“Da oggi stop ai test missilistici, siamo pronti a chiudere gli esperimenti nucleari”. Il messaggio del dittatore nordoreano Kim Jong-un, lanciato ieri da Pyongyang, è rimbalzato stamattina sulle prime pagine di tutto il mondo. Ed è stato accolto con entusiasmo dal presidente americano Donald Trump: “Un’ottima notizia per la Corea del Nord e per il mondo”.
Generale Carlo Jean, esperto di geopolitica e docente alla Luiss, qual è il senso profondo del messaggio di Kim?
È il segnale di voler creare uno spazio per negoziare.
Qual è la reale capacità nucleare della Corea del Nord?
Non certo trascurabile. La Corea possiede da dieci a venti testate, più alcuni missili, alcuni dei quali a gittata intercontinentale.
Quali sono i motivi alla base di questo annuncio?
Le pressioni sulla Corea da parte di Pechino.
Pensa che il forcing di Trump possa avere influito?
Sicuramente Trump ha esercitato pressioni sulla Cina, e di conseguenza Pechino ha esercitato la sua influenza sulla Corea del Nord.
Quali effetti avrà la nuova politica di Kim sulla Cina?
A mio avviso, nel complesso, l’atto di disponibilità della Cina nei confronti degli Stati Uniti potrebbe far sì che l’atteggiamento di Trump verso Pechino migliori.
Sei mesi fa la situazione era del tutto diversa, Kim sembrava intenzionato ad alimentare al massimo la tensione. Cos’è cambiato da allora?
Che Kim si è accorto che non poteva tirare la corda oltre il limite.
In estremo oriente l’avvicinamento fra Corea del Nord e Usa non entusiasma il Giappone.
Sicuramente il Giappone avrebbe preferito un atteggiamento più duro da parte degli Stati Uniti, ma in questo era bloccato dalla Corea del Sud, la quale voleva evitare a ogni costo un confronto con Kim. Perché Seul è nel raggio di azione non solo dei missili del Nord, ma anche dell’artiglieria e dei lanciarazzi.
La mossa di Kim può celare una riunificazione delle due Coree?
Un’unificazione non credo, comunque comporta senz’altro una maggior apertura reciproca che potrebbe portare alla firma di un accordo di pace, ponendo fine una situazione incerta che perdura dalla Guerra di Corea.
Crede che la fase di distensione sarà duratura oppure tutto potrebbe cambiare nuovamente?
Politicamente tutto può sempre cambiare. Ma certamente si tratta di una mossa definitiva che elimina molte tensioni da quell’area.
Esiste un legame fra gli sviluppi dell’estremo oriente e la recente svolta nella politica estera di Trump in Siria?
No, non credo. Trump in Corea non avrebbe mai potuto usare la forza, per il semplice motivo che il suo principale alleato, la Corea del Sud, era fortemente contraria.
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