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Giorgetti

Grillo, grillate e grillismi

Le ultime novità dal "tribunale di Tempio Pausania" viste da Francesco Damato.

A più di due anni – ripeto, due anni, equivalenti a più di 24 mesi e 730 giorni – dalla notte brava in cui Ciro Cirillo e quattro amici, tutti quanto meno “coglioncelli” per definizione di Beppe Grillo, il padre del primo, si comportarono in Sardegna con due ragazze in modo tale da procurarsi una denuncia per stupro; a quasi quattro mesi da quel video nel quale il fondatore, garante, elevato del MoVimento 5 Stelle sfidò i magistrati inquirenti ad arrestarlo al posto del figlio e degli amici colpevoli solo di “coglionaggine”, appunto, forse per difetto di educazione; a tre mesi dall’udienza preliminare fissata per il 15 novembre per stabilire gli sviluppi del procedimento penale, sapete quali sono le ultime dal tribunale di Tempio Pausania? Dove più di due anni, ripeto, di indagini, interrogatori, sfilate di avvocati e carabinieri non sono bastati neppure a sapere se i ragazzi meritano o no di essere rinviati a giudizio.

Le “ultime” sono almeno tre notizie, tutte certe e a mio modestissimo avviso clamorose, per quanto siano approdate sulle prime pagine di soli due giornali nazionali: Libero e Il Dubbio. Sul primo con tanto di interpretazione politica tutta ostile agli indagati e a Grillo senior, chiamiamolo così, con una rappresentazione dei fatti finalizzata all’accusa di un tentativo di “insabbiamento” del processo. Sul Dubbio, in linea col garantismo della testata, in modo neutro, raccontando i fatti e lasciando ai lettori la loro libera interpretazione.

La prima notizia è il trasferimento, disposto dal Consiglio Superiore della Magitratura, della sostituta procuratrice Laura Bassani, occupatasi delle indagini sul caso Grillo junior col procuratore Giorgio Capasso, da Tempio al tribunale dei minori di Sassari: trasferimento disposto il 19 luglio ed eseguito il 4 agosto.

La seconda notizia l’ha data lo stesso capo della Procura di Tempio in una lunga intervista all’agenzia Adn Kronos in cui spiega di essere praticamente rimasto solo, e di avere inutilmente chiesto almeno il cosiddetto “posticipato possesso” della nuova destinazione della sua preziosa sostituta. La cui partenza pertanto ha danneggiato un ufficio e un tribunale oberato di procedimenti e di “pressioni mediatiche” immaginabili dopo quell’esplosivo video di Beppe Grillo in difesa del figlio e degli amici, quando si era appena insediata al Ministero della Giustizia la presidente emerita della Corte Costituzionale Marta Cartabia sostituendo il guardasigilli pentastellato Alfonso Bonafede.

La terza notizia proviene, in verità, più dal Senato che da Tempio Pausania, dove però ha già provocato o aumentato il clima di precarietà, a dir poco, in cui tutti lavorano già da tempo, sotto organico e in locali inadeguati, nonostante l’imponenza dell’edificio. Al Senato è accaduto, in particolare, che la vice presidente della Commissione Giustizia Elvira Lucia Evangelista, del MoVimento 5 Stelle, abbia proposto l’assorbimento del tribunale di Tempio da parte di quello di Olbia, e il conseguente declassamento del presidio di Tempio in “ufficio di prossimità”, con tutti gli inconvenienti che di solito capitano ai procedimenti in corso nei traslochi e simili.

Penso che si possa applicare a tutta questa complessa vicenda il vecchio proverbio popolare ereditato dai latini che dice: “a buon intenditor poche parole”. Veramente poche, quasi nessuna.

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