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Giorgetti

I travagli del Fatto di Travaglio

I sommovimenti a 5 stelle del Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio

 

In coincidenza forse riparatrice con la pubblicazione di un libro di Alessandro Di Battista dal significativo titolo Contro!, inteso anche nei riguardi dell’ex presidente del Consiglio arresosi alla formazione del governo di Mario Draghi, ”nauseante” per il suo passato e, a dir poco, preoccupante per il presente e per il futuro, Il Fatto Quotidiano ha improvvisato un forum con Giuseppe Conte per metterlo a suo agio. E per difendersi, pur senza mai nominarlo direttamente, al pari dei suoi intervistatori, dal contestatore operante nella nebulosa, ormai, delle 5 Stelle.

Il senso della lunga intervista è stato così tradotto dal giornale nel titolo di apertura: “Forum con Conte- “Draghi governa, non si parli ora di Colle”- “Programma 5S pronto. Alleati al Pd, mai succubi”. Nel sommario si aggiunge il termine di poco più di quindici giorni che l’ex presidente del Consiglio si è dato per diffondere il nuovo programma del movimento affidatogli da Beppe Grillo e si forniscono, fra virgolette, altri particolari delle idee e degli umori dell’intervistato: “Sostengo il governo, però niente uomini della provvidenza, né cedimenti sulla giustizia”. Renzi? “Sullo 007 risponda. Magari lo reincontro in qualche autogrill…”, come accadde sotto Natale al dirigente dei servizi segreti Marco Mancini ripreso da un presunto telefonino galeotto di una signora disgraziatamente -per lo stesso Mancini e per Renzi- fedele della trasmissione televisiva di Rai 3 Report condotta da Sigfrido Ranucci. Col quale Renzi, per difendersi dal sospetto di avere complottato con Mancini contro Conte ancora a Palazzo Chigi, ha ingaggiato una partita anche giudiziaria dagli sviluppi imprevedibili.

Alle informazioni contenute nei titoli del Fatto sull’intervista dell’ex presidente del Consiglio aggiungo di mio il passato politico di elettore democristiano, quanto meno, confessato da Conte descrivendosi di “formazione cattolica democratica”, proveniente dal “centro moderato che guarda a sinistra”, secondo una celebre espressione di Alcide De Gasperi, e una certa discrepanza fra quello ch’egli ha effettivamente detto e quello che gli attribuisce sommariamente il giornale di Travaglio sulla crisi della giustizia e sulla riforma di cui ha bisogno.

Premesso di considerare “malconcia” l’immagine della magistratura che “esce dallo scandalo del Csm”, la cui ultima edizione riguarda peraltro verbali secretati che riguardano anche lui per passate prestazioni forensi, Conte ha detto: “Nessun magistrato si deve permettere di avere atteggiamenti subalterni nei confronti della politica, perché fa un danno a tutta la categoria. E nessuna forza politica in Parlamento deve approfittarne per mettere sotto schiaffo la magistratura. Prima di parlare di commissioni d’’inchiesta, riformiamo il Csm: la polvere di deve sedimentare”. Mi sembra una posizione d’attesa, che però Il Fatto ha tradotto in una di supporto all’attacco proprio oggi sferrato, pur per altri versi, alla nuova ministra della Giustizia Marta Cartabia per la forza e la fretta che ha di riformare processi, prescrizione e altro.

Travaglio in persona ha definito “ricatto” la posizione della guardasigilli, che dovrebbe limitarsi a soddisfare le attese riformatrici dell’Unione Europea attenendosi come una “Cartabia copiativa” ai testi lasciati al Ministero dal predecessore Alfonso Bonafede, compresa evidentemente la figura dell’imputato a vita per quella prescrizione che cessa col primo grado di giudizio.

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