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Le 2 note stonate nel successo del Pd di Schlein in Emilia-Romagna e Umbria

I risultati delle elezioni in Emilia-Romagna e Umbria tra fatti, numeri, commenti e curiosità. I Graffi di Damato

Per la segretaria del Pd Elly Schlein è obiettivamente qualcosa di più del “festino di consolazione” riconosciutole da Libero la vittoria del cosiddetto centrosinistra in entrambe le regioni di quest’ultimo turno elettorale del 2024. Scontata in Emilia-Romagna meno in Umbria, “la doppietta del centrosinistra” scolpita dal Messaggero giova alla Schlein sia per le dimensioni cui è arrivato il Pd -in Emilia-Romagna al 42 per cento- sia per quelle cui è ridotto all’interno del campo stavolta largo davvero il concorrente MoVimento 5 Stelle del presidente Giuseppe Conte. Esso è poco più di un cespuglio col 3,5 per cento in Emilia-Romagna e il 4,2 in Umbria, sotto il 4,7 già frustrante della Liguria il mese scorso.

Ora l’ex presidente del Consiglio dovrà peraltro faticare ancora più di quanto non avesse messo nel conto della partita interna in corso nel suo movimento per far passare, nella sua immaginaria rifondazione, l’idea contestata da Grillo di un’alleanza quasi organica, sistemica col tanto più forte partito della Schlein in nome di una comune appartenenza al campo dei progressisti. Dove Conte si era collocato prendendosi sul serio nella veste del “punto di riferimento più alto” confezionatagli, quando era ancora presidente del Consiglio, dal segretario pro-tempore del Pd Nicola Zingaretti e dall’ancora più generoso consigliere Goffredo Bettini. Che vorrebbe consigliare pure alla Schlein comprensione e riguardo per l’ex premier ma in condizioni obiettivamente più deboli considerando la caduta elettorale ormai libera delle cinque stelle, e il loro dissesto interno.

C’è tuttavia qualcosa che ha guastato la festa della Schlein per i guadagni elettorali del suo partito e per la riconquista dell’Umbria dopo la fase del centrodestra. Ed è qualcosa di rilevante, riguardando l’affluenza alle urne impietosamente sottolineata da Emilio Giannelli nella vignetta di prima pagina del Corriere della Sera. in Emilia-Romagna rispetto alle analoghe elezioni precedenti essa è calata di quasi 20 punti, più dei 16 e rotti che hanno distanziato il vincitore della corsa alla presidenza, il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, dalla sfidante del centrodestra Elena Ugolini. In Umbria l’affluenza è calata di 12 punti, meno che in Emilia-Romagna di certo ma di pur 9 punti e rotti rispetto ai 5 di distanza fra: la vincente Stefania Proietti, sindaco di Assisi, e la governatrice leghista uscente Donatella Tesei. Ciò obiettivamente riduce la portata di entrambe le vittorie. In qualche modo le dimezza nelle “urne mezze vuote” sottolineate pure dal Fatto Quotidiano nel tentativo però di giustificare i crolli pentastellari.

E pensare che poco più di due anni fa la sinistra cercò di ridimensionare la vittoria del centrodestra nelle elezioni politiche generali per una riduzione dell’affluenza alle urne di nove punti: dal quasi 73 per cento del 2018 al pur sempre notevole 63,9 del 2022. Altro che il 52 per cento dell’Umbria e il 46 dell’Emilia-Romagna di ieri.

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