Al Pd e ai Cinque stelle alla fine non resta che attaccarsi a una mesta protesta per la non risposta (“Ci vorrebbero almeno venti minuti”) del premier alla domanda sull’aumento delle bollette del gas arrivata verso la fine di una conferenza stampa fiume durata ore. E tutta incentrata – non poteva che essere così – sulla liberazione di Cecilia Sala, le relazioni internazionali, i rapporti con Trump e Musk, il grande tema della protezione tecnologica dei dati, il cammino del governo sulle riforme. E anche la possibilità, non esclusa dal premier (“È una decisione che prenderò quando la devo prendere, che valuterò sulla base dei risultati raggiunti”) di ripresentarsi per la prossima legislatura.
Giorgia Meloni, forte del successo diplomatico per la liberazione della giornalista del Foglio Sala, un successo che va oltre e rafforza la sua leadership, e del fatto di aver rilanciato il ruolo dell’Italia a tutto campo nei rapporti con gli Usa e il presidente eletto Trump, anche con la sua visita a Mar-a-Lago, ieri alla conferenza stampa di ex fine anno, con lei diventata di inizio anno, ha definitivamente “messo a tacere tutte le polemiche pretestuose della sinistra”, commenta il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri.
Ma, nonostante i fatti in quanto tali abbiano demolito sul caso Sala una certa linea irresponsabile anche di esplicito attacco al governo, mentre Meloni, intelligence e diplomazia con a capo il ministro degli Esteri, vicepremier, Antonio Tajani, leader di FI, erano in silenzio alle prese con la drammatica trattativa con Teheran, il rosicamento come sentiment principale delle opposizioni il giorno dopo lascia strascichi.
Giuseppe Conte, presidente dei 5 Stelle, in piena verve populista, accusa il premier in sostanza di aver volato troppo alto parlando di Trump, Musk etc e di non aver trovato tempo per “le bollette e la povera gente”. Ma Conte, una ‘opposizione che balbetta di fronte al ‘Meloni show’, sembra far finta di non sapere che il premier ne parlava proprio per rispondere alla stragrande maggioranza, anzi quasi totalità delle domande dei giornalisti incentrate su quei temi per ore e ore.
Le risposte principali del premier. Sala: “L’emozione più grande di questi due anni è stata aver dato a una madre la notizia della liberazione della figlia”. Musk: “Interessa affrontare SpaceX o il fatto che il proprietario non è di sinistra? Elon Musk a differenza di George Soros non ha esercitato pericolose ingerenze con finanziamenti a partiti esteri (il riferimento è a quanto è accaduto in Italia ndr). O gli si appiccica la lettera scarlatta perché è amico mio?”. Quanto alle virulente polemiche per presunti accordi con SpaceX, Meloni ribadisce di non aver parlato con Musk di “Starlink”, ma ricorda il ritardo italiano e europeo per cui, Musk o non Musk, non c’è un’alternativa di sistema pubblico per la protezione dei dati. E, comunque, chiede come mai tutti stettero zitti sui data-center di Microsoft. Trump, con cui sottolinea il “solido rapporto”: “Groenlandia e Panama? Le parole di Trump sono un modo energico per mandare un segnale a grandi player globali nel caso pongano mire su zone di interesse Usa e dell’Occidente (chiaro riferimento alla Cina soprattutto ndr)”. E ancora sul presidente eletto degli Usa: “Trump unisce democrazia e deterrenza. Non è vero che intende abbandonare l’Ucraina, per la quale il suo motto è: pace con la forza”.
In serata Il presidente Zelensky in visita in Italia a Palazzo Chigi ringrazia il premier per essere sempre stato accanto all’ Ucraina. Resta poco tempo per la politica interna. La conferenza stampa è ancora in corso mentre iniziano i Tg dell’ora di pranzo. Caso Todde in Sardegna e il ricordo di Berlusconi: “Con Berlusconi il Senato fu chiamato a ratificare la decadenza. Esercizio solito dei due pesi e le due misure. Ma noi non faremo come loro”. Meloni annuncia un 2025 in cui si affronterà la riduzione delle tasse al ceto medio, dice “no al rimpasto” di governo e rilancia l’obiettivo di avere tutte e tre le riforme (autonomia, giustizia, premierato) durante la legislatura, in cui “andremo avanti con grandi falcate”. Con i referendum? “Intanto, facciamo le riforme”, risponde il premier che di fatto non esclude di ricandidarsi. E la notizia principale è forse tutta qui.