LE CINESERIE DEL TG1
Cinesissimo convegnone dell'Università Lumsa il 10 gennaio su "Cina e Italia, 20 anni dal partenariato strategico globale" in collaborazione con l'ordine dei giornalisti del Lazio. A relazionare e a moderare ben 5 (dico cinque) giornalisti del Tg1. Ammazza 'sta TeleMeloni…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2025
LE PASSIONI DI DAGOSPIA
Dagospia fa da sponda ai fondi internazionali, ovviamente. pic.twitter.com/LQFvZxGbxK
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 3, 2025
LA PILLOLA POLITICA DI FOLLINI
«Ruffini lo stimo, l’ho visto accompagnato da molte vicinanze loquaci, quindi la mia è più discreta. Sala non lo conosco, è un personaggio oracolare, quando lo ascolto mi sembra l’imperatore Adriano che detta le sue memorie a Marguerite Yourcenar. Gentiloni è un democristiano a…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2025
TRAVAGLIO TRAVAGLIEGGIA SUL SILENZIO STAMPA
"Il silenzio stampa che ci pare doveroso e avremmo osservato anche se nessuno ce l’avesse chiesto riguarderà dunque eventuali dettagli dei negoziati in corso: quelle indiscrezioni che, svelate in tempo reale, potrebbero pregiudicarne il buon esito. Invece su tutto ciò che è già…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2025
FECONDAZIONE ETEROLOGA ESSENZIALE?
"I Livelli essenziali di assistenza, Lea appunto, sono il minimo comun denominatore della sanità, cioè le prestazioni che tutte le Regioni sono obbligate a fornire ai loro cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di un ticket. Fino al 31 dicembre dell’anno scorso la…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2025
LE SCARPE DI GEOX SPUZZANO?
"Geox non va bene in borsa. E il suo modello di business non sembra andare bene. Nella relazione semestrale 2024 di Geox vedo un patrimonio netto di 76 milioni di euro, passività correnti per 258 milioni di euro e passività non correnti per 367 milioni di euro. Domanda usuale:…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 3, 2025
SALUTI DA FASTWEB
L'ultimo rapporto di Agcom fotografa che la quota di mercato mobile di Fastweb + Vodafone si attesta al 30,1% (26,4% di Vodafone + 3,7% di Fastweb) contro il 27,1% di Tim e il 23,7% di Wind Tre. (La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 3, 2025
Col tempo i clienti di Fastweb, che finora forniva il servizio mobile tramite rete in coinvestimento con WindTre, saranno gradualmente migrati sull'infrastruttura Vodafone, ora di proprietà. (La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 3, 2025
LE SMAGLIATURE DI BENETTON
Benetton. Hanno tirato giù le serrande i negozi (tra gli altri) di Bari, Foggia, Novara, Palermo e Catania. In tutto, in Italia, sono stati chiusi circa 100 negozi nel 2024, vale a dire quelli con una situazione di perdita irrecuperabile. Si tratta in larga parte dei punti…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 3, 2025
MA QUANTO COSTANO LE AUTO…
Auto, prezzo medio da record: 30mila euro e vendite ko. Secondo il centro studi Fleet&Mobility, per l’acquisto di una vettura in Italia servono mille euro in più rispetto al 2023. Ma i margini dei costruttori sono in crescita. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 3, 2025
Renault fra il 2016 e il 2023 ha visto ridurre di un terzo i veicoli prodotti e distribuiti, con un incremento del 79% della marginalità. Volkswagen ha ridotto di quasi un decimo le auto prodotte e distribuite, a fronte dell’aumento del 67% del profitto per ogni macchina. La…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 3, 2025
Auto. «La strategia industriale e commerciale delle Case è passata – dichiara Pier Luigi del Viscovo, del centro studi Fleet&Mobility, al Sole 24 ore – dal concetto di far girare le fabbriche a ogni costo a quello che sotto un certo margine non si produce. Sfortunatamente, le…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 3, 2025
CARTOLINA DALLA SIRIA
La Verità papale papale pic.twitter.com/UlSebKQyzk
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2025
CARTOLINE DALL’AMERICA
Il 10 gennaio, Donald Trump conoscerà la sua pena per i pagamenti occulti all’attrice di film per adulti Stormy Daniels, a meno di due settimane dal suo insediamento come presidente. Il giudice Juan M. Merchan ha escluso la pena detentiva, indicando un possibile proscioglimento…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2025
«L’alcol aumenta il rischio di almeno 7 tipi di cancro». L’etichetta di ogni alcolico, dalla birra ai liquori, potrebbe riportare questo avvertimento negli Stati Uniti. Lo chiede Vivek Murthy, il “surgeon general” degli Usa: carica di nomina presidenziale che promuove i temi…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2025
"Una mossa che favorisce Pechino. La decisione del presidente Joe Biden di vietare l’acquisizione di US Steel da parte di Nippon Steel è eccezionale sotto diversi punti di vista. Rappresenta un inabituale uso del potere esecutivo, in particolare per un presidente che lascerà…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2025
"Un’indagine recente fatta da Kaiser Foundation — un’agenzia indipendente che si occupa di salute pubblica — rivela che la maggior parte degli americani super-assicurati ha difficoltà ad ottenere quello che serve per curarsi, non trova un accordo con l’assicurazione, intanto la…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 3, 2025
