Caro direttore,
rompo la tua quiete natalizia per tirarti ancora una volta le orecchie (chissà se sarà l’ultima prima della fine dell’anno…) dato che con mio grande disappunto ho notato che voi su Start Magazine non avete mai trattato la notizia politica del momento, del mese, direi forse dell’anno, bucandola in modo clamoroso.
Capisco che sarete tutti presi dai bagordi, ma tra un panettone e una specialità pugliese ogni tanto potreste almeno buttare un occhio alle agenzie o almeno al Tg1. Titolava infatti qualche giorno fa l’Ansa: “In sondaggio manovra piace a 59% italiani, Meloni soddisfatta”.
E, ancora: “Giorgia Meloni chiude la partita sulla manovra commentando un sondaggio per Affaritaliani.it dal quale emerge che il 58,9% degli italiani approva la legge di bilancio. Un dato che accoglie con soddisfazione e che commenta laconicamente: “Ci incoraggia e ci responsabilizza ancora di più”, dice dopo le pesanti tensioni che hanno scosso la sua maggioranza nell’ultimo miglio prima del sì del Senato”.
Capisci, direttore? Come riporta l’Ansa, la maggioranza non è mai stata tanto dilaniata e divisa, con Salvini che vorrebbe tassare le banche e pensionare la Fornero, Forza Italia che fa quadrato attorno all’Abi e compagnia bella, mentre quelli di Fratelli d’Italia, in un evidente momento in cui la lucidità doveva esser stata vinta dal numero di bottiglie di bollicine (rigorosamente italiche) stappate per i festeggiamenti anticipati del 2026, hanno deciso di aumentare la confusione proponendo una riforma condominiale capace di fare infuriare davvero tutti, dato che permetterebbe ai creditori dei condomini morosi di rivalersi su quelli che invece saldano regolarmente. La follia.
Ecco, in un simile clima politico giunge insperata per la presidente del Consiglio una stella cometa capace col suo fulgido bagliore di attrarre l’attenzione di tutti (ma proprio di tutti, persino dal tg della rete Rai ammiraglia diretto dal tuo ex collega del Giornale, Gian Marco Chiocci): un sondaggio che rivela che 6 italiani su 10 promuovono la manovra.
Il popolo ha parlato, che tacciano dunque le singole forze politiche. “Il Tg1 di oggi (domenica 21 dicembre) alle ore 13.30 cita il sondaggio di Affaritaliani – secondo il quale un italiano su dieci approva la Legge di Bilancio 2026 – e scoppia il caso politico. Il presidente del Consiglio commenta ad Affaritaliani (“Un dato che ci incoraggia e ci responsabilizza ancora di più”) e il Partito Democratico insorge. Poi la risposta di Forza Italia con Maurizio Gasparri”.
Scrivono festanti su Affaritaliani – un sito un tempo ultra pentastellato e non solo per le comuni origini cegliesi del fondatore e dell’allora portavoce di Conte – forse i primi a essere sorpresi di essere arrivati fino alla Rai. Chissà. Segue un girotondo infinito di polemiche: “Il taglio di 10 milioni di euro alla Rai inseriti in Manovra dal governo e il rilancio, da parte del Tg1, di un sondaggio commissionato da Affaritaliani.it che accredita il gradimento della manovra sono due facce della stessa strategia: indebolire il servizio pubblico e piegarlo alla propaganda”, dicono infatti i parlamentari del Partito Democratico che siedono nella Commissione di Vigilanza Rai.
So che non ami il bla-bla politico, te l’ho riportato solo per darti contezza del trambusto suscitato dalla testata online diretta da Marco Scotti.
Mi limiterò ad aggiungere il post di X dell’ex forzista Elio Vito che sottolinea un aspetto interessante taciuto dai più: il periodo di rilevazione secondo le slide del sondaggio sulla metodologia del sondaggio sarebbe antecedente alla finalizzazione della versione definitiva della Legge di Bilancio in Commissione.
Che poi il periodo di rilevazione è 12-18 dicembre, prima che la manovra fosse approvata in Commissione 🤷🏼♂️👇 pic.twitter.com/DWUwDF2RR5
— Elio Vito 🇮🇹🇪🇺🇺🇸🏳️🌈🌍 (@elio_vito) December 21, 2025
Se si guardano le diapositive pubblicate su Affaritaliani.it effettivamente la data è quella. Possibile che qualcuno abbia davvero deciso di interpellare gli italiani quando ancora non si sapeva che cosa avrebbe contenuto il testo finale, causa di infiniti malumori all’interno della stessa maggioranza, negli stessi giorni in cui Giorgetti annunciava a sorpresa lo stanziamento di nuove risorse rispetto alle bozze circolate sui quotidiani?
Lo ha fatto la (mi perdonerà) poco nota fino all’altro ieri LAB21,”società di consulenza strategica integrata, libera e indipendente, che offre real time solutions a singoli opinion leader, aziende private, istituzioni ed enti pubblici”, leggo sul sito ufficiale, “coordinata dal 2013 dal Prof. Roberto Baldassari”.
Direttore, intendiamoci, io sono un profano della materia, non un cultore, ma se vado sulla pagina Facebook di LAB21 mi sorprende notare che abbia “4 mi piace” e “5 follower”. Immagino saranno quelli di Palazzo Chigi, a ‘sto punto… Oppure di Affaritaliani.it dato che collaborano spesso assieme.
Scommetto che tu replicherai che Facebook è ormai un social in disuso e per certi argomenti vale solo X o Twitter che dir si voglia, casa di spin doctor, politici, giornalisti, politologi e via discorrendo: ecco, allora sappi che lì i follower sono ben 4. Persino uno in meno rispetto alla piattaforma di Menlo Park.
Ricapitolando, oltre all’obiezione di Elio Vito pare proprio che una stampella così importante per l’esecutivo sia arrivata da una testata online che non rientra tra i soliti giornaloni maggiormente accreditati del nostro Paese (il triumvirato Corriere, Repubblica e Stampa) attraverso un sondaggio realizzato da un istituto demoscopico che non fa parte della cerchia dei più noti.
Sia chiaro: sono il primo a dar fiducia alle testate online (d’altronde scrivo per Startmag) e ben vengano pure studi e analisi di società più piccole e meno note, sicuramente arrembanti e con tanta professionalità interna, però è curioso che simili outsider riescano a imporsi a tal punto sulla scena, finendo persino per essere branditi dal governo in un periodo in cui è senz’altro in affanno a causa del fuoco amico.
Pubblicità simili, direttore, non devono avere prezzo!
Un incuriosito,
Francis Walsingham








