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Wagner

Guerra Russia-Ucraina, cosa si dice e cosa non si dice

Il corsivo di Giuseppe Gagliano

Guerra Russia-Ucraina, cosa si dice e cosa non si dice

Come dimostra eloquentemente la storia durante le guerre i civili pagano il prezzo più alto mentre le industrie militari conseguono i profitti più elevati.

Ci stiamo riferendo al conflitto Ucraina-Russia, conflitto nel quale le industrie militari stanno registrando introiti elevatissimi. Incominciamo per esempio dalle industrie militari russe e, in modo particolare, dal conglomerato Almaz-Antey e da Rosoboronexport.

Per quanto riguarda l’Unione europea, facendo riferimento ai dati delle Relazioni annuali del parlamento europeo che si riferiscono a un segmento temporale preciso che va dal 1998 al 2020, risultano autorizzate esportazioni di armamenti verso l’Ucraina per quasi 509 milioni di euro.

Verso la Federazione russa invece il Parlamento europeo ha esportato armamenti per un valore di 1,9 miliardi di euro. Si dirà a tale proposito che Putin non aveva ancora invaso l’Ucraina.

Obiezione questa priva di qualunque significato visto che la Russia ha agito come una potenza militare sia in Libia — anche attraverso i mercenari della compagnia Wagner — sia in Siria dove appoggia — insieme all’Iran — il regime autoritario di Assad. Putin quindi violava il diritto internazionale ieri come lo sta violando oggi.

Veniamo all’Italia. Le esportazioni militari dell’Italia si riferiscono a dati relativi al 2014 per un valore di circa 6,5 milioni di euro. Dal 2015 fino al 2020 le esportazioni sono certamente aumentate fino a raggiungere la cifra di 3.880.431 euro nel 2021.

Ma ancora più rilevanti sono le esportazioni di armi dall’Italia alla Russia: nel 2011 per esempio sotto il governo Berlusconi vi è stato una esportazione quantificabile in 106.070.470 euro mentre durante il governo di Renzi, nonostante l’embargo delle armi, l’Italia ha esportato armi alla Russia per un valore di 25.708.470. Quanto poi alla presenza degli oligarchi russi in Europa, vorremmo ricordare che ci sono anche gli oligarchi russi in Italia come eloquentemente illustrato dal saggio scritto a quattro mani da due giornalisti italiani “Oligarchi – Come gli amici di Putin stanno comprando l’Italia”.

L’Ucraina non è altro che uno dei tanti teatri di guerra dove si sta combattendo una guerra tra sfere di influenza ovvero tra quella russa — nazione che non intende accettare l’allargamento della Nato ai paesi dell’est né tantomeno intende accettare l’egemonia americana a livello globale — e quella degli Stati Uniti che attraverso l’allargamento della Nato e le rivoluzioni colorate ispirate alla strategia non violenta di Gene Sharp e del movimento Otpor hanno destabilizzato sia il Medio Oriente che gli ex paesi dell’URSS a cominciare dalla stessa Ucraina.

Guerre di influenza e anche guerre per procura che si continuano a combattere — o che si sono combattute — proprio nel nostro secolo: basti pensare a quelle Libia, in Afghanistan e a quelle attualmente in corso in Siria, Yemen per non parlare poi del conflitto israeliano-palestinese.

Da un lato infatti abbiamo la Russia che critica la politica di potenza globale americana e cioè il suo imperialismo nonostante il fatto che la stessa Russia adotti una politica analoga in Crimea ed in Siria bombardando civili e perpetrando attacchi informatici. Dall’altro abbiamo gli Stati Uniti che vedono nella Russia un autocrazia nonostante il fatto che proprio gli Stati Uniti — come gran parte dei paesi europei — abbiano appoggiato durante la guerra fredda regimi autoritari in funzione anticomunista.

Senza parlare del fatto che il posizionamento dell’infrastrutture militari che gli Stati Uniti sono andate a costruire a partire dalla gli anni 50 garantiscono agli Usa un controllo globale sia a livello militare sia soprattutto degli snodi strategici del commercio, vere e proprie vene giugulari del commercio mondiale.

Conclusione: la storia è un prisma fatto di tante facce con di tanti colori. Ridurre la complessità e la contraddittorietà della storia a una narrazione dicotomica è tipico di chi interpreta gli eventi storici secondo un’ottica ideologica e propagandistica che ci è estranea.

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