La notizia del giorno, il 26 luglio di questa “pazza estate” lamentata anche da Matteo Renzi sul suo Riformista, fra un’iniziativa e l’altra per liberarsi finalmente di Carlo Calenda e contendere al povero Antonio Tajani l’eredità elettorale del compianto Silvio Berlusconi, non è la maggiore crescita del pil intravista dal Fondo Monetario Internazionale. Che ha contribuito probabilmente a quell’”Italia oasi di stabilità e pace sociale” cantata dal Foglio e contrappposta ai problemi della Francia e della Germania, per non parlare della Spagna, forse destinata a un altro turno anticipato di elezioni.
No. Non è neppure la notizia della fiducia, addirittura, che sta per ottenere in Parlamento la tanto contestata ministra del Turismo Daniela Santanchè. O l’imminente partenza della premier Giorgia Meloni. Che, pur rauca dopo la debacle elettorale degli amici spagnoli di Vox, va a farsi consolare negli Stati Uniti direttamente dal presidente Joe Biden rafforzando ulteriormente la sua immagine internazionale, per quanto in Italia continuino a dire peste e corna di lei la segretaria del Pd Elly Schlein e il capo dei grillini Carlo Conte, trovandosi almeno su questo d’accordo.
COSA SCRIVONO I GIORNALI SU SALVINI
La notizia del giorno è quel Matteo Salvini, il leader leghista vice presidente del Consiglio e ministro delle Infastrututture, promosso dal Foglio a “ingegnere” e sorpreso a riunire imprese e costruttori ai quali sembra finalmente “diventato serio”, da quella mina vagante della Meloni che era diventato, ma rappresentato dal Fatto Quotidiano come il muovo Nerone che suona e canta davanti alle fiamme che bruciano il Sud e la grandine e il vento che devastano il suo Nord. L’una e l’altra Italia che Salvini si sarebbe proposto di salvare con la costruzione del ponte sullo stretto di Messina e di un po’ di centrali elettorali nucleari. Che farebbero ormai così poca paura da poter affrontare e superare anche un referendum preventivo.
Mi direte che Il Fatto Quotidiano è solo un giornale, come Libero che prende in giro la sinistra attribuendole l’addebito della grandine al fascismo tornato con la Meloni al governo. Un giornale, quello diretto da Marco Travaglio, un po’ pazzo come questa estate e preso sul serio in Italia solo da Conte, ancora grato di essere stato promosso sulle sue pagine nelle due versioni di presidente del Consiglio, vissute fra il 2028 e il 2021, come il migliore successore di Cavour. Altro che la buonanima di Alcide De Gasperi, il ricostruttore dell’Italia dopo la seconda guerra mondiale e quel presunto pallone gonfiato del vivente Mario Draghi, succeduto a Conte grazie al pugnale di Sergio Mattarella. Ma le stravaganze in Italia, si sa, hanno un loro fascino perverso.