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Pontida 2023, Salvini Lega

Le lepenate di Matteo Salvini

Cosa fa e dice Matteo Salvini a Pontida. I Graffi di Damato

Con l’arrivo, gli abbracci,  il discorso e tutto il resto programmato da Matteo Salvini in onore di Marine Le Pen, l’amica e alleata d’oltr’Alpe, si potrà ben dire che sui prati di Pontida se ne sono viste, sentite e dette di tutti i colori:  come più in generale, del resto, per la storia della Lega.

PONTIDA, DA BOSSI A SALVINI

Dalla Pontida di Umberto  Bossi giovane e in piena salute, che faceva il gesto dell’ombrello contro la ministra socialista “bonazza” Margherita Boniver per niente preoccupata degli albanesi che sbarcavano a Bari da navi in cui si erano stipati come sardine siamo passati alla Pontida dove gli albanesi sono rimpianti per numero e per altro ancora rispetto a quelli che sbarcano dall’Africa e altrove sulle coste siciliane e calabresi.

Dalla Pontida dove Bossi prometteva, annunciava, minacciava -come preferite- di andare a cercare “uno per uno” gli elettori di destra liquidati come “fascisti” per bastonarli peggio di quanto i fascisti veri non avessero fatto ai loro tempi con gli avversari siamo passati alla Pontida di Salvini. Dove l’ospite francese è stata invitata anche -se non soprattutto- per accreditare il vice presidente del Consiglio nella ricerca degli elettori di destra da corteggiare per toglierli a Giorgia Meloni e farli salire sul Carroccio, sceso  dal 34 per cento del 2019 all’8 e anche meno.

– Leggi anche: Le missioni italiane impossibili di von der Leyen e Le Pen

Il vignettista Stefano Rolli ieri sul Secolo XIX si è divertito a immaginare e proporre la Meloni come “underdog da guardia” su un molo di approdo di migranti. Gli è mancata purtroppo l’immaginazione equanime di proporcela oggi sui prati di Pontida per fare da guardia agli elettori del proprio partito insidiati da Salvini.

In compenso Emilio Giannelli sul Corriere della Sera ce l’ha proposta sfottente verso un Salvini che “si crede un gallo ma è solo un pollo padano con Le Pen”.

SALVINI VS MELONI?

Intanto da un sondaggio appena condotto dall’Ipsos, sempre per il Corriere della Sera, risulta che solo 39 italiani su cento “hanno fiducia” nell’Unione Europea che la Meloni cerca di rivitalizzare con Ursula von ver Leyen nellla “polveriera” di Lampedusa”, come titola Repubblica, In 48 “non hanno fiducia” e 13 non saprebbero che dire o solo pensare. Eppure alla fine  il cosiddetto “indice di fiducia” dello stesso rilevamento  sale chissà perché dal 39 al 45, che è pur sempre sotto la maggioranza ma memo rovinosamente.

E pensare che per i sondaggi c’è gente che perde la testa da quando la buonanima di Silvio Berlusconi se ne fece convincere per “scendere in politica”, come dsse, e per rimanervi sino alla morte guadagnandosi i funerali di Stato nel Duomo di Milano: altro che la galera -non i modesti e brevi servizi sociali a Cesano Boscone-  sognata per lui dagli avversari, laici o togati che fossero.

– Leggi qui tutti i Graffi di Damato

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