skip to Main Content

Quirinale

Il Quirinale e “Due poltrone per uno”

Tullio Fazzolari rilegge un romanzo thriller pubblicato quindici anni fa: “Due poltrone per uno" di Pietro Bernasconi che racconta di una scalata al Quirinale...

 

“Una poltrona per due” è ormai uno dei film strenna che la televisione ripropone ogni natale. E si sa già a memoria come si risolverà la sfida fra Eddy Murphy e Dan Aykroyd. Lecito supporre dunque che, almeno durante le festività di quest’anno, l’interesse si concentrerà su come andrà a finire la corsa per una poltrona ben più importante e cioè quella della presidenza della Repubblica. Mancano solo tre settimane alle votazioni per eleggere il capo dello Stato, le candidature spuntano come funghi anche se solo alcune sembrano consistenti, nessuna forza politica ha fatto una scelta chiara e definitiva e  i giochi sono tutti aperti. E fino all’ultimo si starà con il fiato sospeso.

Nell’attesa, per non trascurare l’argomento ma neppure farsi travolgere dalla tensione, tanto vale leggere un romanzo thriller pubblicato quindici anni fa. “Due poltrone per uno” di Pietro Bernasconi (Mursia, 163 pagine, 16,5 euro) racconta di una scalata al Quirinale che all’epoca era qualcosa di più di una semplice probabilità. Dalla copertina, in cui ci sono due eleganti sedie in stile Luigi XV ma su una è adagiato un telecomando segno inequivocabile del dominio sulle tv, già s’intuisce che il protagonista dell’ascesa verso il Colle è Silvio Berlusconi. Che, quando è uscito il romanzo di Bernasconi, era presidente del Consiglio e oggi figura di nuovo fra i candidati alla suprema carica dello Stato. Sappiamo come andò ma trattandosi di un thriller non si può svelare qual è il finale del libro però è possibile sottolineare alcune analogie con l’attualità. Oggi, così come nel racconto di Bernasconi, la candidatura del leader di Forza Italia deve misurarsi con alleati in cui non si può riporre fiducia illimitata, con i veti irrevocabili sul suo nome da parte di avversari e così via. Che Berlusconi possa avere maggiore fortuna quindici anni dopo è domanda a cui al momento possono rispondere solo un veggente o Matteo Renzi.

In realtà, l’aspetto che rende attuale il thriller non è la rinnovata candidatura di Berlusconi ma il concetto delle “Due poltrone per uno” che non è un semplice calambour del titolo del film. Quello di Bernasconi non è un romanzo storico che racconta con un espediente  letterario vicende già avvenute ma una descrizione di quanto potrebbe accadere. Nella storia della Repubblica non era mai successo che un presidente del Consiglio diventasse capo dello Stato. E non si è verificato neanche per Berlusconi. Però potrebbe avvenire adesso con Mario Draghi. Non c’è una sua candidatura ufficiale e tanto meno si vedono sue manovre per scalare il colle che non appartengono allo stile del personaggio. Però è emersa in maniera abbastanza chiara una sua disponibilità ed è già un segnale forte.

Ma si dovrà aspettare tre settimane per sapere se “Due poltrone per uno” saranno realtà. Poi chissà magari se Pietro Bernasconi scrivesse oggi il suo romanzo thriller cambierebbe il titolo in tre poltrone per uno visto che qualche patriota o sedicente tale invoca per Draghi un incarico in Europa perché così difenderebbe meglio gli interessi  dell’Italia.

 

Back To Top