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La sconfitta della Lega di Salvini in Emilia-Romagna vista dagli intellettuali di destra

Perché il centrodestra non è riuscito ad abbattere il "muro rosso" dell'Emilia-Romagna? L'analisi del prof. Gervasoni. Il commento del filosofo Ocone. Il post di Punzi. E i tweet di Belpietro, Feltri e Veneziani

Perché il centrodestra non è riuscito ad abbattere il “muro rosso” dell’Emilia-Romagna? Come mai la Lega di Matteo Salvini non è riuscita a sconfiggere il ricandidato governatore democrat Stefano Bonaccini? Quali errori sono stati compiuti dal centrodestra? Colpa dell’afflosciamento di Forza Italia? O era invece prevedibile la riconferma del centrodestra nella regione rossa per antonomasia?

Sono le domande che animano il dibattito fra gli intellettuali più attenti alle idee e alle posizioni del centrodestra a trazione leghista. Differenti le analisi. Ecco una breve antologia.

L’ANALISI DEL PROF MARCO GERVASONI

Affronta una delle questioni fondamentali che stanno facendo dibattere il mondo giornalistico il docente di Storia contemporanea Marco Gervasoni, di recente non confermato alla Luiss di proprietà di Confindustria per motivi che hanno fatto dibattere. Una delle questioni è la connotazione della leadership di Matteo Salvini, leader della Lega.

 

Ha scritto Gervasoni: “La polarizzazione è la cifra dello stile politico di Salvini, come quella di Trump, di Bolsonaro, di Boris Johnson e cosi via. La polarizzazione consente di portare le persone in piazza e a votare, e porta la Lega al 32 per cento. Naturalmente, il rischio, anzi, la certezza della polarizzazione è che gli avverarsi si coalizzino tutti contro di te. A volte non vi riescono o demonizzando producono gli effetti opposti da quelli desiderati. In questo caso, invece, la polarizzazione anti Salvini, generata dalle Sardine, accoppiata alla difesa di un regime di governo regionale e a un sistema di potere, ha svolto il suo effetto.”

Quali lezioni trarre quindi da questa sconfitta?, si è chiesto l’intellettuale di destra ed editorialista del quotidiano Il Giornale diretto da Alessandro Sallusti: “Una, che non bisogna mai sottovalutare gli avversari. Nessuno poteva prevedere che dal seno del Pd, della curia bolognese e di altri ambientini di provincia emiliani, ma influenti, potessero saltare fuori le sardine. Poi, come insegnano i manuali di tattica, meglio evitare di mettere spalle al muro l’avversario perché, come una bestia che si sente braccata, la disperazione lo spinge da un lato alla ferocia dall’altro all’astuzia. Terzo, che il leader carismatico deve guidare le truppe ma non deve sentirsi solo, mentre le truppe, cioè la classe dirigente locale, sul piano almeno della Lega, non sembrava pronta a questa sfida. E torna il problema della costruzione di questo ceto, che non riguarda solo l’Emilia Romagna. Lezioni magari da meditare per le prossime scadenze, regionali e, quando saranno, nazionali”.

IL COMMENTO DEL FILOSOFO CORRADO OCONE, DIRETTORE SCIENTIFICO DI NAZIONE FUTURA

Il filosofo Corrado Ocone, direttore scientifico del pensatoio liberal-conservatore animato e presieduto da Francesco Giubilei, si è concentrato sul ruolo delle componenti liberali e moderate del centrodestra per il futuro della compagine anti progressista: “Quanto a Forza Italia, il discorso è più complesso – ha scritto Ocone su Formiche – Salvini, infatti, secondo me, per dare un senso politico ai voti che ha conquistato in questi anni, se non di Forza Italia certo di un’area di destra meno istintiva e “rivoluzionaria” ha bisogno oggi come non mai. Se è vero che gli italiani sono da un bel po’ arrabbiati e inclini a protestare, è pur vero che essi, come sempre, cercano tranquillità e rassicurazioni che una politica “muscolare” non temperata non può per sua natura trasmettere. Prima Salvini lo capirà, meglio sarà per chi crede che la sinistra non sia ciò di cui ha bisogno oggi il nostro Paese per guardare con qualche speranza al suo futuro”, ha scritto.

IL POST DI FRANCESCO GIUBILEI, PRESIDENTE DI NAZIONE FUTURA

Sarebbe cambiato il risultato con un altro candidato per il centrodestra? No, secondo Francesco Giubilei, fondatore e presidente del pensatoio Nazione Futura: “Il distacco tra i due candidati è stato troppo ampio: 51,43% contro 43,62%, anche se il centrodestra avesse avuto un candidato diverso non si sarebbe potuto vincere, Lucia Borgonzoni è stato un candidato ha ottenuto un risultato storico in una regione da sempre governata dalla sinistra e questo le va riconosciuto”, ha scritto su Facebook.

IL POST DI FEDERICO PUNZI, DIRETTORE EDITORIALE DI ATLANTICO QUOTIDIANO

“In Emilia-Romagna la partita non era poi così aperta, ennesimo flop dei sondaggi, ma stavolta la bolla mediatica era (la paura di) Salvini. Bonaccini vince, il Pd tiene cannibalizzando i grillini, 5 Stelle e Forza Italia si squagliano”, è la sintesi del post su Facebook del giornalista Federico Punzi, direttore editoriale di Atlantico Quotidiano: “Ma nonostante la sconfitta, il dato Lega+Meloni 40% è comunque impressionante, perché suggerisce che a livello nazionale la percentuale può essere ancora più alta, confermando i sondaggi più promettenti per il centrodestra. E le sardine? Difficile valutarne l’impatto, ma possono aver contribuito, specularmente a Salvini, a mobilitare un elettorato di sinistra un po’ apatico e rassegnato, i cui cuori non si sarebbero scaldati né per il Pd né per Bonaccini…”. Punzi analizza anche l’effetto nazionale della campagna elettorale in Emilia-Romagna: “Chiaro che “nazionalizzare” la sfida non poteva essere nell’interesse di Bonaccini, che infatti si è tenuto a debita distanza, ma una volta “nazionalizzata” da Salvini, l’antisalvinismo delle sardine è servito. Era nelle cose che il protagonismo di Salvini avrebbe potuto scatenare la reazione dell’elettorato avversario, e così è stato, ma senza sarebbe finita come in Calabria a parti invertite e con 20 punti di affluenza in meno”.

L’EDITORIALE DI FRANCO BECHIS, DIRETTORE DEL QUOTIDIANO ROMANO “IL TEMPO”

Un consiglio a Salvini arriva da Franco Bechis, direttore del quotidiano romano Il Tempo: “Rafforzare la classe dirigente, provare a costruire un gruppo di comando che non abbia l’esclusivo compito di ripetere a pappagallo (ma con minore efficacia) le parole del leader è il salto di qualità che deve fare Salvini all’indomani della sua prima vera sconfitta elettorale”

IL TWEET DI MAURIZIO BELPIETRO, FONDATORE E DIRETTORE DEL QUOTIDIANO LA VERITA’

IL TWEET DI VITTORIO FELTRI, DIRETTORE EDITORIALE DI LIBERO QUOTIDIANO

IL TWEET DEL SAGGISTA E INTELLETTUALE CONSERVATORE MARCELLO VENEZIANI

 

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