CONFINDUSTRIA PLACIDA SUI DAZI
Dazi. "Dal 2018 a oggi l’export italiano di acciaio in Usa ha subito un drastico calo, passando da circa 600mila tonnellate nel 2018 a meno di 200mila tonnellate nel 2024. Alla luce di questi dati, non comprendiamo se i recenti proclami rappresentino un rinnovo di una normativa…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 11, 2025
CINA MOSCIA ANTI DAZI USA
"Se Messico, Canada e Colombia avevano immediatamente trovato un compromesso per rinviare o sospendere l’imposizione dei dazi, Pechino ha scelto la via della cauta fermezza. La Cina, infatti, ha sì presentato una ritorsione su alcuni settori specifici, ma con un valore…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 11, 2025
LA TRUMPATA DI TRUMP SU UCRAINA E RUSSIA
"Un giorno" l'Ucraina "potrebbe essere russa". Così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in un'intervista a Fox News. "Potrebbero raggiungere un accordo, potrebbero non farlo – ha affermato a pochi giorni dal terzo anniversario dall'inizio del conflitto innescato…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 11, 2025
CI SALVERA’ IL NUCLEARE
Energia. "Per fortuna che tutte le centrali nucleari francesi stanno funzionando a pieno ritmo, altrimenti i problemi per tutta Europa sarebbero ben peggiori. In questo momento il sistema elettrico europeo poggia sulle 56 centrali nucleari francesi che stanno esportando…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 11, 2025
CHI HA SMARCHETTATO PER L’UE CON I FONDI UE?
"A Bruxelles spunta una “zona d’ombra” con fondi Ue per ben 132,82 milioni di euro che sono stati destinati ai media in relazione alle elezioni europee del giugno scorso. Questa mega-elargizione, coordinata dalla presidente maltese dell’Europalamento Roberta Metsola in sintonia…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 11, 2025
Comunque qualche testata on line finanziata da fondi Ue era nota, mi pare:https://t.co/Sed3PaeNz1
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 11, 2025
CARTOLINA DALL’EUROPA
"Meloni sembra intenzionata a trasformare i centri in Albania in “hub di rimpatrio” per collocare i migranti irregolari che hanno ricevuto l'ordine di espulsione in attesa di essere riportati nel paese di origine. Il modello è radicalmente diverso da quello immaginato all'inizio…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 11, 2025
CARTOLINA DALLA SPAGNA
"Offrendo un aiuto alla sua commissaria, la vicepresidente Teresa Ribera sotto la cui responsabilità ricade il Green deal, Madrid chiede che il 50 per cento delle risorse dell'Ue siano destinate alle politiche verdi (attualmente è il 30 per cento)". (Mattinale europeo)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 11, 2025
CARTOLINA DALLA ROMANIA
Il presidente della Romania, Klaus Iohannis, ha annunciato che domani si dimetterà per evitare un procedimento di impeachment minacciato dall'opposizione parlamentare di destra, che avrebbe potuto portare alla sua destituzione. Il presidente del Senato, Ilie Bolojan, assumerà…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 11, 2025
CARTOLINA DALLA LIBIA
"Il viaggio di Caravelli in Libia per evitare all’Italia altri casi Almasri. Il capo dell’Aise va a Tripoli. Tema: i nomi segreti dei ricercati libici dalla Corte penale internazionale. L'Italia assicura che non saranno arrestati sul suo territorio". (Il Foglio)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 11, 2025
CARTOLINA DALLA GRAN BRETAGNA
"Rincorsa populista di Starmer: pubblici i video delle espulsioni. I laburisti usano il «metodo Trump» per contrastare l’ascesa di Farage". (Corriere della sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 11, 2025
CARTOLINA DALLA FRANCIA
"Grazie al nucleare, abbiamo l’energia più decarbonizzata d’Europa. I data center in Francia non sono come quelli negli Usa, dove si utilizzano petrolio e gas. Si tratta di data center puliti". (Macron)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 11, 2025
IL FRANCESE NIEL DI ILIAD SU MUSK
«Gli americani hanno eletto Trump sapendo chi era: non ha mai nascosto il fatto che Musk avrebbe avuto un ruolo nella sua amministrazione. È stata una scelta democratica. Musk gioca con i limiti della democrazia? Sicuramente, ma non li ha ancora superati. Ci sono ancora giudici e…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 11, 2025
QUISQUILIE & PINZILLACCHERE
GIORNALISTI SPIATI DAI SERVIZI?
