skip to Main Content

Qatar

Chi nel Golfo Persico (non) sostiene Hamas. Parlano Varvelli e Bianco (Ecfr)

La posizione dei Paesi del Golfo Persico, il peso dell'Iran e il ruolo del Qatar nell'attuale crisi in Medio Oriente. Conversazione con Arturo Varvelli e Cinzia Bianco dell'European Council on Foreign Relations (Ecfr).

Che posizione hanno assunto i Paesi del Golfo Persico nell’attuale crisi in Medio Oriente? Chi sostiene Hamas a parole o con i fatti? E quale ruolo per il Qatar, propostosi come mediatore per la liberazione degli ostaggi israeliani in mano ai terroristi? Start Magazine ha rivolto questi interrogativi a due esperti come  Arturo Varvelli e Cinzia Bianco, rispettivamente direttore dell’Ufficio di Roma e Senior Policy Fellow  e Research Fellow presso lo European Council on Foreign Relations (Ecfr).

Dottoressa Bianco, chi nel Golfo Persico sostiene Hamas?

A parte l’Iran, nessuno nel Golfo sostiene Hamas e questo nonostante le dichiarazioni di questi giorni. Al contrario, Emirati Arabi Uniti e Bahrein, che hanno firmato con Israele i famosi Accordi di Abramo, sono apertamente ostili ad Hamas e hanno espresso solidarietà allo Stato ebraico dopo gli attacchi del 7 ottobre.

Come si è espressa questa solidarietà?

Mohammed bin Zayed ad esempio ha parlato al telefono con Netanyahu. Ma questo è naturale perché gli Emirati, assieme all’Arabia Saudita e al Bahrein, considerano Hamas una organizzazione terroristica e hanno portato avanti, negli ultimi anni, una politica di feroce repressione contro Hamas. Ci sono almeno 60 combattenti di alto profilo di Hamas nelle carceri saudite. E questo è solo un esempio.

E il Qatar?

La situazione del Qatar è diversa. Prima dell’embargo proclamato contro il Qatar dagli altri Paesi del Golfo nel 2017, il Paese sosteneva nettamente Hamas, sia politicamente che finanziariamente. Come parte del prezzo pagato per pacificarsi con l’Arabia saudita e gli altri paesi vicini che l’avevano messo in seria difficoltà, il Qatar ha tagliato quasi tutti i ponti con Hamas.

La leadership di Hamas si trova tuttavia lì.

È vero, ma di fatto il collegamento con i militanti di Gaza è ridotto ai minimi termini, come si vede dal fatto che la mediazione del Qatar per liberare gli ostaggi israeliani in mano ad Hamas fa acqua da tutte le parti. È anche per questa ridotta influenza sul gruppo che il Qatar si è schierato più apertamente con Hamas nelle dichiarazioni ufficiali.

Non è un po’ ambigua questa posizione?

Quelli del Qatar sono stati tutti atti performativi rivolti all’opinione pubblica arabo-islamica che in questo momento è molto confusa e non sa distinguere chi in Palestina combatte per chi o per cosa. In queste condizioni si rischia di lasciare all’Iran la leadership dell’opinione pubblica arabo-islamica.

Dottore Varvelli, cChe gioco sta giocando il Qatar?

Dobbiamo tenere presente che Il Qatar è un Paese che da vent’anni a questa parte ha sviluppato una propria proiezione internazionale grazie anche a strumenti di public diplomacy come l’emittente satellitare all news Al Jazeera, che ha avuto un forte impatto nel plasmare l’opinione pubblica araba. Il Qatar poi è ricco di gas che gli assicura introiti importanti. Ecco perché ora, grazie al sapiente utilizzo di queste risorse, il Qatar si è ricavato un prestigioso ruolo di mediatore internazionale che abbiamo visto all’opera per esempio quando si è trattato di far parlare talebani e americani.

Il Qatar ha buone relazioni con tutti?

Sì, anche e soprattutto con l’Occidente. Ma il Qatar tesse la sua tela anche con attori non statuali come lo stesso Hamas e addirittura con l’Iran.

Si è proposto come mediatore nella crisi degli ostaggi israeliani.

Sì, ma malgrado quello che ho appena detto, non vorrei che si sopravvalutasse il ruolo del Qatar, che non è assolutamente il mentore di Hamas; non c’è alcun rapporto di subordinazione.

Il Qatar è il principale fornitore di aiuti islamici a Gaza, dunque ad Hamas.

Il Qatar in effetti ha aumentato di molto le donazioni negli ultimi anni, e questo gli conferisce un’indubbia leva politica. Ma poiché stiamo parlato di fatti di inaudita gravità che hanno scioccato l’opinione pubblica israeliana, temo che nemmeno il Qatar possa sbrogliare la situazione.

Chi allora potrebbe farlo?

Penso piuttosto a un ruolo per l’Egitto, che oltre ad avere un ruolo consolidato con le varie fazioni palestinesi, ha anche ottime relazioni con Israele.

Back To Top