Mario Draghi ha senz’altro assestato un ceffone a Matteo Salvini su vaccini e green pass. Ma ieri due sberle, seppure meno rumorose, sono state indirizzate di fatto anche a Giuseppe Conte e a Enrico Letta.
Vediamo.
Il 13 luglio il leader della Lega twittava:
Vaccino, tampone o Green Pass per entrare in bar e ristoranti?
Non scherziamo.— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 13, 2021
Evidentemente Draghi non scherzava.
L’ex ministro dell’Interno, in un’intervista a Repubblica del 19 luglio, ha sottolineato che sia importante mettere in sicurezza gli over 60, lasciando però possibilità di scelta alla fascia tra i 40 e i 59 anni, meno a rischio, mentre per i giovani non servirebbe nemmeno. Salvini ha poi aggiunto di rifiutarsi di vedere il “figlio di 18 anni inseguito con un tampone o una siringa”, affermando che andasse bene essere prudenti, ma non “terrorizzati”.
«L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire – ha scandito Draghi ieri in conferenza stampa, interpellato sulle posizioni di Salvini – Sostanzialmente è così: non ti vaccini, ti ammali e muori. Oppure: non ti vaccini, contagi, lui o lei muore. E poi senza vaccinazione si deve chiudere di nuovo tutto».
Parole rilanciate su Twitter – con tanto di video – dalla portavoce di Draghi:
#Draghi Senza vaccinarsi si deve ricominciare a chiudere. Il green pass è una misura che dà serenità, non la toglie. Vaccinatevi e subito pic.twitter.com/YKl7DcOt01
— paola ansuini (@paolansuini) July 22, 2021
Il decisionismo di Draghi si è fatto sentire anche sulla giustizia. il presidente del Consiglio ha fatto votare in consiglio dei ministri l’autorizzazione a porre la fiducia sulla riforma della giustizia, su cui sbuffa M5s di Conte per non parlare dei magistrati.
“Ha informato della svolta i partiti, a cominciare da Giuseppe Conte: l’ex presidente del Consiglio, preso in contropiede, ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco”, ha scritto il notista politico di lungo corso del quotidiano La Stampa, Fabio Martini.
Ma anche al Pd ieri l’esecutivo ha riservato più di una tirata d’orecchi.
In Italia “abbiamo già forme di tassazione patrimoniale, le imposte sulla proprietà rappresentano il 2,4% del pil che è pari alla media europea. Quindi già di fatto ci sono e non è sul tavolo introdurre forme di tassazione patrimoniale nuove“, ha affermato il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso dell’audizione sulle tematiche relative alla riforma fiscale che nelle commissioni Finanze di Senato e Camera.
Letta non sarà molto contento visto quanto va proponendo da tempo sulle successioni.