Matteo Salvini rinnova i vertici della Lega e rilancia, da Nord a Sud, il partito con la sua leadership.
Con la nomina nel consiglio federale di ieri – al posto di Lorenzo Fontana, presidente della Camera, e di Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia – come vicesegretari federali del trentunenne Alberto Stefani, deputato e segretario della Liga Veneta, e del laziale cinquantenne Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e commissario della Lega per la Campania, che nel vertice leghista affiancheranno l’altro trentenne vicesegretario, il lombardo Andrea Crippa, Salvini ridisegna la sua Lega. Lancia la nuova generazione dei trentenni, rafforza il ritorno alle radici ovvero al Nord ma in una versione da ritorno al futuro sulla base dell’Autonomia (“Che farà bene a tutt’Italia”) con la scelta del giovane Stefani, già a 15 anni in Lega, già sindaco di Borgoricco (Padova), la cui elezione a segretario della Liga Veneta fu benedetta anche dal potente governatore Luca Zaia e segnò la sconfitta dell’ala critica interna nei confronti di Salvini.
Ma al tempo stesso la nomina, altra grande novità, ai vertici massimi del Carroccio come vicesegretario per la prima volta di un esponente del centro-sud con Durigon, peraltro di origini venete, che è stato decisivo per impiantare la Lega a Roma e nel Lazio e ora è alle prese con la Campania, è la chiara conferma da parte di Salvini del suo progetto di Lega nazionale ora da rafforzare nel solco della battaglia per l’Autonomia, che vedrà le opposizioni particolarmente scatenate nel tentativo di mettere il Sud contro la Lega. Il veneto Stefani, deputato al suo secondo mandato, è stato il relatore in commissione dell’ Autonomia ed è presidente della commissione per l’attuazione del Federalismo fiscale. Ma è anche colui cui Salvini affidò il compito di essere il primo firmatario della proposta per il terzo mandato poi però bocciata dagli alleati di FdI e FI.
È evidente che la nomina del trentenne veneto a vicesegretario vuole essere anche un segnale agli alleati di centrodestra ostili finora a una conferma di Luca Zaia che solo se passa il terzo mandato potrà essere ricandidato alle Regionali del prossimo anno. Ma da tempo FdI, dopo l’avanzata elettorale anche nel Nord-Est, intende lanciare un proprio candidato. E a FI non dispiacerebbe invece candidare l’ex leghista Flavio Tosi, da sempre il rivale veneto di Zaia.
Dopo la nomina di Stefani e Durigon, che, dice una nota della Lega “raccolgono il testimone di Fontana e Giorgetti con rilevanti incarichi istituzionali”, Salvini, soddisfatto ancora dell’incontro di una settimana fa con Umberto Bossi, di cui ha portato i saluti ai parlamentari riuniti a Roma sere fa, afferma: “Ora avanti tutta”. Verso l’appuntamento di Pontida il 6 ottobre.
Ma prima ancora all’orizzonte c’è il processo di Palermo Open Arms dove Salvini, ricorda una nota di Via Bellerio, “rischia fino15 anni di carcere”. Una vicenda unica in Europa per un ex ministro dell’Interno. Il consiglio federale chiama alla mobilitazione del partito. Previsti gazebo il 21-22 e 28-29 settembre. La richiesta della pubblica accusa per il caso OpenArms è in calendario per domani, 14 settembre.