skip to Main Content

Big Tech

I dipendenti delle Big Tech rischiano grosso sui social?

Il giro di vite deciso sui social da parte delle Big Tech per non dare spazio a possibili facinorosi potrebbe trasformare i dipendenti delle aziende tecnologiche in obiettivi. L'approfondimento di Axios

 

Massima allerta tra le imprese tecnologiche per la tutela della sicurezza propria e dei dipendenti. La rivolta americana concretizzatasi nell’invasione del Campidoglio da parte di estremisti delusi dal risultato delle elezioni e dalla sconfitta di Donald Trump, ha portato le Big Tech ad allertare i lavoratori e ad adottare policy per vietare o limitare possibili episodi di violenza.

Il giro di vite deciso sui social per non dare spazio a possibili facinorosi, ha evidenziato Axios, potrebbe trasformare infatti i dipendenti delle aziende tecnologiche in obiettivi da parte di chi pensa che Big Tech e i media stiano cospirando per mettere a tacere Trump e i conservatori in modo ampio.

I DIPENDENTI DI FACEBOOK NON DEVONO INDOSSARE ABBIGLIAMENTO O ACCESSORI CON IL MARCHIO DEL SOCIAL

Solo per fare un esempio, Facebook ha chiesto ai suoi dipendenti di non indossare abbigliamento con il marchio dell’azienda o portare accessori con il marchio dell’azienda, secondo quanto riportato da The Information.

Facebook ha scritto in un post interno di non aver identificato alcuna minaccia credibile contro i dipendenti o gli spazi di lavoro, ma che i lavoratori dovrebbero comunque rimanere vigili, ha detto ad Axios un interno dell’azienda.

Un altro dipendente di un’importante azienda tecnologica ha riferito sempre ad Axios che gli è stato detto di rimuovere il proprio nome da una citazione su una particolare decisione di deplatforming per la propria sicurezza e ha ricevuto messaggi minacciosi su LinkedIn riguardo alla modifica.

ACCOUNT PRIVATI PER I DIPENDENTI DI TWITTER

Non solo. Alcuni dipendenti di Twitter hanno reso privati i propri account e nascosto il nome del datore di lavoro dai profili per evitare l’attenzione dei sostenitori di Trump, mentre diversi dirigenti di Twitter hanno deciso di ricorrere a body guard per tutelare la sicurezza personale, secondo quanto riferito dal New York Times.

LA COMUNITA’ PRO-TRUMP VAGHEGGIA DI RESE DEI CONTI IN ARRIVO PER LE BIG TECH

Axios riferisce che le aziende tecnologiche sono riluttanti nel condividere dettagli sulle misure di sicurezza che hanno messo in atto. E che nel frattempo nelle community online pro-Trump, sono comparse vaghe minacce su una resa dei conti in arrivo per le aziende Big Tech: solo per fare un esempio la scorsa settimana, i piani dei sostenitori di Trump di organizzare una protesta negli uffici di Twitter a San Francisco hanno messo in crisi alcuni osservatori, anche se l’evento è stato un fallimento (e i dipendenti di Twitter lavorano comunque da casa a causa della pandemia), come ha evidenziato The Verge.

I PRECEDENTI

Tuttavia, la preoccupazione per la possibilità di un attacco è molto reale. E c’è un precedente che mostra come i dipendenti tecnologici non possono ritenersi al sicuro per via delle decisioni aziendali. Nel 2018, una donna ha aperto il fuoco contro il quartier generale di YouTube a San Bruno, in California, ferendo tre persone prima di suicidarsi. La polizia aveva ritenuto che la donna, Nasim Aghdam, fosse stata motivata dalla demonetizzazione di YouTube e dalla limitazione della portata dei suoi video, come ricorda un articolo di Nbc.

PERICOLO SCONGIURATO?

Il problema nasce dal fatto che le piattaforme tecnologiche si sono mosse contro l’estrema destra questo mese, preoccupate per il rischio che Trump e altri potessero incitare a ulteriori violenze dopo l’attacco al Campidoglio. In ogni caso, con il fatto che i Repubblicani non abbiano più la maggioranza in nessun ramo del Congresso e la presidenza Biden si sia appena insediata, le preoccupazioni di ritorsioni potrebbero scemare. Anche se, avverte Axios, non si può sapere cosa accade nei canali di comunicazione crittografati, dove i gruppi di estrema destra e i sostenitori di Trump si muovono dopo essere stati cacciati dai canali tradizionali.

Back To Top