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Renzi

Le lezioni debolucce di Matteo Renzi

Che cosa dice e che cosa non dice Matteo Renzi su Giuseppe Conte e non solo. I Graffi di Damato L’argomento ormai è logorato dalle polemiche, per quanto l’accaduto sia recente. Ma trovo significativo -visto anche il ruolo centrale, da “Centro” come ha deciso di chiamare il nuovo prodotto politico che sta confezionando- ciò che…

L’argomento ormai è logorato dalle polemiche, per quanto l’accaduto sia recente. Ma trovo significativo -visto anche il ruolo centrale, da “Centro” come ha deciso di chiamare il nuovo prodotto politico che sta confezionando- ciò che Matteo Renzi ha voluto scrivere sul conto dei quattro giovani italiani scappati dal ristorante albanese e fatto saldare dalla premier Giorgia Meloni, a proprie spese, dall’ambasciatore d’Italia.  I connazionali risultano peraltro ripresi da una telecamera o altro, per cui non dovrebbe essere difficile identificarli e metterli a una gogna che, una volta tanto, potrebbe anche essere condivisa.

Il fatto è sempre meno grave di un presunto stupro compiuto in casa di un padre pubblicamente esposto come il presidente del Senato, seconda carica dello Stato eccetera eccetera, ma resta una mascalzonata della quale capisco che la premier si sia vergognata apprendendola peraltro dal presidente albanese di cui era ospite. Che, magari,  avrebbe potuto tenersi per sé la notizia  sostituendosi nel saldo all’amica, “sorella” e quant’altro invitata con tanto dispendio di simpatia.

Renzi, dicevo, ha chiesto ai destinatari della sua solita lettera elettronica: “È giusto che una Premier intervenga per dare 80 euro a un ristoratore albanese? O è solo un gesto di comunicazione”. Come se lui da politico non ne avesse mai compiuti.  E ha spiegato: “Questa concezione per cui il Governo è una sorta di padre/madre compassionevole che se tu ti ubriachi viene a prenderti con il taxi gratis in discoteca (unico modo di trovare un taxi, ultimamente: ubriacarsi in discoteca), se non paghi il conto arriva l’ambasciatore e salda il debito è lo stesso impianto culturale per cui la casa te la rifanno -gratuitamente come diceva Conte- con i soldi dello Stato attraverso una miriade di bonus. Non mi stupisce il gesto in sé finalizzato a prendere tre like su TikTok. Mi stupisce che anche il governo di destra ha lo stesso impianto culturale del Governo grillino: il cittadino come suddito da accarezzare, sovvenzionare, sostenere. Per me questo approccio è sbagliato. Il vero campo largo è quello che va da Meloni a Conte passando per Salvini”.

Ma questo Conte -Giuseppe Conte- come ce lo siamo ritrovati in Italia? Dopo un turno elettorale perduto dal Pd ancora guidato nel 2018 da un Renzi che non mi pare si fosse accorto del fenomeno grillino. Avremmo potuto liberarcene già l’anno dopo, nell’estate del 2019, se lo stesso Renzi ancora nel Pd, spiazzandone il segretario Nicola Zingaretti, non gli avesse praticamente regalato un altro anno e mezzo scarso di governo con una diversa maggioranza per consentirgli di fare altri danni non previsti, come la precedente vittoria elettorale. Domanda per domanda: non è un po’ esagerato dare lezioni a destra e a sinistra con simili precedenti, da una centrale così malmessa?  Dalla quale ora mi aspetto qualcosa anche sul generale omofobo Vannacci punito da Crosetto fra le proteste di Salvini e il silenzio della Meloni.

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