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Le ultime dal centrodestra e i brandelli delle opposizioni

Cosa succede nel centrodestra e nelle opposizioni. La nota di Paola Sacchi

 

Distinguo e sensibilità diverse nella maggioranza di centrodestra ci sono, come è naturale che sia in una coalizione plurale, retta comunque sull’asse di un programma comune di governo. Ma da qui a parlare di vere e proprie fibrillazioni ce ne corre, eccome.

Paradossalmente, visto che è difficile scontrarsi e discutere con un’opposizione sfrangiata, divisa, dove il partito principale, il Pd, naviga ancora nella nebulosa della crisi di identità in vista di un congresso tra sei mesi, il dibattito sui contenuti avviene tutto nel centrodestra.

L'”assenza” di una vera opposizione sul piano dei contenuti amplifica così oggettivamente nella narrazione mediatica anche il più minimo distinguo che ci può essere nel governo, come se paradossalmente l’opposizione fosse lì dentro.

IL RITORNO DI FINI

Gianfranco Fini, tornato ieri su Rai3, a Mezz’ora in più, nelle vesti di analista politico d’eccezione, lucidamente sottolinea come sia normale che “Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, dopo che Fratelli d’Italia ha preso più voti di Forza Italia e Lega messe insieme, cerchino di affermare la propria identità al governo”. L’ex leader di An, l’autore della svolta di Fiuggi che scrisse parole definitive sul fascismo, con la sua esperienza di politico a tutto tondo, invita a riflettere sul fatto che “la Lega ha confermato la fiducia a Salvini”, nonostante la perdita del primato dei consensi nel centrodestra, e, quindi, è fisiologico che il leader “ora si senta ancora più responsabilizzato per affermare le ragioni leghiste”.

LA CARATTERISTICA DEL GOVERNO MELONI

Ma la situazione del nuovo governo guidato da Giorgia Meloni non è certo quella con la quale partì l’esecutivo giallo-verde, dove fin dall’inizio si cercò di conciliare visioni opposte tra Lega e Cinque Stelle, segnate dalla dicotomia tra crescita, sviluppo e decrescita grillina. Le opere pubbliche, lo sblocco del codice degli appalti, la lotta per abbassare la pressione fiscale, presidenzialismo e autonomia sono cardini del programma di governo del centrodestra che ha per primo punto la conferma della collocazione euro-atlantica, del sostegno all’Ucraina.

LE MOSSE DI SALVINI E LE PAROLE DI BERLUSCONI

Se Salvini, da ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, accelera sul ponte dello Stretto, per il quale ha in programma l’8 novembre un vertice con i presidenti della Sicilia e della Calabria, Renato Schifani e Roberto Occhiuto, si muove all’interno di un quadro condiviso. E così Berlusconi, che nel nuovo libro di Bruno Vespa – nel ribadire la linea euro-atlantica, i consolidati rapporti con gli Usa, il suo discorso al Congresso, il sostegno all’Ucraina – che accentua la necessità di un percorso di pace, sostenendo un piano di ricostruzione dell’Ucraina, non è uno strappo con la linea del governo. Al quale ha garantito “pieno e leale sostegno” al Senato. Il Cav confessa a Vespa che gli è dispiaciuta la mancata nomina di Elisabetta Casellati alla Giustizia, ma ha parole di apprezzamento per il Guardasigilli, Carlo Nordio.

IL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Proprio sulla Giustizia e la Sicurezza parte oggi il primo consiglio dei ministri operativo per la conferma dell’ergastolo ostativo e un provvedimento del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sui rave party. Ma al primo posto, ribadisce Meloni, c’è sempre l’emergenza del caro-bollette. L'”assenza” politica da parte di un “Pd, che vede solo fascisti al governo” (parole dello stesso Carlo Calenda del “terzo polo” con Matteo Renzi, liquidato da Enrico Letta come “stampella della maggioranza”) rischia per paradosso di far apparire sul piano mediatico nel ruolo di opposizione di volta in volta le stesse forze politiche interne dell’esecutivo Meloni. I distinguo ci sono, ma, assicura Fini, che il premier saprà tenere le fila dell’unità della maggioranza.

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