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Artico

Cosa vuole il Kenya dal Regno Unito

Il Kenya vuole che i membri dell'unità di addestramento britannica BATUK siano soggetti alle leggi keniote. Il punto di Giuseppe Gagliano

 

Il presidente keniota Uhuru Kenyatta ha approfittato della 26a Conferenza dei partiti sul clima (COP26) a Glasgow per parlare con il primo ministro britannico Boris Johnson dei soldati britannici presenti nel suo paese. Il 1 novembre, Kenyatta ha chiesto a Johnson che i membri della British Army Training Unit Kenya (BATUK), con sede alla Laikipia Air Force Base – 200 km a nord di Nairobi – fossero soggetti alle leggi keniote.

Il governatore della contea di Laikipia, Ndiritu Muriithi, ha radunato molti deputati e ottenuto il sostegno di diverse entità nazionali, come la Kenya Human Rights Commission (KHRC), per trasmettere la voce degli abitanti di Nanyuki – la città accanto alla base – che si lamentano del comportamento dei soldati britannici. Dopo un lungo negoziato, Boris Johnson ha ceduto il passo al Kenya, il suo principale alleato militare in Africa, accettando la richiesta di Kenyatta.

La base britannica, considerata un residuo coloniale da parte dello spettro politico keniota, è il cuore della cooperazione tra Londra e Nairobi, rinnovata a luglio per combattere il gruppo terroristico somalo Al-Shabaab. Il nuovo accordo quinquennale di cooperazione per la difesa, firmato dal ministro della Difesa keniota Monica Juma e dal suo omologo britannico Ben Wallace, include l’addestramento antiterrorismo per le truppe di Nairobi. L’esercito keniota fa ancora parte della missione dell’Unione africana in Somalia (Amisom), nonostante le tensioni tra Nairobi e Mogadiscio. Boris Johnson spera in cambio di poter rafforzare la sua presenza militare nella regione.

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