In prima fila c’è anche Luca Cordero di Montezemolo, che applaude Matteo Salvini mentre illustra “anche da giornalista professionista”, con tanto di cifre e slide “il Cantiere Italia”. Ovvero, come recita il titolo dell’evento di ieri, a Roma, alla Lanterna di Fuksas, del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, guidato dal vicepremier e leader della Lega, L’Italia dei sì. Progetti e Grandi Opere. Come sarà il nostro Paese nel 2032.
Ci sono oltre 300 persone: 50 tra ambasciatori e corpi diplomatici. Presenti i vertici delle associazioni di categoria più rappresentative e di quelle del settore trasporti e opere pubbliche; esponenti degli ordini professionali di ingegneri, geologi, architetti, i rettori delle Università Luiss, Genova, Milano, Reggio Calabria, Firenze e Politecnico di Milano. E ancora: rappresentanti di BEI, ABI e CDP, i manager delle principali aziende di costruzioni, della logistica, dell’automotive, del trasporto e delle grandi aziende private e a partecipazione pubblica.
In prima fila, accanto a Montezemolo, i ministri leghisti dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dell’Istruzione e Merito, Giuseppe Valditara. E poi Luigi Ferraris, ad delle Fs, Giampiero Strisciuglio, ad di Mercitalia Logistics, Flavio Cattaneo, ad di Enel, il presidente di Terna Igor De Biasio e l’ad di Ita Fabrizio Lazzerini.
Salvini illustra al prestigioso parterre il “Cantiere Italia”, dalla Gronda di Genova fino al Ponte sullo Stretto. Spiega prima dell’evento ai giornalisti: “Oggi presentiamo quella che sarà l’Italia più moderna, più sicura e più veloce nei prossimi 10 anni. È chiaro che negli ultimi anni qualcosa sulla manutenzione, sulla prevenzione è mancato e quindi stiamo programmando investimenti per alcune centinaia di miliardi su strade, autostrade, ferrovie, corsi d’acqua, edilizia popolare”. Salvini intende fare del Mit “il protagonista di questa rivoluzione che innanzitutto creerà lavoro”. E aggiunge : “A proposito di salario minimo, medio, massimo: se riusciamo a sbloccare tutti i cantieri fermi da troppi anni ci saranno alcune centinaia di migliaia di posti di lavoro veri e ben pagati a disposizione a partire dai prossimi mesi”.
Il Ministro prevede anche “un’enorme operazione di messa in sicurezza del nostro territorio”. Annuncia: “Solo tra ferrovie dello Stato e Anas nei prossimi anni investiremo 175 miliardi fra manutenzione ordinaria e straordinaria e nuove opere. Stiamo lavorando per recuperare 15.000 case popolari e per far ripartire i lavori per alcune dighe che sono fermi in alcuni casi da quarant’anni. C’è bisogno dell’impegno di tutti. I professionisti del no ovviamente sono al lavoro ma penso che in questi nove mesi gli italiani abbiano toccato con mano che volere è potere, quindi stiamo accelerando, finanziando, progettando”.
“Questa settimana – ricorda – partono finalmente i lavori per il Passante alta velocità di Firenze. I primi di agosto partono le frese sull’alta velocità Napoli-Bari. La società del ponte dello Stretto è già operativa. Si lavora alla diga di Genova, alla Tav, al Brennero”. La filosofia è quella di “un governo politico”, sottolinea Salvini, guidato dall’obbiettivo “della crescita e dello sviluppo”, dalla sburocratizzazione, di cui è emblema il nuovo Codice degli Appalti, per il quale va il suo omaggio al compianto presidente del Consiglio di Stato, Franco Frattini. Un Codice che stabilisce tempi più brevi, proprio perché, ribatte a certe accuse, “sono le procedure lunghe che favoriscono la corruzione”. Ricorda, Salvini, l’importanza della “riforma liberale della giustizia”, compresa l’abolizione dell’abuso di ufficio. E assicura che il governo di Giorgia Meloni va avanti, “anzi, mi prenoto ai 5 più 5 anni”.
Scherza a margine del convegno: “Da Giorgia mi divide solo la preferenza per la squadra di calcio”. Annuncia che sarebbe disposto anche ad andare a un nuovo referendum per “un nucleare pulito, di nuova generazione”. In tutto questo, il Pd, con la segretaria Elly Schlein in prima fila, in serata a evento terminato, sferra l’attacco a Salvini per la sua dura critica delle affermazioni di Don Luigi Ciotti, fondatore dell’Associazione “Libera”, sul Ponte dello Stretto. Salvini, dopo aver ricordato che il Ponte, il cui cantiere prenderà il via il prossimo anno per chiudersi, secondo le previsioni, nel 2032, non lo nomina. Ma ammonisce: “È una vergogna che qualcuno abbia detto che il Ponte unirà due “cosche”, quella della Calabria e quella della Sicilia”. Si indigna il vicepremier e ministro: “È una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di persone perbene che meritano di lavorare, di studiare e di fare i pendolari, di andare a farsi curare come tutti gli altri. Mi fa schifo che qualcuno pensi che Sicilia e Calabria rappresentino le cosche. Anche perché poi c’è qualcuno all’estero che dipinge l’Italia come mafia, pizza e mandolino”. Chiosa: “Il Ponte è la più grande opera contro la mafia, perché porta crescita e sviluppo!”.
Il Pd insorge contro “gli insulti a Don Ciotti”. E Luca Cordero di Montezemolo, intanto, in sala con gli altri 300 applaude per il “Cantiere Italia” il ministro e leader leghista. Sembra essere passata un’era geologica da quando l’ex presidente della Ferrari era considerato vicino alle platee del Pd, epoca Veltroni.