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Primo Maggio

Giornata della Memoria, lettera ai giovani

Giornata della Memoria, la lettera di Suor Anna Monia Alfieri ai giovani

 

Carissimi giovani,

oggi è la giornata della Memoria. Ricordiamo le atrocità più assurde e incomprensibili, eppure causate proprio dalla mente e dalla volontà dell’essere umano. Migliaia di bambini, donne, uomini deportati, umiliati, straziati. Nessuna colpa da parte loro, semmai ci fosse stata una colpa che abbia potuto giustificare tanta atrocità.

Resta per me un male inspiegabile, eppure è accaduto: questo ci deve tenere vigili perché, se è successo, significa che potrebbe nuovamente succedere.

Un male generato da tante cause, “non conoscenza” e “indifferenza” in primis. Il male accade, certamente, però sta alla nostra volontà prevenirlo e contrastarlo. Ma questo implica una conoscenza e una capacità di scendere nella notizia che rifuggano da approcci superficiali e approssimativi, chiede un alto senso civico che non ha nulla a che vedere con l’indifferenza. “Non interessa me, la mia famiglia, mica le ho fatte io le leggi razziali” disse la maestra alla bimba Liliana Segre.

Certo non le hai fatte tu ma, in quanto cittadina della Polis, non puoi smettere di pensare, di valutare, di giudicare… di comportarti da essere umano!

Carissimi ragazzi,

ecco perché vi auguro di avere sempre il coraggio di conoscere, di approfondire, di non girarvi dall’altra parte per una falsa prudenza che consente ai vicini di scannarsi.

Forse un certo modo di comunicare approccia temi vitali a mo’ di gossip (in tempo di mancanza di idee glielo consentiamo?), ma è necessario che voi manteniate desto il coraggio di quel “sapere aude”, vitale per riconoscere il positivo, valorizzarlo e custodirlo.

Il Paese non è al punto zero. La nostra classe politica ha già dimostrato di sapersi unire, raccogliendo l’invito dal Presidente della Repubblica Mattarella, che ringraziamo sinceramente per la sua guida saggia, oculata, libera dalle accuse e dalle lodi, determinata a fare il proprio dovere fino in fondo a tutti i costi. Le nostre forze politiche si sono compattate intorno alla figura del premier Draghi, a garanzia che in modo unitario si possa uscire da questo momento di crisi. Saremo tutti più forti fra un anno per riprendere il percorso elettivo.

Il nostro Paese è riuscito a rimettere la scuola al centro, come indicato dal Premier stesso ancora prima del suo mandato: la scuola è ripartita anche se fra enormi difficoltà e, in questi giorni, nella concertazione Stato-Regioni, ci si avvia verso la semplificazione delle procedure anti Covid.

Non ci sono meriti e demeriti per il singolo ministro, per il singolo sottosegretario, per il singolo partito, perché questa trasversalità è frutto della grande generosità di uomini e donne che sanno fare un passo indietro, a lato, in avanti ma insieme. La sfida del Covid è proprio questa: la libertà del singolo esiste nella misura in cui ci si prende carico dell’altro e diviene prossimità.

Oggi il quarto scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica coincide con la Giornata della Memoria. Non sappiamo come andranno le cose ma certamente possiamo auspicare che questa unità politica continui, senza sciupare la generosità registrata in queste ore, la fiducia del presidente Mattarella che, da costituzionalista quale è, crede che i grandi elettori oggi potranno servire il Paese con quella stessa generosità di un anno fa, quando ci sia avviava al governo di unità nazionale che avrebbe giurato di lì a poco. Solo la guida sicura della Costituzione e l’impegno delle Istituzioni e dei cittadini che ragionano con intelligente sapienza potranno evitare all’Italia di finire nei meandri della follia e dell’insipienza che hanno provocato la tragedia di cui oggi facciamo memoria.

Che decidano, i Grandi Elettori, con la luce del Buon Senso: chi sta lavorando in modo eccellente per il Paese continui a farlo; l’alternanza alla suprema carica dello Stato sia nella linea della logica più stringente: termini come “irricevibile”, “veto”, “caduta del governo” sono affermazioni lontane dal Titolo II – Il Presidente della Repubblica (Art. 83.-91) che vi invito a leggere, cari Giovani. Anche la parola sbagliata crea disorientamento, confusione, stallo. L’Italia non ha bisogno di questo. Che si proceda per le vie piane, si dia, anche in questo momento di alta riflessione, l’esempio al mondo di un Paese civile, che procede sul cammino di una rinascita da macerie sedimentate per anni.

“Ne va… ne va la vita!”

“La vita!”

“La vita.” (Manzoni)

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