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I tumori di Purgatori, le coccole di Piantedosi a Bisignani, le frottole degli editori

Purgatori, Piantedosi, Bisignani, Crosetto, Macron e non solo. Pillole di rassegna stampa a cura di Michele Arnese

 

I TUMORI DI PURGATORI

 

I BALLETTI DI MACRON

 

COSA COMBINA ELECTROLUX

 

LE BIG AMERICANE PRO CINA

 

VISIONI E PREVISIONI DI CROSETTO

 

SIESTA ANTI ALZHEIMER

 

PIANTEDOSI PAPPA E CICCIA CON BISIGNANI?

 

LE NOTIZIE E LE PUBBLICITA’ RIDICOLE DEGLI EDITORI

 

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SI POTEVA SALVARE PURGATORI? IL TUMORE E LE POLEMICHE IN UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO DOMANI (qui la versione integrale):

Tutto ha inizio il 24 aprile scorso, quando Purgatori si ricovera nella clinica privata Villa Margherita. Nulla di grave, solo un vago senso di spossatezza che gli suggerisce di eseguire qualche controllo: il giornalista è molto attento alla salute e si sottopone ad approfonditi check-up periodici da cui è sempre risultato in perfetta salute.

Questa volta però dagli esami emergono parametri fuori posto, riscontrati da una tac e una biopsia, e viene inviato per approfondimenti in una famosa clinica sull’Aurelia, la Casa di Cura Pio XI. Qui, secondo la denuncia, ai primi di maggio il professor Gianfranco Gualdi, responsabile della radiologia e riconosciuto esperto della materia, formula una pesante diagnosi di tumore al polmone con metastasi diffuse agli organi vicini e al cervello.

Per il radiologo la situazione è molto grave ed è necessario dunque iniziare immediatamente la radioterapia. Purgatori viene così dirottato in una terza clinica dove sulla base della diagnosi decidono di iniziare immediatamente cicli di radioterapia ad altissimo dosaggio.

Fino a quel momento, […] Purgatori è in ottima salute e prosegue normalmente la vita e l’attività professionale, tanto che i medici si stupiscono delle sue condizioni in rapporto al quadro clinico emerso dagli esami. Che corrisponde a quello di un malato terminale con un’aspettativa di vita non superiore ai sei mesi.

Purgatori cerca le migliori cure. Si rivolge a un centro altamente specializzato in radioterapia, […] dove confermano diagnosi e radioterapia proseguendo con gli alti dosaggi. Il giornalista sta ancora bene e il 17 maggio registra una puntata di “Atlantide”, il suo programma su La7. Ma dopo pochi giorni la situazione comincia a peggiorare. Purgatori è sempre più affaticato e confuso, provato dagli effetti collaterali dei potenti farmaci che è costretto ad assumere.

Tuttavia nella clinica dove gli avevano diagnosticato il tumore il primario e la sua équipe confermano il buon esisto della terapia: le metastasi si sarebbero ridotte notevolmente. Le condizioni del giornalista, dice l’esposto, però precipitano. Fatica a svolgere le attività quotidiane, inizia a non bere e non mangiare. Esami e visite non riescono a risolvere il veloce aggravamento finché a giugno viene ricoverato nuovamente a Villa Margherita.

L’esito della nuova tac […]  sconvolge tutte le certezze dolorosamente acquisite fino a quel momento: i medici riscontrano solo alcune ischemie cerebrali, ma non trovano traccia di alcuna metastasi al cervello. Per il medico questa diagnosi, clamorosamente diversa da quella che ha portato alla scelta della terapia, spiega pienamente il quadro clinico Purgatori.

Due giorni dopo anche una risonanza magnetica al cervello esaminata dal neuroradiologo Alessandro Bozzao, professore ordinario della Sapienza, esclude la presenza di metastasi. Il professore è così sorpreso da ripetere una seconda volta l’esame, incrociandolo con quello eseguito alla Pio XI, prima di emettere il suo verdetto: non solo le metastasi non ci sono, ma non ci sarebbero mai state.

Domani ha parlato con la clinica Pio XI che però ha rimandato a Gualdi, ma la sua segretaria ha detto che non poteva parlare perché impegnato al lavoro. Dopo la tac, Andrea sta sempre peggio. Tra i luminari c’è chi conferma la diagnosi iniziale e insiste con le cure già avviate e chi la confuta radicalmente. I famigliari apprenderebbero pure di «una tremenda lite tra Gualdi e Bozzao», che però resta sulla sua posizione: tutti i radiogrammi effettuati fin dall’inizio confermano la sola diagnosi di ischemia cerebrale, una patologia forse curabile.

