La recente decisione del governo dell’India, guidato dal Primo Ministro Narendra Modi, di ritardare i piani di privatizzazione segna un significativo cambio di rotta nella politica economica del paese. Questo spostamento strategico, delineato nel bilancio che sarà presentato il 23 luglio dal Ministro delle Finanze Nirmala Sitharaman, riflette le nuove sfide politiche ed economiche che l’India sta affrontando.
LE DIFFICOLTÀ CON LE PRIVATIZZAZIONI E IL RUOLO DELLE ELEZIONI
La decisione di riorganizzare oltre 200 aziende statali per renderle più redditizie, piuttosto che procedere con una privatizzazione aggressiva, è una risposta diretta alle difficoltà incontrate nel tentativo di vendere una parte significativa del settore statale, un programma annunciato nel 2021 ma che ha subito un rallentamento significativo.
L’incapacità di Modi di mantenere una solida maggioranza parlamentare dopo le elezioni generali di aprile-maggio ha aumentato la resistenza politica alla vendita di asset statali, costringendo il governo a fare affidamento su alleati di coalizione per rimanere al potere. Questo scenario ha portato a una revisione delle strategie economiche, con l’accento ora posto sullo sblocco del valore e l’aumento dei dividendi dalle aziende statali, piuttosto che sulla vendita indiscriminata di asset.
IL PIANO DELL’INDIA
Il piano prevede la monetizzazione di grandi appezzamenti di terreno sottoutilizzati e altri asset appartenenti alle aziende statali, con l’obiettivo di raccogliere 24 miliardi di dollari nell’attuale anno fiscale e reinvestire tali fondi per migliorare le performance delle aziende. Questo approccio si allontana dalla vendita di partecipazioni di minoranza, che secondo CareEdge potrebbe fruttare 137 miliardi di dollari, mantenendo al contempo una partecipazione di controllo del 51% nelle aziende.
La riluttanza a procedere con la privatizzazione è ulteriormente sottolineata dall’esempio recente del piano abbandonato per vendere Bharat Petroleum Corp, che generava profitti quasi pari al prezzo di vendita previsto.
IMPLICAZIONI ECONOMICHE E GEOPOLITICHE
Nonostante le difficoltà incontrate nella vendita di asset statali, il mercato ha risposto positivamente alle prospettive di riforma del settore, con l’indice BSE PSU che ha registrato un aumento del 100% nell’ultimo anno. Tuttavia, gli analisti avvertono che i valori attuali delle azioni di molte aziende statali potrebbero non riflettere i fondamentali delle loro operazioni e richiederebbero un miglioramento straordinario per giustificare le attuali capitalizzazioni di mercato.
La decisione di Modi di ritardare la privatizzazione è vista come un tentativo di mantenere la stabilità politica e di evitare un’ulteriore erosione del sostegno parlamentare, ma potrebbe comportare un costo politico significativo. Le implicazioni geopolitiche di questa scelta sono rilevanti, poiché la capacità dell’India di attrarre investimenti stranieri e mantenere la fiducia degli investitori internazionali dipenderà dalla percezione delle sue politiche economiche.
La gestione delle aziende statali e la capacità di implementare riforme efficaci saranno cruciali per sostenere la crescita economica del paese e migliorare la competitività globale. In definitiva, l’approccio rinnovato del governo indiano alla gestione delle aziende statali riflette una strategia pragmatica in risposta alle sfide politiche interne, con l’obiettivo di garantire una maggiore redditività e stabilità economica nel lungo termine.