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Le sintonie Italia-Usa che fanno sbroccare le opposizioni

Il successo degli incontri di Meloni con Trump e Vance fa apparire un po' lunari alcuni attacchi delle opposizioni. La nota di Sacchi.

Non solo l’indubbio successo della missione di Giorgia Meloni a Washington, suggellato ieri da una dichiarazione congiunta Italia-Usa come un incontro “fantastico”, sulla cui scia ieri è proseguito a Palazzo Chigi, dove Meloni, appena rientrata, ha ricevuto il vicepresidente Usa J. D. Vance, il dialogo transatlantico, ma è soprattutto la particolare attenzione della presidente Ue, Ursula von der Leyen, che consacra di fatto il ruolo di ponte tra Ue e Usa di Meloni, a far apparire un po’ lunari certi attacchi delle opposizioni.

Giuseppe Conte, presidente dei Cinque Stelle, inseguito da esponenti Pd e Iv, sembra capitanare le opposizioni, tuonando più forte di tutti. Per Conte si tratterebbe addirittura di “una Caporetto totale”. Seguono a ruota accuse da Pd, Iv, Avs (Verdi-Sinistra) di “zero risultati” e di “sottomissione” a Trump. Attacchi, dai quali si distingue Carlo Calenda, che suonano pregiudiziali, privi di vere argomentazioni, che uniscono opposizioni che recentemente si sono divise in ben 6 risoluzioni sulla difesa europea e temi centrali di politica estera.

Intanto, il ‘day after’ del bilaterale alla Casa Bianca tra Meloni e Trump si è svolto ieri a Palazzo Chigi. A poche ore dal suo rientro da Washington, la giornata del premier è stata contrassegnata dall’ incontro con Vance e una chiamata di confronto con la presidente della Commissione Ue, von der Leyen. Le questioni affrontate nel faccia a faccia con il presidente Trump, dai dazi all’Ucraina, sarebbero state al centro del colloquio telefonico con la leader europea. Telefonata definita “buona” dalla portavoce di von der Leyen, che ha sempre visto di buon occhio il tentativo di Meloni di avvicinare Europa e Stati Uniti.

Fonti della Commissione Ue avrebbero giudicato “positivo” il colloquio di Washington. Pur ribadendo che la trattativa in tema commerciale resta in capo a Bruxelles. Cosa del resto messa in chiaro dalla stessa Meloni. I contatti e la particolare attenzione dei vertici Ue mettono in crisi una certa narrazione della sinistra volta a descrivere il “sovranismo” di Meloni come una minaccia per l’Europa. Perché è ora quella stessa Europa che plaude al lavoro del premier per avvicinare le due sponde dell’Atlantico.

Meloni, intanto, intensifica la relazione con gli Usa che definisce “privilegiata” in occasione della visita di oltre due ore di Vance a Palazzo Chigi. Proprio mentre dalla Casa Bianca arriva la dichiarazione congiunta di Stati Uniti e Italia dopo l’incontro di giovedì, su cui fioccano commenti e apprezzamenti da entrambe le parti. Meloni parla di “incontro fantastico” con il presidente americano. Aggettivo che torna più volte anche sui social di Trump: “Meloni è stata fantastica ieri, ama il suo Paese e l’impressione che ha lasciato su tutti è stata fantastica”. Post a cui Meloni risponde con i ringraziamenti, e aggiunge: “Continueremo a lavorare insieme per rafforzare il legame tra i nostri popoli e affrontare con determinazione le sfide globali”.

Al di là dei reciproci attestati di fiducia, è la dichiarazione congiunta diramata dalla Casa Bianca che indica la strada di quanto discusso nello Studio Ovale tra i due leader. Sugli sforzi profusi da Meloni per avvicinare le due sponde dell’Atlantico, Ue e Usa, nella dichiarazione si legge che Trump ha accettato l’invito di Meloni “a recarsi in visita ufficiale in Italia” e aggiunge che “si sta valutando la possibilità di organizzare, in tale occasione, un incontro tra Stati Uniti ed Europa”.

Toni, cauti, dunque, su un vertice Usa-Ue in Italia a cui il premier starebbe lavorando. Ma è anche la conferma che Trump non dice di no a Meloni e sta prendendo in considerazione la proposta di un vertice con la Ue in Italia. Il tema di un negoziato commerciale tra Stati Uniti e Unione europea torna anche nel bilaterale con Vance. E dalla dichiarazione congiunta arriva uno spiraglio verso un commercio Usa-Ue definito “reciprocamente vantaggioso, equo e reciproco”. Dalla stessa dichiarazione, però, emerge anche l’impegno per “un ambiente non discriminatorio in termini di tassazione dei servizi digitali”, che sembra alludere a un asse Italia-Usa contro una tassazione alle big-tech, considerata nel bazooka di contromisure ipotizzato dall’Ue.

Al centro del bilaterale tra Meloni e Vance anche l’Ucraina. Il vicepresidente americano comunica “ottimismo sul fatto che questa guerra possa essere fatta finire”. Nella dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca, si rimarca il sostegno alla “leadership del presidente Trump nel negoziare un cessate il fuoco e arrivare a una pace giusta e duratura”.

Il vicepremier Matteo Salvini, presente al pranzo con Vance e Meloni insieme ad Antonio Tajani, ribadisce: “Il 2025 dovrà essere l’anno della pace, con l’auspicio che il lavoro dell’amministrazione Trump possa fermare i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente”. Salvini posta su Instagram una foto con Vance in cui afferma: “Un onore e un piacere poter incontrare a Roma l’amico vicepresidente degli Stati Uniti”. Nella nota diramata da Palazzo Chigi al termine dell’incontro, si insiste sugli “sforzi per una pace giusta e duratura”. Linea ribadita anche nello Studio Ovale da Meloni, che non ha avuto tentennamenti nel definire Putin un aggressore.

Nel colloquio con Vance si torna anche sul tema della sicurezza, già trattato a Washington. E su quello della tecnologia. Nella dichiarazione congiunta si parla di “catena di approvvigionamento transatlantica profonda ed estesa” e di un impegno a collaborare “su tecnologie sensibili”.

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