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Elezioni Europee

Le capriole della Commissione Ue con Germania e Ungheria sui migranti

Dossier migranti: mosse e mossette della Commissione von der Leyen su Germania e Ungheria. Estratto dal Mattinale Europeo

 

La Commissione chiude un occhio sui controlli alle frontiere della Germania

La Commissione di Ursula von der Leyen non intende aprire un conflitto con la Germania per preservare l’area di libera circolazione di Schengen, dopo che il governo di Olaf Scholz ha deciso di reintrodurre i controlli alle frontiere con i nove paesi vicini per bloccare i flussi di migranti. I portavoce della Commissione ieri hanno spiegato che il Codice Schengen prevede una deroga in caso di minaccia alla sicurezza nazionale o ragioni di ordine pubbliche. La reintroduzione dei controlli alle frontiere deve essere “necessaria e proporzionata”, ha spiegato una portavoce. Ci sono dubbi su entrambe le condizioni, tanto più che Berlino ha deciso di applicarli anche ai paesi di destinazione (Paesi Bassi, Belgio e Danimarca). In teoria, i controlli dovrebbero anche essere temporanei ed eccezionali. Il governo tedesco ha lasciato intendere che resteranno in vigore due anni. La Commissione non ha voluto chiarire se sia possibile per la Germania respingere i richiedenti asilo che si presentano alle sue frontiere.

Il Patto migratorio approvato, Schengen sempre in pericolo

Una delle ragioni avanzate dalla Commissione per approvare il nuovo Patto su migrazione e asilo era la necessità di salvare l’area di libera circolazione di Schengen. Il Patto è stato adottato e, anche se deve essere messo in pratica, non ha salvato Schengen. La decisione della Germania di reintrodurre i controlli alle frontiere comporta dei rischi. Il messaggio per la coesione europea è pessimo, nel momento in cui Ungheria e Paesi Bassi chiedono un “opt-out” (un’eccezione per poter uscire) dalle politiche migratorie comuni. Un conflitto con un paese vicino non è da escludere, in particolare se Berlino darà seguito alla minaccia di respingere i richiedenti asilo (con l’Austria la tensione è già alta). Il risultato più probabile è una reazione a cascata, nella quale uno stato membro dopo l’altro annuncia la reintroduzione delle frontiere interne (era già accaduto nel 2015-16). Il leader dell’estrema destra olandese, Geert Wilders, ieri ha detto che anche il suo governo dovrebbe valutare in modo “approfondito” la reintroduzione dei controlli.

La Commissione minaccia Orban sugli autobus carichi di migranti verso Bruxelles

La Commissione ieri si è mostrata molto meno flessibile con l’Ungheria di Viktor Orban, che minaccia di inviare autobus carichi di migranti verso Bruxelles. “E’ inaccettabile”, ha detto un portavoce della Commissione: “Questa azione se intrapresa sarebbe una chiara violazione del diritto dell’Ue e del principio di sincera cooperazione e fiducia reciproca”. Inoltre, “minerebbe la sicurezza dell’area Schengen nel suo complesso”, ha spiegato il portavoce. La Commissione è in contatto con Budapest per “assicurarsi che questa azione non venga intrapresa”. Altrimenti “siamo pronti a usare tutti nostri poteri secondo il trattato per assicurare che la legislazione europea sia rispettata”, ha avvertito il portavoce. La minaccia implicita è di escludere temporaneamente l’Ungheria dall’area Schengen sulla base dell’articolo 29 del Codice di frontiera che porta lo stesso nome.

(Estratto dal Mattinale Europeo)

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