Nel frattempo Purgatori è rientrato a casa, ma sta malissimo. La mattina dell’8 luglio il suo assistente personale chiama l’ambulanza che lo porta a sirene spiegate all’Umberto I. Le sue condizioni sono gravissime e i famigliari vengono accompagnati in una saletta dove i medici si preparano al delicato colloquio.

A sorpresa però non annunciano la sua morte ma fanno intervenire nella sala un radiologo, che in quei momenti concitati si preoccupa di confermare alla famiglia la presenza delle famose metastasi al cervello […]

Il medico in questione, oltre a lavorare all’Umberto I, come sottolinea la famiglia nell’esposto, collaborava con Gualdi nella clinica Pio XI ed «era uno dei firmatari del referto del giorno 8 maggio da cui era partita la diagnosi». Il 19 luglio Purgatori muore all’Umberto I.

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IL TUMORE DI PURGATORI: ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO LA STAMPA (qui la versione integrale)

Andrea Purgatori si poteva salvare? È stato curato nel modo giusto? Se lo domanda la famiglia del giornalista e conduttore tv scomparso l’altro ieri, a 70 anni, in seguito a una forma tumorale molto grave. Ma non basta. Se lo domanda anche la procura che ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo. Il procedimento è stato aperto dopo una denuncia dei tre figli e della compagna di Purgatori su presunte cure sbagliate.

Al dolore e alla disperazione per la sua improvvisa scomparsa si aggiunge, dunque, ora il tormento di una diagnosi errata. Il dubbio atroce dei familiari, su cui si basano le loro accuse evidenziate in un esposto ai carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazioni), è che i medici abbiano sbagliato le cure per Purgatori, aggredito da un cancro negli ultimi due mesi. Per essere più precisi c’è il sospetto che sia stato curato per un tumore al cervello invece che ai polmoni. «Gli facevano la radioterapia al cervello invece che ai polmoni», accusano i familiari assisti dagli avvocati Gentiloni.

La denuncia presentata dalla famiglia del giornalista è contro ignoti, ma in essa sono indicate le tre cliniche romane dov’è stato ricoverato. Sono stati inoltre segnalati anche i nomi dei vari medici che lo hanno seguito in queste strutture sanitarie private. Al pool di magistrati guidati dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco il compito di verificare le ipotesi ventilate da chi voleva bene alla vittima.

«Accertare la correttezza della diagnosi» è infatti quanto sollecita la famiglia del giornalista. Nel dettaglio i familiari, in una nota, chiedono verifiche sulla diagnosi «refertata in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessari».

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LE INDAGINI DELLA MAGISTRATURA SULLA MORTE DI PURGATORI; lancio dell’agenzia Agi (qui il lancio integrale)

Sono due le persone iscritte nel registro degli indagati – apprende l’AGI – nel procedimento aperto dalla procura di Roma sulla morte del giornalista Andrea Purgatori, dopo una denuncia presentata dai familiari. Nei confronti dei due, che operano in una struttura di diagnostica della Capitale, l’accusa è di omicidio colposo. Saranno sequestrate nella giornata di oggi le cartelle cliniche del giornalista, deceduto il 19 luglio scorso in un ospedale romano dopo una “breve e fulminante malattia”.

L’atto sarà eseguito dai carabinieri, coordinati dai magistrati romani, presso le cliniche dove il giornalista era in cura per un tumore ai polmoni e alcuni problemi celebrali. Ed è proprio su quest’ultima patologia medica che si concentrano le indagini della procura. Sarà infatti fondamentale chiarire se Purgatori avesse o meno delle metastasi al cervello come sembrerebbe essere emerso dalle radiografie nella prima clinica che ha seguito il giornalista. Nel corso dei successivi accertamenti medici avvenuti in un’altra struttura della Capitale, non sarebbero però emerse metastasi.

A parere dei medici, infatti, le lesioni sarebbero state invece segni di un’ischemia. Per questo, nelle scorse ore, i familiari hanno parlato di errore nella diagnosi e di cure sbagliate. Il primo passo per fare luce sulla vicenda sarà l’autopsia che, molto probabilmente, sarà effettuata nella giornata di lunedì. Se l’esame confermerà la presenza di metastasi l’indagine potrebbe andare verso un’archiviazione, ma in caso contrario si aprirà una battaglia vera e propria tra medici legali, consulenti e periti di settore. Gli accertamenti non saranno rapidi e ci vorrà del tempo.

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