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Giorgetti

Il fronte Italia, Grecia, Cipro e Malta convincerà Francia e Germania sui migranti?

Le ultime novità sul caso migranti e sulle polemiche tra Francia e Italia, mentre un sondaggio mostra che Draghi… I Graffi di Damato

 

In un sondaggio della Demos ancora fresco di stampa l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi, 75 anni compiuti il 3 settembre scorso, quando era ancora a Palazzo Chigi, quasi irriconoscibile ora nella sua semplicità di passante ripreso davanti al recinto di un cantiere, è salito di otto punti in un mese nella graduatoria del gradimento popolare: in particolare, dal 63 al 71 per cento. Lo segue, distanziata di 12 punti, due in più rispetto a ottobre, la donna -prima assoluta alla guida di un governo italiano- che ne raccolse la successione, e la campanella d’argento del Consiglio dei Ministri, in una cerimonia improntata alla massima cordialità, e continuità politica. Eppure al governo Draghi la leader della destra italiana, diversamente dagli alleati Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, si era opposta per tutta la sua durata, nella scorsa legislatura, fatta eccezione per la politica estera, specie dopo l’aggressione russa all’Ucraina.

Giuseppe Conte, che alla testa del MoVimento 5 Stelle non ha mai perdonato a Draghi di averlo sostituito a Palazzo Chigi il 13 febbraio 2021, è distanziato di ben 27 punti dal suo successore. La distanza era di 20 il mese scorso.

Lasciamo perdere, per brevità e umanità, i dettagli -con le variazioni fra novembre e ottobre- del resto della graduatoria, limitandoci a registrare i più recenti 35 punti di Salvini, 31 di Berlusconi, 30 di Carlo Calenda, 26 di Enrico Letta , 23 di Matteo Renzi e 13 di Beppe Grillo.

Vedremo fra un mese, nel caso prevedibile in cui la Demos tornasse a sondare il gradimento degli italiani, se e quanto sarà costato a Draghi il colpo dato, sul fronte dei migranti, dal suo amico Emmanuel Macron ai rapporti con l’Italia, accusata di “disumanità” e altre nefandezze per avere in qualche modo costretto Parigi, magari con troppa furbizia, a fare attraccare per la prima volta in un porto francese una nave del volontariato, battente bandiera norvegese, con 234 migranti soccorsi al largo delle coste africane. Ne è nata, come si sa, una brutta crisi comunitaria in cui finora l’Italia è riuscita a trovare la solidarietà solo della Grecia, di Cipro e di Malta. E’ un fronte che, per la comune protesta contro i metodi dei soccorsi delle navi del volontariato, si è procurato da Avvenire, il giornale dei vescovi italiani, la qualifica di “disumanitario”. Eppure il Papa in persona ha di recente esortato pubblicamente l’Europa a non lasciare sole l’Italia, appunto, la Grecia, Cipro, Malta e la Spagna a provvedere agli sbarchi dei migranti e a quel che ne consegue. La Spagna, non aderendo al “fronte disumanitario” denunciato da Avvenire, ha evidentemente ritenuto di essere stata a torto chiamata in causa dal Pontefice. Affari, o misteri, di Madrid.

Vedremo inoltre fra un mese se e quali variazioni di gradimento di Draghi risulteranno dopo la ritirata dei russi anche da Kherson, dove si festeggia il ritorno all’Ucraina grati pure all’Italia per gli aiuti politici e militari forniti al governo di Kiev nella resistenza e poi controffensiva contro le truppe di Putin. Di questi aiuti italiani Draghi può ben intestarsi il merito per come gestì sin dal primo momento a Palazzo Chigi il problema apertosi con l’aggressione russa, nello scorso mese di febbraio. Non se ne può certo vantare Conte, anche se ha disinvoltamente tentato di farlo. E neppure, a dire la verità, all’interno del centrodestra Berlusconi, con le sue ripetute esternazioni personali, o Salvini, o entrambi.

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