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Germania Covid

La Germania imiterà l’Italia nel semilockdown? Fatti e scenari

Che cosa sta studiando il governo Merkel secondo la stampa tedesca sulle ulteriori misure anti Covid. L'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

 

Le immagini delle proteste in Italia scorrono sui notiziari delle tv all-news tedesche. Oltre al valore informativo, i resoconti nascondono anche un timore preventivo: che il lockdown light cui Angela Merkel sta lavorando con i suoi consiglieri in vista del vertice con i presidenti dei Luander di mercoledì possa scatenare anche in Germania una reazioni simili. Manifestazioni di protesta ce ne sono già state in abbondanza anche qui, alcune sfociate in violenze e in atti simbolici, come l’assalto al Reichstag di Berlino con lo sventolio di vecchie bandiere imperiali. Ma sono state espressione di gruppi specifici: negazionisti del virus, contestatori delle mascherine, estremisti prevalentemente di destra che hanno colto l’occasione della pandemia per soffiare sul fuoco del malcontento.

Ma le categorie produttive, anche quelle più colpite dai vari provvedimenti restrittivi, hanno finora contenuto il dissenso, scendendo in piazza con manifestazioni distinte e composte, come hanno fatto nel corso di questi mesi i gestori dei club notturni, gli impresari di eventi, gli artisti del mondo dello spettacolo, i musicisti, le cui attività sono paralizzate da mesi e a cui il sostegno economico pubblico giunge in maniera molto parziale.

I ristoratori si sono invece subito rimboccati le maniche, hanno sopportato i costi per adeguare i locali alle nuove misure di igiene e si sono rimessi al lavoro, approfittando della bella stagione e del conseguente abbassamento dei contagi. Da maggio a settembre, il settore gastronomico ha fatto registrare una ripresa superiore alle previsioni, con l’eccezione di quella parte di ristoranti legata quasi esclusivamente all’offerta turistica, che è mancata. Ed è proprio questo segmento dell’economia che ora teme di finire vittima del lockdown light allo studio del governo.

Secondo indiscrezioni della Bild, il progetto sul tavolo di un’allarmatissima cancelliera è di chiudere per le prossime settimane ristoranti e bar, annullare gli eventi in calendario (che al momento si possono tenere con un numero ridotto di spettatori), fermare palestre e piscine, mantenendo invece aperti asili e scuole e consentendo il funzionamento degli esercizi commerciali con rigide misure di sicurezza e igiene.

Un ultimo tentativo di scongiurare un prossimo lockdown totale, verso cui anche la Germania sembra correre, con la curva dei contagi tornata a crescere in maniera esponenziale (martedì 11.409 nuove infezioni e il numero dei decessi dall’inizio della pandemia salito a 10.095) e con gli allarmi degli operatori sanitari sul rischio di una saturazione delle terapie intensive a ridosso del Natale. Camere dei medici e associazioni ospedaliere avvertono che se non si riuscirà nelle prossime settimane a flettere la curva pandemica, anche il robusto apparato delle terapie intensive tedesche andrà in difficoltà: letti e respiratori ce ne sarebbero anche a sufficienza, quel che manca è il personale qualificato per farli funzionare. Una carenza che gli operatori hanno definito “drammatica”.

Dal comparto gastronomico però le reazioni alle indiscrezioni sul piano Merkel sono veementi. Guido Zöllick, presidente dell’associazione Dehoga che tutela albergatori e ristoratori, contesta che ristoranti e bar siano focolai di infezione e rimanda all’osservanza diffusissima delle misure di igiene e sicurezza. Dati di agosto del Koch Institut sulle infezioni lo confermano, ma sono riferiti a un periodo di bassi contagi generali in cui la ristorazione si svolgeva prevalentemente all’aperto. Dati affidabili più recenti non ce ne sono. I timori si estendono anche a tutta la filiera alle spalle della ristorazione. Su un punto Zöllick è chiaro: se si sarà costretti a chiudere, il governo dovrà offrire indennizzi economici seri e concreti.

La cancelliera ha assicurato ancora oggi che le misure avranno validità temporanea, quella necessaria a riportare il numero dei contagi a un livello che permetta di riprendere il lavoro di tracciamento. Ma la sua ipotesi di lockdown leggero non è l’unica in campo. Ve ne sono anche di più dure, come quella del vice presidente del suo stesso partito (Cdu) Thomas Strobl di un lockdown totale concentrato in una settimana: tutto chiuso, scuole e negozi compresi, per interrompere la curva esponenziale e permettere una ripresa più tranquilla in vista del periodo natalizio. Anche dal mondo economico giungono voci per una soluzione più forte. Per Marcel Fratzscher, direttore del prestigioso istituto Diw di Berlino, un lockdown totale di due, tre settimane consentirebbe davvero di abbattere la curva esponenziale e darebbe all’economia la certezza di riprendere le attività a pieno regime: l’incertezza di questa fase è più deleteria, mentre in condizioni di sicurezza la ripresa verso la normalità sarebbe piuttosto rapida.

C’è poi l’ipotesi avanzata da un noto consulente di comunicazione e crisi tedesco, che suggerisce un lockdown volontario dei cittadini per una settimana al mese nel corso di tutto l’inverno, soluzione che potrebbe consentire regolarmente di abbassare la curva dei contagi. Una proposta che, per quanto bizzarra (assomiglia a certi digiuni intermittenti per le diete), piace a ristoratori, imprenditori e anche a qualche medico.

I Länder guidati dai socialdemocratici presenteranno il concetto di una road map per lockdown sempre più duri in relazione all’aumento delle infezioni, che va dalla riduzione al numero dei partecipanti a feste ed eventi fino alla chiusura di palestre e piscine.

Di sicuro, il vertice che si apre mercoledì alle 13 si annuncia difficile. “Sarà una riunione dura”, ha detto Markus Söder, il presidente della Baviera alfiere del fronte più rigoroso. Il tentativo di Angela Merkel è di far comprendere a tutti i presidenti la gravità del momento e convincerli ad adottare misure il più possibile uniformi. Perché per il momento i Länder continuano a rincorrersi con provvedimenti autonomi. Berlino ha prolungato la chiusura dei ristoranti e bar dalle 23 fino a metà novembre e la riduzione del numero dei partecipanti alle manifestazioni (da 1.000 a 300 per quelle indoor, da 5.000 a 500 per quelle in esterna). Il lockdown, quello vero, è nel frattempo in vigore in due distretti della Baviera: Berchtesgaden e Rottal-Inn. Qui il tempo è tornato indietro di sei mesi.

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