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Centrodestra

L’abbraccio Schlein-Conte è da profondo rosso

Significato, obiettivi e conseguenze del cartello di sinistra battezzato a Firenze da Landini della Cgil. La nota di Paola Sacchi

 

Parte da Firenze il nuovo cartello di sinistra versione profondo rosso, facendo leva sull’antifascismo, agitato come arma contro la maggioranza di centrodestra del governo Meloni, e su parole d’ordine sul salario minimo, scuola e sanità pubblica che uniscono il Pd di Elly Schlein ai Cinque Stelle di Giuseppe Conte e alla sinistra ecologista di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.

L’abbraccio di Firenze tra Schlein e Conte, il sostegno delle formazioni ancora più a sinistra, con la benedizione della Cgil di Maurizio Landini dà l’immagine di una nuova unione, sullo schema di quella di prodiana memoria, con dentro un partito principale, uno intermedio in competizione e quelli che venivano chiamati i cespugli. Ma questa appare come un’unione in versione sinistra-sinistra con un vuoto nel centro della sinistra. E come nell’unione prodiana non manca, al di là degli abbracci, una forte competizione interna per ora sotto traccia, a cominciare da quella tra il Pd di Schlein – che comunque dovrà mettere a punto, attraverso il ruolo dello sconfitto delle primarie Stefano Bonaccini, gli equilibri interni con i “riformisti” – e i pentastellati, cui Schlein virando sempre più a sinistra intende impedire l’Opa.

Ma sull’Ucraina la nuova segretaria dem sembra già aver fatto una distinzione da Conte ribadendo il sostegno totale a Kiev (parole suonate in continuità con la linea di Enrico Letta) pur mettendo l’accento sul valore primario della pace e la via diplomatica.

La prima prova di compattezza dell’unione profondo rosso sarà quindi sulla politica estera, dove alla prova dei fatti la sinistra si è sempre divisa a differenza del centrodestra che ha sempre votato compatto per l’Ucraina. Per il resto, è linea dura, come già aveva preannunciato la nuova leader dem la notte della vittoria delle primarie, contro l’esecutivo. A cominciare da quella adottata sulla tragedia di Cutro in Calabria.

Ma il premier Giorgia Meloni, dopo aver annunciato un consiglio dei ministri sull’immigrazione proprio a Cutro, ha blindato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, liquidando la richiesta di dimissioni a “una non notizia”. È l’ultima finora della continua richiesta di dimissioni fatte dalla sinistra nei confronti di esponenti di governo e della maggioranza di centrodestra. Una sinistra versione profondo rosso di cui si fa difficoltà a intravedere vere proposte economico sociali, su immigrazione e sicurezza che stanno nell’agenda del governo e del Paese.

L’uso dell’antifascismo scagliato ogni volta contro l’esecutivo dall’unione rossa radicale sembra un’arma logora.

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