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Leonardo-Finmeccanica, come si muoverà l’industria della Difesa dopo il patto Merkel-Macron?

L’analisi di Carlo Pelanda, analista e docente di geopolitica e geoeconomia

Nel 1963 De Gaulle intuì che l’idea d’Europa poteva essere strumento di moltiplicazione della forza nazionale francese ormai indebolita. Propose alla Germania un patto diarchico, il Trattato dell’Eliseo, di dominio degli altri europei per creare un’area geopolitica, a conduzione francese (intanto nuclearizzata) grande abbastanza per agire come attore globale. La Germania ovviamente accettò.

L’America mise in priorità la coesione del fronte occidentale contro Mosca e non interferì. L’Italia fu espulsa dal triumvirato inaugurato dal Trattato di Roma del 1957 che formalizzò la Comunità europea. Il motivo è che Roma aveva finanziato l’insorgenza algerina, per il petrolio, e che il suo boom economico stava inducendo ambizioni nucleari concorrenziali, che per altro Parigi sabotò con riservata violenza.

Nel 1989 Parigi temette che la Germania riunificata rompesse la diarchia e puntasse al ruolo di potenza unica. Per tenerla imbrigliata, Parigi la costrinse con ricatto ad accettare un progetto unionista (Maastricht, 1992) e l’abbandono del marco a favore dell’euro. Berlino accettò tale europeizzazione per non far rinascere la questione tedesca, ma pretese in cambio una gestione dell’euro con criterio tedesco.

Nell’ultimo ventennio la potenza economica tedesca è aumentata costringendo Parigi, ora seconda, a ribilanciare la diarchia forzando la Germania ad accettare la francesizzazione dell’industria militare europea, questo il punto principale del Trattato di Aquisgrana. Va annotata la minore attenzione nel cosmetizzare la diarchia franco-tedesca come atto europeo. Ciò avrà conseguenze perché rende chiaro agli elettorati che le nazioni cedono sovranità non all’Ue, ma a Parigi e a Berlino, rendendo più difficile la convergenza europea.

Roma oscilla fra la tentazione di capeggiare una coalizione dei piccoli contro la Framania o convergere di più con Berlino o arrendersi come fatto nel passato perché debole o chiedere soccorso all’America.

Serve un’analisi fredda. Aquisgrana aumenta la rilevanza dell’Italia per l’America se resterà un cuneo atlantico nell’Ue e nell’Eurozona. Roma e Berlino hanno un interesse vitale nel siglare l’accordo di libero scambio con l’America, ora in agenda.

L’industria militare italiana (in primis Leonardo-Finmeccanica) a rischio di francesizzazione predatoria dovrà restare nei consorzi europei già esistenti, ma spostarsi su quelli americani e inglesi per le tecnologie future. Ugualmente dovrà fare l’Asi, restando nell’Esa, ma partecipando di più ai programmi Nasa.

Semplificando: per le cose di serie B con gli europei, per quelle di serie A con l’America.

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