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Cybersecurity

Leonardo-Finmeccanica, ecco cosa ribolle tra Farnborough, caso Biraghi-cyber, Perù, Mbda e F35

Tutte le ultime novità in casa di Leonardo-Finmeccanica. Fatti, nomi, approfondimenti e indiscrezioni nell’articolo di Michele Arnese Aspettative positive dal salone di Farnborough, strascichi del caso Biraghi-cyber, indiscrezioni su Mbda e commessa in Perù. Ecco le ultime novità in casa di Leonardo, l’ex gruppo Finmeccanica presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’amministratore delegato Alessandro Profumo.…

Aspettative positive dal salone di Farnborough, strascichi del caso Biraghi-cyber, indiscrezioni su Mbda e commessa in Perù. Ecco le ultime novità in casa di Leonardo, l’ex gruppo Finmeccanica presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’amministratore delegato Alessandro Profumo.

Vediamo tutti i dettagli tra fatti, nomi, approfondimenti e indiscrezioni.

TUTTI I DETTAGLI SUL SALONE DI Farnborough

Comincia lunedì 16 luglio a Farnborough, a Sud-Ovest di Londra, l’ultimo salone dell’industria aerospaziale e della difesa prima della Brexit. Il settore è in crescita, sospinto da un aumento della produzione, dei ricavi e dei profitti, sia sul lato civile sia su quello militare, ha scritto Gianni Dragoni del Sole 24 Ore.

È atteso a Farnborough anche l’intervento dell’amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica, Alessandro Profumo, sulle novità del gruppo attivo nell’aerospazio e nella difesa presieduto da Gianni De Gennaro. Leonardo presenterà al Salone di Farnborough che si terrà fino al 20 luglio il nuovo radar Grifo-E, il più recente tra i sensori a scansione elettronica della società.

CHE COSA PRESENTERA’ LEONARDO AL SALONE

Il Grifo-E rappresenta l’evoluzione del Grifo a scansione meccanica, un radar di controllo del tiro venduto in 450 esemplari a sei diverse Forze Aeree nel mondo e adottato su sette tipologie di velivoli, sottolinea una nota del gruppo ripresa da Analisi Difesa per lo speciale Farnborough. Il nuovo radar è stato progettato e sviluppato negli stabilimenti di Nerviano (Milano) e di Edimburgo: si tratta di un prodotto totalmente europeo, pronto per essere esportato in tutto il mondo, dice Leonardo.

A Farnborough sarà in mostra anche il Grifo-346 a scansione meccanica a bordo dell’M-346FA, presente nell’area espositiva di Leonardo. Il radar è al momento in uno stato di integrazione avanzato sul velivolo e contribuirà alle sue capacità di effettuare missioni, sia di addestramento sia operative.

L’ALLEANZA CON UK PER IL JET BRITANNICO

Colpo britannico per l’ex Finmeccanica. Il premier britannico Teresa May oggi ha annunciato un nuovo programma anglo-italiano da 2 miliardi di sterline (circa 2,3 miliardi di euro) per la costruzione di un nuovo caccia, cui parteciperà anche Leonardo.

“Oggi – ha spiegato Teresa May – posso annunciare che il governo finanzierà con Bae Systems, Leonardo, Mbda e Rolls Royce, la nuova fase della Future Combat Air System Technology Initiative, attraverso una partnership che verrà denominata Team Tempest”.

CHE COSA SUCCEDERA’ AGLI F-35 E A LEONARDO?

Nel frattempo nei palazzi della politica e delle istituzioni ci si interroga sulle effettive ricadute per Leonardo degli intendimenti del governo Conte sugli F-35. In particolare, dopo l’intervista del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, sono le parole del sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo, esponente di spicco del Movimento 5 Stelle, a essere analizzate. Al Giornale che gli ha chiesto “a proposito di F35, è vero che non ne prenderete altri?”, Tofalo ha risposto«Sì, è vero. Un programma complesso come questo, che abbiamo ereditato dal governo precedente, deve essere analizzato sotto ogni punto di vista. Ogni sua riconsiderazione deve essere gestita attentamente. La situazione attuale potrebbe dettare un’ulteriore diluizione nel tempo degli acquisti, in modo da ricavare anche un budget spendibile su altri tavoli tecnici. L’industria nazionale può, comunque, svolgere un ruolo importante».

GLI SCOOP E LE DOMANDE DI DRAGONI SUL CASO BIRAGHI IN LEONARDO

Ma in casa dell’ex Finmeccanica sono soprattutto gli strascichi del caso Biraghi-cyber a tenere banco. La novità è che l’accusato principale, Andrea Biraghi, il potente capo della divisione “cyber” che ha dato le dimissioni il 28 giugno, dopo essere stato sospeso per 50 giorni in seguito alle contestazioni disciplinari mosse dalla società, ha ottenuto una lettera dell’amministratore delegato, Alessandro Profumo, nella quale si esclude “una sua personale e colpevole responsabilità” nei confronti della società.

“Allora, verrebbe da chiedersi, perché Biraghi si è dimesso se non sono state individuate responsabilità? – si è chiesto Gianni Dragoni, giornalista del Sole 24 Ore esperto del settore aerospazio e difesa – Ricordiamo che l’ing. Biraghi è potente, figlio dell’ammiraglio Sergio Biraghi, ex capo di Stato maggiore della Marina che è stato anche consigliere militare del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi”.

