Skip to content

letta

Letta, il lettismo e i lettiani

Auguri a Gianni Letta per i suoi 90 anni. La nota di Sacchi.

Per i suoi 90 anni, “portati da adolescente”, come lo ha omaggiato Giuliano Ferrara su “Il Foglio”, ieri Gianni Letta è stato festeggiato ai vertici delle istituzioni, al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Palazzo Giustiniani dal presidente del Senato, Ignazio La Russa. E su numerosi giornali, da “Il Corriere della sera” a “La Repubblica”, “Il Giornale”, “Il Tempo”, il quotidiano di cui è stato storico direttore, sono usciti articoli, ricordi, testimonianze per i suoi 90 anni, compiuti ieri 15 aprile.

Novant’anni dell’arte di essere Gianni Letta. Un’arte speciale, non incasellabile in un solo ruolo. Anche se al fondo il “dottor Letta” è rimasto soprattutto un giornalista, come fece notare una volta con una battuta ai cronisti che inseguivano Silvio Berlusconi tra Montecitorio e Palazzo Grazioli. “Chiamatemi Gianni, diamoci del tu, siamo colleghi”, disse a chi lo chiamava dottore dandogli del lei.

Ma il “dottor Gianni”, come sintetizzarono poi quei cronisti, non riuscendo per la particolare autorevolezza dell’interlocutore a chiamarlo semplicemente con il nome di battesimo, non è, come si sa, solo un giornalista. Il gran diplomatico, amico di una vita del Cavaliere, per sua scelta non è mai stato parlamentare, né iscritto a un partito, anche se è ritenuta naturale la sua vicinanza a Forza Italia, alla cui celebrazione dei 30 anni si è recato l’anno scorso, facendo uno strappo alla sua regola. Cosa di cui lo ha ieri ancora ringraziato il segretario azzurro Antonio Tajani, perché “era un momento difficile” dopo la scomparsa di Berlusconi.

Se non è possibile classificarlo solo come giornalista o politico è forse più esatto definirlo il giornalista-statista. “Autentico statista”, così lo ha giudicato Maurizio Gasparri, capogruppo di FI al Senato, su “Il Tempo”, ricordando gli anni in cui Letta è stato sottosegretario plenipotenziario alla presidenza del Consiglio, con Berlusconi premier. Il giornalista-statista fu anche votato in parlamento per la presidenza della Repubblica raccogliendo 367 voti. “I governi passano, Gianni Letta resta”, ha scritto Luigi Bisignani su “Il Tempo”.

Sullo stesso giornale oggi diretto da Tommaso Cerno, Bruno Vespa ha confessato che di fronte a quei 90 anni, portati lavorando come sempre, presenziando a cerimonie, convegni, presentazioni di libri, facendo brillanti discorsi e citazioni a memoria, lui si sente “vecchissimo”. E non è il solo.

Torna su