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Centrodestra

La pacificazione (in stile Violante) secondo La Russa

Cosa ha detto Ignazio La Russa su pacificazione nazionale, invio di armi all'Ucraina e taglio dei parlamentari. La nota di Paola Sacchi.

Rivendica, come aveva già fatto, la necessità che anche per la seconda carica dello Stato resti “un piccolo spazio per esprimere le proprie opinioni ed io sarò lievemente parziale con le opposizioni”, “sennò sarei qui come un semaforo a dirigere il traffico”, scherza. Ma il messaggio principale di Ignazio La Russa, presidente del Senato, nei suoi primi auguri di Natale alla Stampa parlamentare, è tutto istituzionale e molto unitario sul piano politico: “Serve ancora pacificazione nazionale”.

Un atto concreto immediato per La Russa sta nell’invito a maggioranza e opposizione a seguire per l’approvazione della Legge di Bilancio “la stella cometa dell’interesse nazionale”. Esorta: “Ci sono momenti in cui è necessario seguirla. Andare all’esercizio provvisorio sarebbe un danno d’immagine per l’Italia”.

Quanto alla pacificazione nazionale ancora da perseguire perché, ricorda, che “siamo in qualche modo in un interminabile dopoguerra”, il primo esponente della destra a ricoprire il ruolo di seconda carica dello Stato (l’altro fu Gianfranco Fini che fu terza carica, come presidente della Camera), rispondendo a una domanda sul 25 aprile e il titolo di “un giornale piemontese (lieve ironia su La Stampa, ndr) che non rispecchiò il mio pensiero contenuto nel testo”, dopo aver ricordato la “pietra miliare” della svolta di Fiuggi fatta con Fini, rivendica il suo omaggio ai Partigiani per il 25 aprile.

Ricorda: “Da ministro della Difesa andai al Cimitero di Milano, dove c’è una statua marmorea dedicata ai Partigiani, e ho portato un enorme mazzo di fiori, il mio riconoscimento di chi ha dato la vita per riconquistare la libertà”. Sottolinea: “Io mi rifaccio esattamente al pensiero di Luciano Violante quando era presidente della Camera che espresse l’auspicio per la pacificazione”. Per La Russa “la speranza ora è che i tempi siano maturi perché cammini più velocemente”. Però stigmatizza anche episodi alle celebrazioni del 25 aprile, come quelli contro “la Brigata Ebraica che era mal tollerata, ve lo immaginate cosa accadrebbe se ci andassi io?”. E sottolinea che è giusto omaggiare i Partigiani tutti, “anche quelli bianchi”.

La Russa manda poi un messaggio di auspicio di unità in parlamento per il superamento del reddito di cittadinanza che da misura “assistenziale” passi a misura “di sostegno” con un confronto equilibrato tra tutte le posizioni in campo. Nessuno sarà abbandonato”. Netto sul sostegno all’Ucraina: serve la pace ma “la pace non si fa lasciando le ingiustizie. È doveroso aiutare Kiev sennò non ci sarà una pace giusta”. E sull’invio delle armi “il parlamento è sovrano”.

Quanto alla riduzione del numero dei parlamentari, ammette: “Abbiamo fatto un mezzo buco nell’acqua. Sicuramente c’è un risparmio, ma erano necessari risparmi maggiori”. Sul Qatargate sostiene che l’antidoto più che le leggi e i regolamenti è “la passione politica, l’alta politica”. Scherza quando gli chiedono se gli pesa il suo alto incarico: “Come un macigno. Immagino per la Prima Carica”.

Poi, un riferimento all’ex Msi, in via informale con i cronisti durante il brindisi: “Voi non ci crederete, ma era il partito più democratico: noi votavamo tutto, era il consiglio nazionale che decideva anche il posto in lista”.

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