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Oto Melara Leonardo

Leonardo-Finmeccanica, ecco come Profumo minimizza sui dazi di Trump contro Airbus

Che cosa ha detto il capo azienda di Leonardo-Finmeccanica, Alessandro Profumo, sui dazi minacciati da Trump contro Airbus

Tranquilli, non ci sarà un impatto negativo per Leonardo-Finmeccanica. E’ la rassicurazione fornita oggi dal capo azienda di Leonardo, Alessandro Profumo, dopo i dazi minacciati da Trump contro Airbus nella disfida commerciale che contrappone Usa e Ue proprio sul dossier Boeing-Airbus, mentre gli analisti si interrogano sugli scenari e sugli effetti di questa recrudescenza nei rapporti fra Stati Uniti e Unione europea proprio nel settore della difesa. Ecco tutti i dettagli.

CHE COSA PENSA LEONARDO-FINMECCANICA DEI DAZI MINACCIATI DA TRUMP CONTRO AIRBUS

“Abbiamo fatto un’analisi e come Leonardo non siamo colpiti dai dazi e quindi non vediamo un impatto diretto su di noi”, ha detto l’amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica, Alessandro Profumo, al suo arrivo al convegno EY sulla difesa, a chi gli chiedeva di preoccupazioni e ricadute dalla minaccia dell’amministrazione Usa di dazi all’Ue per 11 miliardi per gli aiuti ad Airbus, che colpirebbe anche il settore degli elicotteri.

EFFETTO AIRBUS PER LEONARDO-FINMECCANICA?

“Ovviamente sotto il profilo generale le chiusure commerciali rallentano la crescita dell’economia ed hanno degli impatti generici ma non c’e’ un impatto specifico sulla nostra società”. Quanto ad effetti legati ad Airbus, Profumo spiega: “Airbus eèuna grande società europea e noi siamo fornitori con le aerostrutture. Ma, come sapete, siamo fornitori molto più importanti di Boeing, quindi veramente dal nostro punto di vista, quello che è importante è che il mercato dei velivoli nel suo insieme cresca e noi lo vediamo in continua crescita”. Poi ha ribadito: “Il tema dei dazi è più preoccupante per la crescita economica nel suo insieme che in genere rallenta quando ci sono questi fenomeni”.

LE PAROLE DI PROFUMO (LEONARDO-FINMECCANICA)

“Noi siamo forti e solidi, se i fondi fossero di più sarebbe meglio anche perché tanti li spendiamo in Ricerca & Sviluppo e c’è una ricaduta sul Paese importante”, ha commentato l’amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica, a margine del convegno EY sulla difesa cui ha partecipato il ministro della Difesa Elisabetta Trenta che ha sottolineato la necessità di pensare agli investimenti in maniera fruttuosa e che la crescita del Paese passa anche attraverso la distribuzione delle risorse al comparto Difesa con priorità del Governo al settore. Profumo ha poi fatto riferimento anche all’integrazione europea nella difesa: “Io penso che sia possibile, penso che nel tempo si vada verso l’integrazione europea ma siccome l’industria è ancora nazionale bisogna evitare di fare passi troppo lunghi che portano alla perdita di asset del nostro Paese”.

IL RAPPORTO EY SULLA DIFESA IN SINTESI

Il settore Aerospazio&Difesa a livello globale è cresciuto, per ricavi e margine operativo, del 2,8% nel periodo 2012-2017 registrando una marginalità media (Ebit) attorno al 10,4% e le previsioni per il prossimo biennio sono positive con ritorni medi attesi in crescita (+2,4%) ed elevata dinamica di operazioni di M&A (288 operazioni nel 2017). E’ lo scenario del settore messo in luce da EY in occasione del convegno ‘La Difesa come volano di crescita dell’economia nazionale’ per fare il punto sullo stato e i trend evolutivi del settore Aerospazio e Difesa, a livello internazionale e italiano. Per l’economia europea l’A&D e’ un settore di valore significativo, con un volume d’affari di 93,7 miliardi di euro e 1,5 milioni di occupati. Nonostante la spesa per la difesa in Europa sia stabile, osserva EY, le mutate priorità geopolitiche degli Usa e la Brexit possono porre le condizioni per una crescita. In Italia l’A&D ha un forte impatto sull’economia nazionale. Il comparto vale 13,5 miliardi di euro, esporta il 70% della produzione, impiega 160.000 persone (incluso l’indotto) ed e’ il secondo settore per investimenti in Ricerca e Sviluppo (1,4 miliardi di euro). Con questi numeri, e nonostante il Paese dedichi alla difesa una quota contenuta del Pil (attorno all’1,5%), osserva EY, il settore rappresenta un asset decisivo per produzione industriale, export e innovazione.

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