Verde pastello che sfuma fino al turchese e poi l’azzurrino. Il blu sovranista passa in secondo piano. Anche la scala cromatica della manifestazione della Lega, senza simboli di partito, di ieri pomeriggio a Roma, in piazza della Bocca della Verità, appare come una tappa di quelle prove tecniche che Matteo Salvini sta facendo verso la sua proposta di federazione con Forza Italia, il centrodestra di governo.
Ma il leader leghista rilancia e parla di unità di tutta la coalizione. Un invito che suona rivolto quindi anche a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Da “testone” auspica “un centrodestra unito, concreto, efficiente”. Salvini ha toni ecumenici, invita “a mettere da parte gelosie e divisioni”. Rivendica però la scelta di essere entrato nel governo: “Per noi l’Italia viene sempre prima degli interessi di partito”.
Del resto “Prima l’Italia, libera, bella, giusta” è lo slogan della manifestazione presentata da Hoara Borselli e Nicola Porro. I toni del leader leghista si scaldano solo in due passaggi: una dura risposta alla “ferma reazione” dell’Anm contro i referendum sulla giustizia, per i quali la Lega dal 2 luglio raccoglierà le firme con i Radicali (sul palco c’è anche il segretario radicale, Maurizio Turco, per la prima volta ad una manifestazione leghista) e poi la richiesta di uno stop “allo sbarco di migliaia di clandestini, mentre a noi verrà chiesto anche il green pass per andare al teatro”.
Torna in questo passaggio il Salvini di lotta che però conferma per intero la scelta di stare al governo. E che anzi, con la partecipazione dei rappresentanti delle categorie, che lo ringraziano, sottolinea il ruolo importante che la Lega ha avuto per i risultati delle riaperture.
Quanto alla giustizia, i toni salgono senza nominare però l’Anm: “I referendum sono espressione di democrazia, libertà, guai a chi minaccia le italiane e gli italiani che sono gli unici padroni di questa terra”. Il radicale Turco ha anche chiesto l’ intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ma la piazza (per la Lega 5000 persone) di Bocca della Verità, sotto un caldo cocente – che con i governatori leghisti (dal lombardo Attilio Fontana, al friulano Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza Stato-Regioni, il calabrese Antonino Spirlì, il presidente del Trentino Maurizio Fugatti) accoglie anche il ticket candidato a Roma di Enrico Michetti con Simonetta Matone – non ha slogan duri.
Si mostra in sintonia con quei colori pastello, fino all’azzurrino. Il colore che ricorda Forza Italia. Simonetta Matone manda un saluto dal palco a Silvio Berlusconi. Salvini che oggi dovrebbe vedere il Cav insiste sulla sua proposta di federazione. Anche se preferisce parlare di “centrodestra unito, concreto, efficiente”. Una terza via rispetto al “partito unico” con il quale aveva rilanciato Berlusconi?
Ma, al di là dei contenitori, l’accento è stato posto da Salvini sui contenuti. E se a Roma Michetti, con Matone, vincerà è evidente che il risultato sarà a vantaggio anche di Giorgia Meloni che per prima scelse con non poche insistenze l’avvocato amministrativista.
È un fatto comunque che a fronte di un centrodestra che discute al suo interno, si rinnova, è in movimento, la sinistra appare imbrigliata, alle prese con l’alleato Cinque Stelle, con il quale in moltissimi casi a queste amministrative non trova la quadra.