skip to Main Content

Bce

La Bce è poco trasparente. Parola della Corte dei Conti europea

Ecco che cosa denuncia la Corte dei Conti Ue in una comunicazione all'Europarlamento sulla Bce

In 3 occasioni la Bce si è chiusa a riccio e non ha fornito le informazioni richieste dalla Corte dei Conti europea.

E’ quanto emerge dalla documentazione inviata dai magistrati contabili dell’Ue al Parlamento europeo.

Nella comunicazione al Parlamento di Strasburgo, la Corte dei Conti dell’Unione europea svela i 3 episodi alla base di una sorta di protesta istituzionale contro la Banca centrale europea.

ECCO I 3 FATTI CLOU DELLA BCE SVELATI DALLA CORTE DEI CONTI UE

Ecco le tre occasioni in cui alla Corte dei Conti Ue è stato negato l’accesso a informazioni rilevanti. Durante l’audit del 2016 sul Meccanismo di vigilanza unico, la Corte ha incontrato serie difficoltà nell’ottenere documenti probatori di audit. Nel corso dei lavori per la relazione speciale del 2017 sul Comitato di risoluzione unico, quest’ultimo ha insistito per eliminare qualsiasi dato proveniente dalla Bce. Infine, nel gennaio 2018, per la redazione della relazione della Corte sul ruolo della Bce nella gestione delle crisi crisi bancarie, la Bce ha nuovamente negato l’accesso ai documenti necessari allo svolgimento dell’audit.

LA MORALE DELLA COMUNICAZIONE AL PARLAMENTO

Conclusione: la Banca centrale europea monitora le banche, ma non è possibile sapere in che modo. E’ quanto emerge in sostanza da una comunicazione al Parlamento europeo, in cui i magistrati contabili mettono in luce gli aspetti poco trasparenti delle politiche di gestione delle crisi bancarie nell’Ue. E’ convinzione dei giudici contabili che la Bce non permetta pieni poteri di controllo sull’attività di vigilanza bancaria, e chiede perciò modifiche che consentano accesso a tutti gli atti.

LE NUOVE TEGOLE PER LA BCE

Un’altra tegola si abbatte sull’Istituto centrale di Francoforte presieduto da Mario Draghi, dopo le urticanti inchieste del Sole 24 Ore che hanno svelato magagne e conflitti di interessi nell’azione della Vigilanza bancaria.

CHE COSA SI LEGGE NELLA COMUNICAZIONE

La Corte, scrivono i giudici contabili, “ha compiuto notevoli sforzi per adempiere al suo ruolo e promuovere responsabilità e trasparenza nel settore della vigilanza e della risoluzione bancaria”. Ciò però non basta a garantirle, poiché “l’attuale posizione della Bce in merito all’accesso da parte della Corte dei conti ai documenti e alle informazioni di revisione impedisce alla Corte dei conti di svolgere correttamente le sue responsabilità giuridiche”.

LE CRITICHE DEI MAGISTRATI

Il presidente dell’istituzione di Lussemburgo chiarisce di non voler interferire con l’attività dell’organismo di Francoforte. “Non è intenzione della Corte svolgere analisi sulla politica monetaria”, sottolinea Klaus-Heiner Lehne, per il quale comunque “è però essenziale che la Corte disponga di pieni poteri di controllo sulle attività di vigilanza della Bce, dati i notevoli rischi che i fallimenti bancari comportano per le finanze pubbliche e la complessità dei nuovi meccanismi di vigilanza”.

I DOCUMENTI SENSIBILI

I revisori contabili lamentano in particolare il mancato accesso a informazioni “confindenziali”. Qualcosa comprensibile eppure tuttavia non possibile. La Corte si appella al diritto dell’Unione, ed in particolare ai Trattati, dove si si stabilisce che “gli organi o organismi che gestiscono le entrate o le spese per conto dell’Unione trasmettono alla Corte dei conti, a sua richiesta, i documenti e le informazioni necessari all’espletamento delle sue funzioni”. I documenti più sensibili non fanno eccezione, dunque.

I RILIEVI DELLA CORTE

Il settore della vigilanza bancaria comporta “rischi significativi per il bilancio pubblico”, rileva ancora la Corte dei conti europea, secondo cui in questo preciso comparto “un’adeguata revisione pubblica è ancora irrealizzabile e la responsabilità ancora insufficiente”.

LA MANCANZA DI TRASPARENZA

La situazione è frutto di una cessione di poteri che però si sono persi nella fase di passaggio, secondo i giudici. Sono state sottratte attività di controllo agli Stati per darle alla Corte dei conti, che però è limitata nella sua gestione, nota Eunews. La responsabilità delle verifiche sull’attività di vigilanza bancaria esercitata dalla Bce ossia sulle banche più grandi non compete più alle istituzioni nazionali di controllo, ma è inclusa nel mandato della Corte dei conti europea. La competenza sottratta alle istituzioni nazionali di controllo “non è stata adeguatamente compensata, data l’attuale posizione della Bce riguardo al mandato di verifica”.

IL VERO DESTINATARIO

Il vero destinatario della richiesta della Corte è tuttavia Andrea Enria, dallo scorso primo gennaio presidente Consiglio di vigilanza del Mvu e dunque primo responsabile della vigilanza bancaria europea: dalla sua presidenza avviata da pochi giorni potrebbe emergere una nuova disponibilità a considerare le argomentazioni della Corte e dunque comunque un dialogo più aperto con la Eca rispetto alla ex-chair Danièle Nouy. Un portavoce della Bce, interpellato dal Sole 24 Ore, ha detto che «la supervisione bancaria Bce è aperta a cooperare sulle questioni sollevate (dall’Eca ndr) e resta pronta a continuare a relazionarsi con l’Eca». Enria, nella sua audizione al Parlamento aveva già indicato l’importanza della trasparenza dell’Ssm nei confronti degli stakeholders.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

Ha commentato Isabella Bufacchi, esperta della Bce al Sole 24 Ore: “Trovare un punto di equilibrio però non sarà facile: da un lato la Corte preme per avere più informazioni, e tutelare i conti pubblici europei mettendo il naso su aspetti manageriali e amministrativi, dall’altro lato però la vigilanza bancaria, nello svolgere la sua funzione, è obbligata a trattare in modo confidenziale i dati delle singole banche”.

Back To Top