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La Brexit favorirà i rapporti Italia-Regno Unito? Fatti e analisi

Che cosa si è detto nell'incontro dell'ambasciatore britannico Jill Morris con la stampa italiana. L'articolo di Pietro Romano

“Grazie agli italiani che hanno scelto di fare del Regno Unito la propria casa. Grazie per il contributo alla nostra economia, alla nostra cultura, alla nostra società”.

Nell’incontro con la stampa alla vigilia dell’uscita del suo Paese dall’Unione europea l’ambasciatore britannico Jill Morris ha ribadito i buoni rapporti tra il Regno Unito e l’Italia dedicando all’interscambio economico, sociale, culturale una parte consistente del suo discorso.

A conferma che, d’ora in avanti, Londra potrà anche “auspicare il bene dell’Unione europea” ma di sicuro la lascia e sarà costretta a puntare sempre di più sui rapporti bilaterali. E tra i grandi membri dell’Ue (se non altro per il massiccio contributo alla cassa comune) il nostro Paese è quello su cui il Regno Unito al momento può contare maggiormente anche per i legittimi malumori italiani nei confronti di Bruxelles.

L’ambasciatore Morris ha dettagliato i numeri che sostanziano un (possibile) rapporto privilegiato italo-britannico. Addirittura migliorati da quando più di tre anni fa gli elettori britannici hanno scelto la via dell’autonomia.

Sono ormai 700mila gli italiani che vivono stabilmente oltre Manica. Dove, a esempio, rappresentano la più numerosa comunità scientifica. E dove aumentano gli studenti universitari, ormai quasi 16mila.

Nel 2018 i flussi commerciali tra i due Paesi hanno raggiunto un controvalore di 44,5 miliardi di euro segnando una crescita del 3,4 per cento sull’anno precedente. L’Italia è il secondo investitore diretto nel Regno Unito, dopo la Germania, e l’anno scorso ha, in sostanza, creato 1500 posti di lavoro. Crescono costantemente anche i turisti che vanno da un Paese all’altro. E di recente sono stati siglati accordi in settori strategici come la sicurezza (tra i rispettivi ministeri e tra i gruppi Leonardo e Bae Systems) e la ricerca (tra il Cnr e la Royal Society).

Nei prossimi mesi, come Startmag aveva anticipato, partirà da Londra nei confronti dell’Italia un’autentica operazione simpatia. Per ora a tridente. La campagna di diplomazia territoriale UKin…Tour: ogni mese il Regno Unito si presenta in una città di regione diversa. UK-Italy Partners for Culture, per incrementare la collaborazione in ambito culturale.

Infine, l’affiancamento dell’Italia al Regno Unito nella definizione degli ambiziosi traguardi attesi per il summit dell’Onu sui cambiamenti climatici, fissato a Glasgow in ottobre, che sarà preceduto da due eventi organizzati nel nostro Paese. A dimostrazione che “il Regno Unito lascia l’Unione europea, ma non lascerà l’Europa”.

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