LA LETTERA DI PROFUMO A BIRAGHI

Ecco la lettera – svelata dal blog Poteri Deboli – scritta da Profumo e indirizzata a Biraghi e ai suoi avvocati, Luigi Fiorillo e Francesca Bonfrate: “Egregio ing. Biraghi, ci riferiamo al procedimento disciplinare posto in essere nei Suoi confronti e Le confermiamo che, tenuto conto anche di quanto da Lei osservato nelle Sue lettere del 18 maggio u.s., del 7 giugno u.s. e del 22 giugno u.s., come pure di quanto ad oggi emerso a seguito degli approfondimenti compiuti, allo stato non sono stati riscontrati elementi che, a parere della scrivente Società, fondino una Sua personale e colpevole responsabilità nei confronti della stessa. Distinti saluti”.

Anche alcuni stretti collaboratori di Biraghi sono stati messi sotto accusa dall’indagine interna. Uno di essi, l’ex capo degli acquisti Stefano Orlandini, è stato licenziato in tronco, una settimana prima che Biraghi si dimettesse.

GLI INTERROGATIVI DI DRAGONI

“Domanda: perché un alto dirigente viene licenziato e invece il suo capo “può” dimettersi, senza venire licenziato? Ci sono responsabilità differenziate? Oppure Biraghi ha avuto un trattamento di favore? – si è chiesto Dragoni – Ricordiamo che con le dimissioni Biraghi ha incassato le indennità previste dal contratto, almeno il preavviso (sarebbero almeno 8 mesi, da calcolare su uno stipendio annuo di circa 600.000 euro lordi), ma secondo alcune fonti Biraghi avrebbe incassato una somma più alta. A Poteri Deboli risulta che, in privato, Biraghi ha detto: “Sono riuscito a ottenere un buon accordo”.

(PERCHE’ BIRAGHI SI E’ DIMESSO. L’APPROFONDIMENTO DI START MAGAZINE)

Aggiunge Dragoni: “Viene da pensare che la lettera che ha ottenuto dalla società, che l’interessato esibisce come una sorta di “salvacondotto”, sia il frutto di un accordo. Con le dimissioni, Biraghi non potrà fare causa all’azienda per la sua estromissione (come potrebbe invece fare Orlandini). Ma avendogli Leonardo messo per iscritto che non sono state trovate responsabilità a suo carico, cosa accadrebbe se sulla vicenda “cyber” ci fosse un’indagine giudiziaria? Secondo indiscrezioni ci sarebbe già un livello di attenzione della magistratura e della Guardia di finanza. E, se c’erano irregolarità, perché non è stato licenziato?”.

IN ARRIVO UN CASO MBDA?

Ma dall’audit relativo anche al caso cyber-Biraghi ci sarebbero altri filoni da approfondire. Secondo alcune indiscrezioni, sono almeno venti i top manager, dirigenti e funzionari di Leonardo al centro di indagini interne. Uno dei nuovi filoni riguarderebbe – secondo le indiscrezioni raccolte in ambienti politici – MBDA Italia, il principale consorzio europeo costruttore di missili (e secondo nel mondo) di cui Piazza Montegrappa detiene il 25 per cento (il restante 75 è diviso tra Airbus e BAE System). “Si parla con insistenza di dimissioni incentivate”, ha scritto il giornale on line animato da Guido Paglia, giornalista di lungo corso, già al Giornale e poi con un ruolo da manager in Rai.

CHE COSA STA SUCCEDENDO A LEONARDO-FINMECCANICA IN PERU’?

C’è maretta in alcuni palazzi romani – a cavallo fra politica e istituzioni – per un carteggio che sarebbe arrivato anche alla Guardia di Finanza su una vicenda che interessa l’ex Finmeccanica. Dal carteggio – di cui si bisbiglia in queste ora anche in ambienti diplomatici, visto che l’ambasciata del Perù è entrata in contatto con uffici governativi italiani – emergerebbe l’intenzione della Marina militare del Perù di rivedere un contratto in essere con una società del gruppo Leonardo.

Ma che cosa fa Leonardo in Perù? L’unica traccia pubblica dei rapporti fra Leonardo e il Perù è questo comunicato stampa di anni fa di Finmeccanica. Qui di seguito un estratto:

“Nel 2010, Selex ES si è aggiudicata un contratto per la fornitura alla Marina Militare peruviana (MGP) di due radar multifunzionali KRONOS 3D che sono in corso di istallazione a bordo delle  fregate della classe “Aguirre” (ex classe “Lupo”). Selex ES è presente in Perù anche con sistemi per la sorveglianza marittima e per la sicurezza come i radar Seaspray 7000E installati a bordo dei velivoli F-27 della Marina e degli aerei Beechcraft destinati al pattugliamento”.

Il carteggio, secondo le indiscrezioni raccolte da Start Magazine, riguarderebbe alcuni aspetti di questa fornitura.

(FATTI, NOMI, INDISCREZIONI E APPROFONDIMENTO SUL CASO BIRAGHI-CYBER)

(TUTTE LE ULTIME NOVITA’ IN CASA DI LEONARDO TRA COMMESSE E SCENARI)

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