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Habeck

Il tosto messaggio del ministro Habeck sull’antisemitismo in Germania

Il messaggio contro l'antisemitismo di Robert Habeck, ministro dell'Economia della Germania, è stato un successo: ecco perché.

 

Un successo di tal genere non lo aveva ottenuto da tempo. Robert Habeck, il ministro dell’Economia del governo tedesco e, assieme alla sua collega agli Esteri Annalena Baerbock, uno dei due leader riconosciuti del partito dei Verdi, ha collezionato oltre 4 milioni di visualizzazioni con il messaggio lanciato via X (ex Twitter) contro l’antisemitismo.

Un messaggio forte, un gesto politico di enorme importanza simbolica, tanto più necessario nel momento in cui la Germania è attraversata da conati di antisemitismo che tracimano il tradizionale bacino dell’area neonazista, abbracciano i movimenti della sinistra estrema e sostanziano i risentimenti della sempre più ampia comunità araba.

LA GERMANIA E LA REDENZIONE DALL’OLOCAUSTO

La Germania democratica, nata dalla sconfitta del nazismo, fonda una delle sue ragioni d’essere nella redenzione dalla colpa dell’Olocausto: la salvaguardia dell’esistenza di Israele non è un punto fermo della politica estera tedesca, ma il fondamento della legittimazione democratica della Germania postbellica. Le dichiarazioni dei politici all’indomani delle stragi di Hamas sono state chiare, ma di fronte al dilagare delle proteste di piazza contro Israele diffusesi nei quartieri delle grandi città a forte presenza araba un intervento solenne e al massimo livello è apparso opportuno. E quel che non è arrivato dal freddo cancelliere Olaf Scholz, è giunto dal suo vice. Un discorso non breve per il mezzo prescelto, poco meno di 10 minuti, nel quale Habeck non solo ha trovato il tono e le parole giuste, ma ha affrontato effettivamente tutto ciò che è importante in questo momento, dando giusto ordine e giusta priorità alla sua analisi.

“Le comunità ebraiche avvertono i loro membri di evitare certi luoghi per la loro sicurezza, e questo oggi qui in Germania, quasi 80 anni dopo l’Olocausto”, ha esordito il vice cancelliere, per poi subito difendere la sicurezza di Israele come “ragione di Stato” criticando aspramente le tendenze antisemite dei musulmani e degli estremisti di ogni colore politico, da sinistra a destra: “L’antisemitismo non deve essere tollerato in nessuna forma, la portata delle manifestazioni islamiste a Berlino e in altre città tedesche è inaccettabile e richiede una dura risposta politica”, ha detto Habeck.

L’APPELLO DI HABECK AGLI ARABI TEDESCHI

Quindi l’appello indirizzato direttamente alla comunità araba in Germania. Una risposta all’antisemitismo è necessaria anche da parte delle associazioni musulmane in Germania, ha ripreso Habeck: “Alcune hanno preso chiaramente le distanze dalle azioni di Hamas, ma non tutte, e alcune con troppa esitazione”. I musulmani in Germania devono assicurarsi di non compromettere la loro stessa pretesa di tolleranza, ha insistito il ministro, “bruciare le bandiere israeliane è un reato penale, così come lodare le azioni di Hamas. Chi è tedesco dovrà risponderne in tribunale, chi non è tedesco rischierà anche il proprio status di residenza. Per coloro che non hanno ancora un titolo di soggiorno questi comportamenti sono motivo di espulsione”.

E poi lo sguardo rivolto ai tedeschi. “L’antisemitismo islamista non deve nascondere il fatto che esiste anche un antisemitismo radicato in Germania”, ha ripreso Habeck, “ma sono anche preoccupato per l’antisemitismo in parti della sinistra politica, e purtroppo anche tra i giovani attivisti”. L’anticolonialismo non deve portare all’antisemitismo, ha sottolineato, anche se la morte e la sofferenza della gente nella Striscia di Gaza sono terribili: “Ogni forma di antisemitismo, che provenga da destra, da sinistra, dagli immigrati o da chi è nato qui, deve essere combattuta”, ha concluso Habeck.

Il videomessaggio del vice cancelliere ha suscitato reazioni positive non solo tra le fila del suo partito. Anche dall’opposizione, in particolare dai rappresentanti della Cdu, sono arrivate dichiarazioni ammirate. “Ha colpito nel segno come nessun altro in questo governo federale”, ha detto la vice presidente della Cdu Karin Prien. “Una necessaria, forte, argomentata e fondata posizione di politica interna ed estera della Germania”, l’ha definita l’ex leader dello stesso partito cristiano-democratico Armin Laschet.

Il presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, Josef Schuster, ha dichiarato di “non aver sentito nelle ultime settimane una dichiarazione così chiara ed equilibrata in questa forma, che menziona esplicitamente anche le giustificate preoccupazioni dei palestinesi”. Schuster ha poi lodato il “chiaro impegno nei confronti delle ragioni di Stato della Germania” e la “puntualizzazione delle conseguenze per coloro che non vogliono accettarle”.

L’ANNIVERSARIO DEL 9 NOVEMBRE

Il discorso del vice cancelliere è arrivato anche a pochi giorni da un anniversario simbolico della storia tedesca: il 9 novembre. Che non è solo il giorno della caduta del Muro di Berlino (nel 1989), ma anche quello della notte dei cristalli (1938): il pogrom del novembre di 85 anni fa, un attacco fisico contro gli ebrei e i loro beni in tutti i territori sotto il controllo tedesco, ordinato e coordinato da Joseph Goebbels.

È il motivo per cui la Germania di oggi non celebra la riunificazione il 9 novembre con la più simbolica caduta del Muro, ma il 3 ottobre, data che si riferisce alla cessazione ufficiale di vita della Ddr nel 1990 dopo i necessari passaggi istituzionali. Habeck ha voluto ricordarlo ai tedeschi e ai musulmani che vivono la Germania di oggi.

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