DAGOSPIA? DICIAMO DAGOSLURP
C’erano una volta i veri Cafonal, ora sono i veri Potentoni.
C’era una volta Dagospia, ora chiamatelo Dagoslurp pic.twitter.com/yjqdzTKR6z
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 16, 2024
L’UNICO MELONIANO CHE PIACE DAVVERO A DAGOSPIA, DE GUSTIBUS
L’unico meloniano che piace a Dagospia è Mollicone. Dio li fa e poi li accoppia pic.twitter.com/apmggP0aam
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 17, 2024
ASTENSIONISMO, CORSI E RICORSI STORICI
"Quando Stefano Bonaccini venne eletto la prima volta nel dicembre del 2014 ci fu un crollo catastrofico dell’affluenza. Si toccò il minimo storico del 37,7%". (Roberto D’Alimonte, docente di Sistema politico italiano all’università Luiss)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 19, 2024
REGIONI E COMUNI IN FESTA
Il rinnovo del contratto per i quasi 404mila dipendenti di Regioni, Comuni, Province e città prospetta aumenti medi pari al 7,32% dello stipendio. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 19, 2024
DAZN NON DANZA
Dopo le prime 12 giornate, Dazn ha perso quasi 9 milioni di spettatori rispetto alla stagione scorsa e quasi 11 rispetto aquella precedente. (Paolo Ziliani, Fatto quotidiano)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 19, 2024
MOSSE ENI IN BF DI VECCHIONI
Investimenti di Eni nel gruppo Bf: ha speso 40 milioni per avere il 10% di Bonifiche Ferraresi, la società agricola (la più grande d’Italia) della holding Bf, e 48 milioni per il 5,32% della stessa Bf attraverso aumenti di capitale riservati. Considerato anche l’investimentio in…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 19, 2024
DOSSIER CARNE
Carne rossa, l’Italia dipende per il 60% dalle importazioni. Consumi in sofferenza e aumento dei costi alla stalla peggiorano il grado di autosufficienza soprattutto per i vitelli che poi vengono ingrassati e macellati. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 16, 2024
XIAOMI VEDE VERDE
Xiaomi ha superato le attese degli analisti nel terzo trimestre, con un aumento del 31% delle entrate, arrivando a 92,5 miliardi di yuan (12,8 miliardi di dollari). Parte di questo successo è attribuibile al settore delle auto elettriche, che ha totalizzato 9,5 miliardi di yuan.…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 19, 2024
LE PIZZE DI BUFFETT
Warren Buffett really likes pizza. His Berkshire Hathaway investment company acquired a $550 million stake in Domino’s. (Quartz)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 18, 2024
GIORNALISMI?
Il lunedì mattina faccio scorta di glucosio per tutta la settimana con la lettura del mielosissimo inserto del Corriere della sera, L'Economia, una vera manna per le aziende private.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 18, 2024
Il 40% dei giovani adulti statunitensi si informa tramite influencer sui social media, mostra uno studio del Pew Research Center. (Nbc)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 19, 2024
Per fortuna c’è Open fondato da Mentana a innovare mirabilmente il giornalismo pic.twitter.com/3pl90ucHXi
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 19, 2024
Google ha annunciato un test per azzerare i contenuti della stampa europea nei servizi Google News, Search e Discover. Il test interesserà l’1% degli utenti in otto Paesi: Belgio, Croazia, Danimarca, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 19, 2024
Forbes. "La stessa edizione americana è in crisi da tempo e la sua autorevolezza è assai scaduta da quando ha orientato molta della sua produzione verso offerte di promozione a pagamento di aziende diverse". (Il Post)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 17, 2024
CARTOLINA DALL’INDIA
Lunedì mattina New Delhi è diventata – per distacco – la città più inquinata del pianeta. Sette volte di più della seconda in classifica – l’altra grande malata dell’Asia del Sud, Lahore, in Pakistan – e 18 volte più di Milano. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 19, 2024
CARTOLINA DALL’AMERICA
Goldman Sachs thinks two factors could wreck the post-Trump election stock rally. The party might have gotten too good too fast and not invited enough attendees, the bank said in a recent report. (Quartz)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) November 19, 2024
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA SU GOOGLE E DINTORNI:
Il governo statunitense vuole costringere Google a vendere Chrome. Il Dipartimento di Giustizia americano ha chiesto la misura al giudice federale, Amit Mehta, che lo scorso agosto ha definito illegale il monopolio di Alphabet, casa madre di Google, nel settore delle ricerche sul web. Chrome controlla circa due terzi del mercato globale dei browser (il 68% in Italia), mentre Google gestisce e indirizza l’89% delle ricerche sul web (il 94% in Italia). Secondo Mehta, Alphabet ha ottenuto questo dominio incontrastato attraverso una serie di accordi illegittimi con i principali fornitori di smartphone, tablet e pc: Apple, Samsung e altri.
Per rimediare a questa situazione, secondo l’agenzia Bloomberg, l’Antitrust americano ha suggerito alla Corte di imporre a Google la cessione del browser Chrome, la separazione del sistema operativo per smartphone Android dagli altri prodotti di Alphabet e alcuni limiti all’utilizzo dei dati per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. La vendita d’imperio di Chrome – ma a quale prezzo? – rappresenterebbe un intervento senza precedenti dell’Antitrust nel mercato digitale. La misura potrebbe sovvertire gli equilibri di mercato. Negli ultimi mesi, da sole o in alleanza con colossi come Microsoft, diverse startup hanno cercato di contendere a Google il primato nelle ricerche sul web, sinora senza riuscire a scalfirlo. Il Dipartimento di Giustizia «continua a perseguire un’agenda radicale che va ben oltre il merito legale del caso», ha osservato un portavoce di Alphabet. «Un’interferenza simile del governo sul mercato danneggerebbe consumatori, gli sviluppatori e il primato tecnologico americano proprio nel momento in cui è più necessario», ha aggiunto, alludendo alla disfida digitale e commerciale con la Cina. La decisione del giudice Mehta arriverà nel 2025, quando alla Casa Bianca si sarà ormai insediato Donald Trump. Il caso Antitrust contro Google, tuttavia, è iniziato proprio durante la prima amministrazione del magnate repubblicano che, in vista del ritorno a Washington, ha nominato alla guida dell’autorità delle Comunicazioni un critico delle big tech, Brendan Carr.