Se uno pensa che Gianni Alemanno fu incolpato sul piano degli attacchi politici anche di neve su Roma, evento raro nella capitale che per questo va subito in tilt, mentre per un sindaco del Pci come Ugo Vetere per una nevicata anni 80 ancora più forte venne usato il massimo di comprensione, capisce meglio che un certo accanimento verso di lui è una costante delle sue vicende.
L’ex sindaco di Roma e attuale leader nazionale del movimento politico “Indipendenza” è stato arrestato proprio la sera dell’ultimo dell’anno perché accusato di non aver rispettato l’obbligo di sorveglianza previsto da una condanna a un anno e dieci mesi per un reato un po’ sfuggente, ovvero il traffico di influenze nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale” e “Terra di mezzo”.
Che però mafia non era. Alemanno era stato assolto da tutte le altre accuse: da quella per corruzione a quella ancora più infamante di reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Gli restavano ancora solo quattro mesi da scontare.
E Alemanno non è certo personaggio che possa destare allarme su possibili pericoli di fuga. Ma evidentemente la spettacolarizzazione che accompagna certa giustizia nei confronti della politica da oltre 30 anni è stata ancora una volta una molla irresistibile.
Alemanno, secondo le agenzie di stampa, si sarebbe presentato “spontaneamente” al comando dei Carabinieri. Ma la spontaneità sarebbe in realtà stata dettata dal fatto che Alemanno proprio il 31 dicembre scorso è venuto a conoscenza del fatto che gli sarebbero stati tolti i benefici e cioè la possibilità di scontare la pena ai servizi sociali perché non avrebbe osservato i suoi obblighi e avrebbe anche incontrato un pregiudicato. E nel frattempo nei suoi confronti sarebbe stata aperta anche un’inchiesta su questioni fiscali. Conclusione, arresto l’ultimo dell’anno come in un film che da oltre 30 anni mette la politica sotto schiaffo.
Poi, però, chi risarcirà Alemanno, ora nel carcere di Rebibbia, degli anni passati infangato perché accusato di mafia e corruzione per poi essere assolto?
Alemanno è uomo di destra, per la precisione della destra sociale. Personalità molto autonoma e appassionata di politica fin da ragazzo. Non ha esitato a manifestare il proprio dissenso sulla linea politica nei confronti di FdI di Giorgia Meloni, pur nella stretta amicizia. Ma lealmente non ha mai fatto l’errore politico e umano di criticare dall’esterno i suoi ex compagni di partito.
Forse qualcuno ha pensato comunque di usare Alemanno per cercare di continuare a gettare ombre sul governo alla ricerca del fantasma di un fascismo che da più di 80 anni non c’è più?