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Le news su Abi, Comin, Dagospia, Fatto, Grillo, Pascale e non solo

Che cosa si dice e che cosa non si dice su Abi, Comin, Dagospia, Fatto, Grillo, Pascale, Pegaso e non solo. Pillole di rassegna stampa

 

REPUBBLICA SUPER CAFONAL CON DAGOSPIA

 

COMIN A 5 STELLE

 

L’ABI TAGLIA?

 

I GRILLI DEL FATTO

 

LA BONTA’ DEL CNEL DI BRUNETTA

 

META NON VUOLE RUSSARE

 

LABURISMO MELONIANO

 

 

I COMPLOTTISMI DI MELONI SUI COMPLOTTARDI

 

LE AMERICANATE DEI CINESI

 

PEGASO DI TRAVERSO AL PALLONARO IERVOLINO

 

PEGASO E NON SOLO GIOISCONO…

 

SOCIETA’ CHE FANNO CASSA CON LA REPUTAZIONE ON LINE…

 

PASCALE MOLTO ATTIVISTA

 

CARTOLINA DALLA CINA

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ESTRATTO DELLA MEGA INTERVISTA DI REPUBBLICA AL FONDATORE DI DAGOSPIA:

Repubblica: Boccia voleva il contratto.

D’Agostino (Dagospia): «Lei voleva essere la signora Sangiuliano, voleva che lui lasciasse la moglie. Gli avrebbe detto pure che era incinta».

Ne è sicuro?

«Un uomo di sessant’anni che viene trafitto dall’euforia del potere può perdere la testa. Come un adolescente, il ministro si era innamorato».

Insomma, Boccia voleva lo status.

«E Sangiuliano era in pieno deliquio dei sensi».

Perché lui ha permesso tutte quelle foto su Instagram? Era ancora sposato.

«Avrà perso il controllo della ragione: come un qualsiasi Alberto Sordi si è pure tolto fede. Le avrà detto che il suo matrimonio era finito, le cose che dicono gli uomini in questi casi».

E allora il contratto?

«Lei non voleva soldi, voleva pure lavorare gratis, il contratto era il suggello all’unione. Ma soprattutto il titolo che le permetteva di andare su e giù a spadroneggiare per le stanze del ministero».

E lui glielo nega.

«Sì, dopo Ferragosto ordina al capo di gabinetto Gilioli di stracciarlo. Perché lo fa? Questo è il punto mai chiarito della vicenda. Gliel’ha ordinato palazzo Chigi? La moglie?».

Il contratto negato fa precipitare tutto.

«Se glielo concedeva la cosa moriva lì».

Ma questa storia è gossip o è politica?

«Politica tutta la vita. Al pari di Berlusconi, travolto dalla fica, Sangiuliano ha calpestato la decenza istituzionale, non si è reso conto di aver la responsabilità come ministro di rappresentare i cittadini italiani».

Questo è uno scandalo che connota la destra o il potere italiano?

«La verità è che al potere è arrivato un centrodestra di scappati dalla scuola Radio Elettra di Torino»

In che senso?

«Non sanno cos’è la cultura del potere».

Cos’è la cultura del potere?

«Dialogo, trattativa, compromesso. Non sanno come gestirla. Premier che con un tweet gettano sul marciapiede i compagni, ministri che fermano i treni, deputati che sparano a Capodanno».

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO TRATTO DAL FATTO QUOTIDIANO SULLE UNIVERSITA’ TELEMATICHE:

Non sarebbe tanto una questione di tempi, volendo entrare nella mente del ministero dell’Università e della Ricerca, bensì di contenuti, di nuove regole su cui con pazienza e con i tempi che ci vogliono bisogna trovare una quadra: insomma, il fatto che il decreto sull’adeguamento delle università telematiche a cui la ministra Anna Maria Bernini pareva tenere così tanto non abbia ancora visto la luce alla partenza di diversi anni accademici, e che ora quindi potrebbe slittare di un anno, non sarebbe un regalo agli atenei online ma solo straordinaria e complessa amministrazione. Eppure quel decreto a quanto pare esiste ed è nelle mani del capo segreteria del ministero, solo che ancora non viene partorito.

Di cosa parliamo, brevemente: la norma che avrebbe dovuto vedere luce a fine estate avrebbe dovuto avere l’obiettivo di mettere finalmente sullo stesso piano la didattica a distanza, che è il prodotto di punta degli atenei telematici, e l’insegnamento tradizionale in presenza. Adeguare i corsi online agli standard di quelli in presenza, insomma, come voluto oltretutto dalle norme approvate nel 2021 dall’allora ministra del governo Draghi, Maria Cristina Messa, e la cui applicazione ed efficacia sono ad oggi ancora un fitto mistero.

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