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Cosa succede tra Israele, Usa e Hamas. Parla Mayer

Conversazione con il professor Marco Mayer, docente al Master in Cybersecurity della Luiss, sugli ultimi sviluppi dei negoziati tra Stati Uniti e Israele per Gaza.

Prof. Mayer, perché dà così tanta importanza alla questione dei duecento terroristi di Hamas asserragliati nei tunnel a Rafah?

Non sono ovviamente in grado di confermarne il numero, c’è chi parla di 150 e chi sostiene che sarebbero solo 60. Ma il discorso non cambia. Sto seguendo la vicenda da un paio di settimane perché dal modo nel quale si svilupperà nei prossimi giorni dipende la seconda fase del piano di pace di Trump per Gaza. Potrebbe essere il primo passo del disarmo di Hamas, oppure un ostacolo difficilissimo da superare.

Quali sono le novità di ieri?

Da tempo gli Stati Uniti fanno pressioni dietro le quinte perché Israele conceda ai miliziani la possibiltà di uscire dal tunnel disarmati e andare o in Egitto o nel territorio di Gaza al di là della linea gialla, ovvero fuori dalla zona controllata dalle truppe israeliane. Ieri pomeriggio, dopo l’incontro tra Benjamin Netanyahu e Jared Kushner, genero di Trump, il quotidiano israeliano Hayom ha pubblicato ufficiosamente la notizia della posizione americana.

Quali sono le conseguenze?

La mia personale opinione è che Netanyahu sia ad un bivio. Con una battuta, mi viene da dire: o sta con il piano di pace di Trump, o sta con l’estremismo del ministro Smotrich e degli altri leader politici e religiosi della destra messianica.

Perché la scelta è cosi importante e difficile?

Perché ha un forte significato politico e simbolico. Per i terroristi di Hamas non è facile disarmarsi perché lasciare le armi significa arrendersi, un duro colpo alla loro immagine. Per Netanyahu lasciarli andare è un cedimento che l’estrema destra israeliana criticherà ferocemente. Nessuno intende perdere la faccia, e per i mediatori non è per niente facile trovare un punto do equilibrio.

Chi sono i paesi più coinvolti nella mediazione?

Da quanto intuisco, oltre agli Usa, i più esposti sono Egitto, Turchia e Qatar.

Quale sarà l’evoluzione tra Israele e Stati Uniti?

Le tensioni tra Washington e Gerusalemme non mancheranno. L’opinione pubblica, anche quella italiana, deve sapere che la cabina di regia del piano di pace (il Cmcc) sarà a doppia guida americana, con un generale ed un diplomatico di altissimo livello. È aperta dal 17 ottobre scorso e vi partecipa già anche l’Italia con  propri rappresentanti.

A che punto è la questione Gaza alle Nazioni Unite?

Ieri gli Stati Uniti hanno fatto circolare una seconda versione della loro risoluzione per il Consiglio di sicurezza, vedremo le reazioni. Le maggiori incognite sono Russia e Cina.

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