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Ecco gli obiettivi politici dell’Iran dietro l’attacco ad Israele. Parla Ahmad Rafat (Kayhan International)

Ci sono fini non solo di politica estera ma anche di politica interna dietro il sostegno dell'Iran ad Hamas contro Israele. Conversazione con Ahamad Rafat, giornalista italo-iraniano che oggi opera a Londra con un’emittente televisiva - Kayhan International - che trasmette il proprio segnale fino in Iran

“Il messaggio che il regime degli ayatollah trasmette alla propria popolazione con l’attacco a Israele è il seguente: se siamo in grado di massacrare i cittadini dello Stato più potente del Medio Oriente, immaginate cosa possiamo fare a voi”. Era questo, secondo Ahamad Rafat, giornalista italo-iraniano che oggi opera a Londra con un’emittente televisiva – Kayhan International – che trasmette il proprio segnale fino in Iran, uno degli obiettivi che Teheran si è prefisso nell’aiutare Hamas a commettere gli orrendi crimini perpetrati lo scorso 7 ottobre in Israele.

È vero che l’Iran sostiene, arma e finanzia Hamas?

Sì. Tre mesi fa la nostra testata ha pubblicato la testimonianza di un giornalista iraniano che aveva scoperto come l’Iran, nel mese di maggio, avesse contribuito a creare due strutture a Gaza: una per il montaggio di droni, tecnologia che il regime padroneggia egregiamente, e una per i missili. A posteriori, questo indica come Teheran stesse preparando questo attacco da molto tempo.

Quindi questa singolare forma di cooperazione tra Iran e Gaza era nota?

Sì, ed è sorprendente che Israele, che a Gaza sorveglia i movimenti anche delle mosche, si sia fatta cogliere impreparata. Viene da pensare.che Shin Bet e Mossad abbiano sottovalutato la minaccia delle migliaia di missili e droni ammassati in questi mesi da Iran e Hamas a Gaza.

Quindi l’appoggio dell’Iran ad Hamas è conclamato.

Certamente. Vorrei ricordare che Ali Khamenei, la guida suprema, si è congratulata con Hamas dopo il blitz, e i capi di Hamas hanno detto che senza l’appoggio dell’Iran questo attacco non sarebbe stato possibile. È difficile d’altronde pensare che un attacco di queste dimensioni sia stato organizzato dalla sola Hamas.

Qual è l’obiettivo politico dell’Iran?

Gli obiettivi sono più di uno. Si trattava innanzitutto di dimostrare la capacità di mettere seriamente a rischio la sicurezza di Israele e dell’intero Medio Oriente. Ma il secondo obiettivo non era meno importante, ed era quello di sabotare il processo di normalizzazione delle relazioni tra Israele e Arabia Saudita nell’ambito dei famosi accordi di Abramo.

Perché sabotarlo?

Perché si sarebbe trattato di un accordo storico, non paragonabile a quelli che Israele ha già siglato con gli Emirati Arabi Uniti e con il Bahrein. L’Arabia Saudita non è un Paese qualunque ma …

È la custode dei luoghi sacri dell’Islam, ossia Mecca e Medina, dove Maometto fondò quella religione.

Esatto. È proprio per questo che, se Riad acconsentirà a normalizzare i rapporti con Israele, lo farà tutto il mondo arabo. Non stiamo parlando dell’Egitto che riconosce Israele da tempo e che, nonostante la sua importanza, non gode dello stesso prestigio agli occhi dei musulmani di tutto il mondo. Con questo attacco l’Iran ha lanciato un potente messaggio anche all’Arabia Saudita.

Quale?

È una sorta di avvertimento: se possiamo attaccare Israele e metterla in ginocchio, figurarsi cosa possiamo fare all’Arabia Saudita.

A questo punto non è che l’Iran, dopo il primo colpo, ne voglia assestate un altro mobilitando Hezbollah a Nord di Israele?

Quel fronte è già aperto. Sebbene di piccola entità, alcuni attacchi sono già partiti dal Libano innescando la reazione di Israele. Più che di azioni di guerra, si tratta per ora di scaramucce. E qui si evidenzia un altro degli obiettivi che si prefigge l’Iran.

Quale obiettivo?

L’Iran vuole anzitutto essere considerato come il più feroce nemico degli Usa, un nemico con cui bisogna raggiungere un accordo. Teheran sta chiedendo all’America di mollare la presa perché, ricordiamo, il Paese subisce ancora le conseguenze delle sanzioni di Washington, che gli impediscono di commerciare liberamente il suo petrolio. Il messaggio secondario che l’Iran lancia agli Usa è che in qualunque momento è in grado di creare il caos in Medio Oriente, e che le conviene dunque negoziare.

L’Iran insomma aveva molti motivi per sferrare questo attacco.

Oltre a quelli che ho già esposto ce n’è un altro, ossia il fronte interno. Non possiamo dimenticare che il regime khomeinista è stato sfidato dagli stessi cittadini dopo il caso di Mahsa Amini, la giovane iraniana uccisa l’anno scorso dalla polizia morale perché mal velata. Proprio in questi giorni è scoppiato il caso identico di una sedicenne finita in coma perché malmenata dalla polizia morale. Il messaggio che il regime trasmette ora alla propria popolazione con l’attacco a Israele è il seguente: se siamo in grado di massacrare i cittadini dello Stato più potente del Medio Oriente, immaginate cosa possiamo fare a voi.

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