"A Domani risulta che Graphite fosse in uso fino a poco tempo fa all’Aise, mentre non è chiaro se lo stesso valga per l’Aisi. In linea teorica, l’interesse dei servizi esteri (Aise) potrebbe essere spiegabile per Casarini, Caccia ed El Gomati:…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 11, 2025
Leggendo @mariogiordano5 oggi sul quotidiano La Verità, scopro che il fratellino d’Italia, Alessio Butti, ora sotto segretario alla presidenza del Consiglio, dava del killer a Belpietro. https://t.co/IQdjqdaMlv pic.twitter.com/sfdJXhqXt8
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 10, 2025
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SUI DAZI:
Un déjà-vu. I dazi minacciati dal presidente degli Usa Donald Trump sulle importazioni di acciaio non sono una novità in un mercato sempre più regionalizzato come quello siderurgico e, almeno per il momento, non sembrano agitare più di tanto le imprese italiane. La realtà è che ci sono ancora questioni da chiarire, e la principale è rappresentata dal fatto che in questi anni c’è già stata una progressiva corsa a erigere barriere, innescata proprio da Trump nel suo primo mandato. Questi muri sono stati forse un po’ sbrecciati in questi ultimi anni, ma in realtà mai abbattuti (anche se ora rischiano di diventare ancora più alti).
I risultati dei dazi del 2018 sono evidenti scorrendo i dati sugli scambi commerciali tra Italia e Usa pubblicati dall’American iron&steel institute: l’export oltreoceano del nostro acciaio oggi è fermo a circa 300mila tonnellate all’anno (vale a dire circa l’1,5% delle 20 milioni di tonnellate prodotte in Italia nel 2024), dimezzato rispetto a prima del 2018; un numero – calcolato comprendendo semilavorati, piani, lunghi e tubi – confermato dalle elaborazioni di Siderweb su dati Istat, secondo cui la parte da padrone la fanno i tubi, con circa 90mila tonnellate. I veri «nemici» degli Usa, a fronte di un totale di 28,858 milioni di tonnellate importate, sembrerebbero oggi essere invece piuttosto il Canada (6,6 milioni esportati), il Messico (3,5 milioni), la Corea del Sud (2,8) e soprattutto il Brasile, con 4,5 milioni di tonnellate esportate nel 2024, mezzo milione in più nel solo ultimo anno.
L’acciaio globale ha dovuto rivedere la sua visione del mercato americano nel 2018, quando Trump ha deciso l’introduzione di una serie di dazi per vari prodotti importati in acciaio e in alluminio (soprattutto per i coils a caldo) con un range tra il 10% e il 25%, come parte di un’iniziativa più ampia nota come Section 232, richiamando la necessità di barriere per la difesa della sicurezza nazionale. La decisione americana ha coinvolto anche l’Ue, provocando un effetto domino sugli altri paesi. L’Europa, in particolare, è stata costretta ad arginare una Cina intenzionata a trovare nel vecchio continente uno sbocco per tutte quelle produzioni non più sdoganabili negli Stati Uniti. Per difendere le proprie produzioni, Bruxelles ha introdotto a sua volta una misura protezionistica, la cosiddetta Salvaguardia. Si tratta di un sistema di quote, diverse Paese per Paese, calcolato in base alle medie esportative degli anni più recenti, allo scopo di limitare la permeabilità del mercato europeo rispetto al flusso esportativo dei Paesi emergenti. Esaurita la prima stagione trumpiana, con l’amministrazione Biden i toni si sono ammorbiditi, sono state introdotte esenzioni e quote in una prospettiva di una futura rimozione della Section 232 che, però, non si è più perfezionata. Allo stesso modo, anche la Salvaguardia Ue, pur con successive modifiche, è ancora attiva.