Sono proseguiti anche ieri notte gli scontri a Tblisi tra manifestanti e forze di sicurezza dopo che il Parlamento della Georgia ha approvato in seconda lettura – la terza, quella definitiva, dovrebbe cadere tra un mese – una nuova legge sui media e le Ong bollata come “russa” dall’opposizione convinta che il provvedimento mini anche il percorso verso l’ingresso del Paese nell’Ue. Ecco cosa sta succedendo nel Paese a tutt’oggi parzialmente occupato dai militari di Mosca e il coro di preoccupazione e sdegno da parte della comunità internazionale.
La legge della discordia in Georgia
Se definitivamente varata, la nuova legge richiederà ai media e alle Ong che ricevono dall’estero più del 20% delle loro risorse di registrarsi come organizzazioni portatrici di “interessi di una potenza straniera”, con l’obbligo di rendicontare le proprie attività finanziarie pena il pagamento di pesanti sanzioni.
Bollata dalle opposizioni come “la legge russa”, il suo obiettivo, a detta dei critici, è quello di allineare la Georgia a Mosca adottandone la stessa normativa introdotta nel 2012 al fine di soffocare le libere attività della stampa e dei gruppi che avversano le politiche del Cremlino.
Ma per il governo e per Sogno georgiano, il partito di maggioranza, si tratta di una mera operazione di“trasparenza” che non subirà deviazioni o retromarce neutralizzando persino con il veto l’annunciato rigetto della legge da parte della presidente Salome Zourabichvili con cui le relazioni sono pessime.
Gli scontri
Come riferisce il New York Times, ieri il numero di persone scese in piazza era superiore rispetto ai giorni precedenti, segnati dalla repressione confermata dallo stesso Ministero degli Interni martedì quando ha denunciato la deriva“violenta” delle manifestazioni sedate, ha riferito lo stesso dicastero, con gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e spray al peperoncino.
Sarebbero quindici, secondo l’emittente di Stato che ha citato il Ministero della Salute, le persone ricoverate negli ultimi due giorni, inclusi elementi della polizia e il presidente del principale partito di opposizione, Movimento Nazionale Unito.
Oggi, riferisce Abc News, era prevista una nuova sessione parlamentare che però è stata cancellata a causa dei danni subiti ieri dall’edificio.
Inquietudine globale
Grande, per ovvie ragioni, è la preoccupazione in Europa, espressa tra gli altri dalla presidente Ue Ursula von der Leyen che su X ha definito la Georgia un Paese “al crocevia” il cui popolo “desidera un futuro europeo”.
Più dettagliata è stata invece la dichiarazione di Volker Türk, boss dei diritti umani dell’Onu, che ha parlato di “resoconti di un uso della forza non necessario e sproporzionato da parte delle forze dell’ordine”, chiedendo il ritiro della legge russa.
Fulmini Usa
Si sono fatti sentire naturalmente anche gli americani: è di ieri la dichiarazione veicolata anche via X dell’ambasciatore in Georgia che si è detto “profondamente preoccupato” dal fatto che il partito di governo “appare determinato ad approvare una legge che l’Ue ha chiaramente detto essere incompatibile con le aspirazioni europee della Georgia”. Nella dichiarazione c’è anche un passaggio su quella Russia che a tutt’oggi “occupa il 20% del territorio della Georgia”.
Ma da Washington, riporta Bbc, si era fatto sentire anche il portavoce del Consiglio di Sicurezza della Casa Bianca John Kirby, anche lui “profondamente preoccupato” per le conseguenze della nuova legge sulla “libertà di espressione”.
Ma il più esplicito di tutti era stato il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller, che mercoledì, in un comunicato intitolato “la traiettoria occidentale della Georgia a rischio”, ha condannato una legge definita “ispirata dal Cremlino” ma anche “la falsa narrativa adottata dai funzionari di governo per difenderla”.
Il paradosso
La sintesi della situazione l’ha fatta stamattina il quotidiano Politico in un lungo pezzo nel quale si sottolinea “il paradosso politico” di un Paese dove da un lato ben l’80% della popolazione è a favore dell’ingresso nell’Ue e dovedall’altro Sogno georgiano non ha di fatto ostacoli in Parlamento dove la legge della discordia è passata infatti ieri con 83 voti favorevoli e 23 contrari.
Un recente sondaggio indica peraltro nel 31% la quota di consensi goduti da Sogno georgiano, con un dato circa doppio rispetto a qualunque altro rivale.
D’altra parte, evidenzia ancora Politico, l’opinione pubblica fatica a intravedere un’alternativa, essendo tra l’altro il principale partito d’opposizione, il Movimento Nazionale Unito fondato dall’ex presidente Mikheil Saakashvili – lo stesso che nel 2008 perse la guerra con la Russia e che sarebbe stato poi imprigionato – ancora oggetto di dure critiche per il suo passato al governo segnato da accuse di corruzione e di culto della personalità.