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I vecchi sono viziosi?

La nostra epoca comincia ad apparire come un periodo di “inversione morale”, un po’ alla maniera dell’arrivo della nuova moralità “vittoriana” nell’Inghilterra dell’altro secolo. Nello scombussolamento generale, emerge in larghe parti dell’Occidente una generazione di anziani un po’ sorpresi d’essere ancora in vita e decisi di darsi, mentre possono, ai vizi di una liberazione per loro arrivata in ritardo. La Nota diplomatica di James Hansen

La stampa britannica dà spazio alla storia di una signora 92enne che ha organizzato— d’accordo con la polizia—il proprio arresto e temporanea incarcerazione perché, avendo sempre vissuto come persona perbene, voleva provare un po’ di vita “malandrina” mentre era ancora in tempo.

L’attesa di vita si è enormemente allungata in Occidente dal dopoguerra e sempre di più troviamo tra noi una popolazione di anziani che, ancora vitale, non sa bene come passare la giornata. Non ha più impegni lavorativi, è più o meno senza responsabilità quotidiane. In un numero crescente di casi, trova che l’inattesa sopravvivenza offre una meravigliosa opportunità di provare i vizi che o non erano ammessi o semplicemente non erano comunemente praticati durante la loro gioventù. Un esempio evidente è la maniera in cui la popolazione “senior” ha abbracciato la progressiva legalizzazione della marijuana in molti paesi occidentali.

Negli Usa, il consumo delle droghe leggere tra la popolazione di oltre 65enni è incrementato di dieci volte tra il 2007 e il 2017 e continua ad essere in fortissimo aumento. La sostanza è utile per i dolori e gli acciacchi—e la depressione—della vecchiaia, ma per molti è anche un vizio piacevole. Non è l’unica droga di cui gli anziani americani abusano. Non sentendo di avere nulla da perdere, sono anche attratti dagli oppioidi sintetici come oxycodone e fentanyl. Analoghi dell’eroina, sono più pericolosi ancora per il rischio di overdose.

Ci sono zone degli Stati Uniti—particolarmente quelle rurali—dove i ricoveri per overdose di queste sostanze tra anziani sono più che raddoppiati nel decennio 2005-2015. Gli inglesi invece si preoccupano per il consumo d’alcool tra i loro vecchi, allegramente convinti di essersi guadagnati il diritto di bere una pinta o due—o tre—se vogliono e poco mossi dagli appelli salutisti. Anche qui si domandano: “Cos’è che abbiamo, esattamente, da perdere?”. Ospizi e comunità per anziani mettono su “pub” interni per venire incontro alla domanda e la “cocktail night” e diventata una pratica comune tra gli intrattenimenti programmati in molte case di riposo. Il tema del bere è soprattutto una preoccupazione per le “burocrazie della salute” inglesi alla ricerca di finanziamenti.

Lo scandalo che allarma e imbarazza le più giovani generazioni britanniche è invece il notevole aumento delle malattie veneree tra gli anziani—che spesso, non sentendo il rischio delle “gravidanze indesiderate”, non si danno la pena di praticare il “safe sex”. In Inghilterra, l’incidenza di blenorragia tra gli over 65 cresce a un ritmo quasi doppio rispetto alla popolazione generale. Secondo Public Health England, solo nel 2018 i casi tra anziani sono saliti del 42% mentre l’incremento medio nazionale è stato del 26%. Le cause sarebbero il mancato utilizzo di profilattici, l’incremento dei divorzi e le vedovanze, e l’uso delle app per “gli incontri”, come Tinder.

Da tutto questo emerge il curioso contrasto tra una vecchia generazione che ha dovuto attendere la tarda età per approfittare della “liberazione” sessuale—e di altri costumi—e le nuove generazioni in certe cose più “puritane” di quelle che le hanno precedute.

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