CARTOLINA DALLE MAURITIUS
La polizia ha arrestato ieri all’aeroporto l’ex presidente della Banca centrale delle Mauritius, Harvesh Seegolam, con l’accusa di cospirazione per defraudare la nazione. Seegolam ha guidato la Banca centrale dal marzo 2020 al novembre 2024. Secondo le indiscrezioni di stampa, la…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 4, 2025
CARTOLINA DA MILANO
Una determina del Comune di Milano – sulla base di quanto già previsto nel regolamento numero 4 del 2022 della Regione Lombardia – prevede che le ceneri degli animali domestici possano essere tumulate nella sepoltura del padrone scomparso. (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 3, 2025
QUISQUILIE & PINZILLACCHERE
"Anche stavolta, come negli altri nove semolini di fine anno, il presidente Sergio Mattarella è riuscito a non dire praticamente niente. Poi abbiamo scoperto dai giornaloni che, pur senza dirle, aveva detto un sacco di cose. Il Corriere ne è rimasto talmente elettrizzato da…
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 3, 2025
Cecilia Sala. Quando il governo auspicò discrezione e cautela ai giornali, tutti se ne infischiarono (secondo me giustamente) e per di più tanti criticarono (secondo me ingiustamente) il governo. Ora lo stesso auspicio arriva dai genitori. Buon lavoro.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) January 3, 2025
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ESTRATTO DI UN’ANALISI DEL SOLE 24 ORE SU NIPPON STEEL E NON SOLO:
La decisione del presidente Joe Biden di vietare l’acquisizione di US Steel da parte di Nippon Steel è eccezionale sotto diversi punti di vista. Rappresenta un inabituale uso del potere esecutivo, in particolare per un presidente che lascerà l’incarico tra pochi giorni. Penalizza un’impresa di uno dei principali e più fedeli alleati degli Stati Uniti, in cui sono stazionati 60 mila militari americani e 7 mila civili del Pentagono. E interviene in un’industria, la siderurgia, che rappresenta la quintessenza della manifattura del XIX e XX secolo e che pochi ormai considerano così strategica da giustificare una decisione che mette a repentaglio la tradizionale posizione pro-market dello Zio Sam.
Tutto nasce dalla scelta del CFIUS, il Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti guidato dal Tesoro ma con la partecipazione di altri dicasteri, di non emettere nessuna raccomandazione precisa riguardo alla transazione da 14 miliardi di dollari che è rimasta intrappolata nella politica della Rust Belt. Nell’anno elettorale, vari senatori democratici, tra cui Sherrod Brown dell’Ohio e Bob Casey della Pennsylvania, insieme al senatore JD Vance, il repubblicano dell’Ohio che ora è il vicepresidente eletto, hanno esortato Biden a vietare l’operazione per evitare la perdita di produzione di acciaio e posti di lavoro. Sia Brown, sia Casey sono stati sconfitti a novembre da sfidanti repubblicani.
Molte riserve sono state riprese dal CFIUS, nella sua delibera resa pubblica poco prima di Natale: preoccupazione che le scelte del nuovo proprietario possano riflettere considerazioni commerciali globali, portando potenzialmente a un brusco calo della produzione di acciaio americana che minacci l’integrità della catena di approvvigionamento e la sicurezza nazionale. Le diverse agenzie sono divise sull’opportunità di procedere. Se USTR (l’Ufficio del Rappresentante per il Commercio) si è opposto fermamente, altri funzionari, come il segretario al Tesoro Janet Yellen, hanno sottolineato l’importanza di offrire agli investitori esteri sicurezza giuridica e trasparenza procedurale.
Quarto produttore di acciaio al mondo, Nippon ha visto l’opportunità di crescere sul mercato americano in cui sono in cantiere grandi investimenti federali in infrastrutture e tecnologie per lottare contro il cambiamento climatico. Si era impegnata a mantenere la sede dell’azienda a Pittsburgh e a investire nel miglioramento delle fabbriche nello stato. I dirigenti di US Steel hanno avvertito che senza Nippon, potrebbe essere necessario operare pesanti tagli di personale, trasferire la sede centrale e rivedere gli investimenti nelle nuove fabbriche costruite nel Sud per accompagnare la nuova geografia produttiva dell’automotive. La società giapponese ha anche fatto un ultimo tentativo per ottenere il sostegno delle autorità nelle località dove si trovano gli stabilimenti e dei dipendenti della US Steel. Tuttavia, il potente sindacato United Steelworkers ha mantenuto la sua opposizione, argomentando che mancano garanzie adeguate su livelli occupazionali, contratti, pensioni e sicurezza del lavoro.
In una lettera inviata al CFIUS poche settimane fa, gli avvocati di Nippon e US Steel hanno accusato la Casa Bianca di «interferenza inammissibile» nel processo e CFIUS di basare la sua analisi su inesattezze e omissioni fattuali, tra cui «congetture e ipotesi che non hanno basi nei fatti e sono chiaramente illogiche». Al di là dell’esattezza delle critiche, resta un precedente che potrebbe dissuadere nuovi potenziali acquirenti di un’impresa che è l’ombra del gigante ultracentenario che impiegava 340.000 lavoratori al suo apice negli anni ’40, ma ora dà lavoro a solo 20.000. Lenta nel rispondere ai mutamenti del mercato e alla concorrenza cinese, che ormai non si basa solo sui minori costi, Us Steel si dibatte da tempo con gravi difficoltà finanziarie.