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Midterm

Terza guerra mondiale dopo Russia-Ucraina? L’analisi di Dottori (Limes)

Guerra Russia-Ucraina: fatti, commenti e scenari secondo il consigliere scientifico di Limes, Germano Dottori

 

Una guerra uscita dai libri di storia. È quello a cui stiamo assistendo dal 24 febbraio 2022, quando la Russia ha invaso il territorio ucraino. Un’escalation che non è stata frenata dai round negoziali e che rischia di estendersi ben oltre i confini dell’Ucraina.

Germano Dottori: “Situazione imprevedibile”

“Noi ora siamo in una fase di stallo che potrà terminare imprevedibilmente in qualsiasi momento e, allo stesso tempo, potrà dirigersi in una direzione o in un’altra – ha detto Germano Dottori, consigliere scientifico di Limes, nel corso della trasmissione “Piazza Pulita” su LA 7 -. Non possiamo assolutamente fare previsioni più accurate. E comunque, anche se la Russia vincesse il conflitto in Ucraina questo non vorrebbe dire che i suoi problemi nei rapporti con l’Occidente siano risolti, anzi”.

Rischio di un conflitto internazionale

Il timore più grande del prof. Dottori è che il conflitto ucraino si trasformi in una guerra internazionale. “La mia unica preoccupazione ma è una preoccupazione molto forte è che, nel tentativo di alimentare o rendere più costosa l’avanzata dei russi, si concretizzi il rischio che il conflitto si internazionalizzi – ha aggiunto Dottori nel corso della trasmissione di Corrado Formigli -. A quel punto non possiamo più escludere né il nostro coinvolgimento né il ricorso da parte russa ad armi di distruzione di massa”.

L’articolo 5: minaccia o difesa per i paesi europei?

In realtà l’allargamento del conflitto è già in corso, da un lato per il coinvolgimento della Bielorussia e dall’altro perché l’Europa ha iniziato a fornire aiuti militari all’Ucraina. “L’Italia fornirà armi contro-carro ed anti-aeree – ha detto di recente Dottori in un’intervista a “Il Giornale” -. Ma altri paesi potrebbero mettere a disposizione anche aerei da guerra. È ora importante che questi ultimi non conducano missioni dal territorio di paesi Nato, perché a quel punto non potrebbero essere esclusi attacchi russi sulle basi di stazionamento. Se così fosse, si entrerebbe nell’ambito dell’articolo 5 del Patto Atlantico, quello relativo alla difesa collettiva. Occorrerà molta prudenza”.

I limiti da non superare

I paesi del blocco atlantico stanno ponendo estrema attenzione a dosare gli aiuti militari inviati all’Ucraina. “Torna sempre la stessa questione del limite che non vogliamo superare perché noi le armi agli ucraini le stiamo dando, e nemmeno poche, lo stiamo vedendo dalle perdite che gli ucraini stanno infliggendo alle forze russe – ha sottolineato Dottori nel corso di Linea Notte su Rai 3 -. Le armi anti aereo stanno colpendo. Se questo non bastasse, come pare che stia emergendo, cosa altro vogliamo dare? Perché a differenza di monaco 1938 le armi nucleari esistono e sono il fattore che ha impedito all’occidente di aiutare gli ungheresi nel 1956 e i cecoslovacchi nella primavera di Praga. Nascondersi questa cosa non aiuta. Io sono del parere che fornire sistemi di armi leggere, utilizzabili dagli individui sia un conto, passare ai sistemi di armi complessi come gli aerei sia un altro, alza la soglia di coinvolgimento”.

Impiego di armi nucleari: un pericolo remoto ma concreto

Ieri il ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, ha incontrato il suo omologo ucraino Kuleba, vertice che si è concluso con un nulla di fatto. A margine del summit il titolare degli esteri di Mosca ha detto che la Russia non ha attaccato in Ucraina ma che “in Ucraina si è creata una situazione di minaccia per Mosca, abbiamo fatto vari appelli ma nessuno ci ha ascoltato” e “l’Ucraina aveva piani per attaccare in questo mese le repubbliche di Donetsk e Lugansk”. Queste prese di posizione, che contraddicono la realtà dei fatti, preoccupano non poco l’analista di Limes. “Oggi Lavrov ha detto una cosa molto importante, ha parlato di una lotta che la Russia conduce per evitare di essere cancellata dalla mappa geografica – conclude Dottori a La 7 -. A me questa cosa ha colpito perché è la classica ipotesi di impiego delle armi nucleari: quando la sopravvivenza dello Stato è in pericolo allora è ipotizzabile l’impiego delle armi atomiche. A me preoccupa tantissimo questa cosa. Nell’arco della mia vita, ho quasi 58 anni, non ho mai sentito questo rischio più vicino a me. Sebbene sia remoto, c’è.

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