governo e anche le maggiori possessori di eurobond.

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