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Qatar Energy

Gas e non solo, tutte le sinergie tra Italia e Qatar

La collaborazione sinergica tra l’Italia e il Qatar si concretizza anche nel settore degli armamenti, come dimostra il fatto che di recente Leonardo ha consegnato all'emirato due elicotteri navali Nh90 modello Nfh. L'articolo di Giuseppe Gagliano.

 

Sia gli Stati Uniti che i paesi europei hanno ottimi rapporti e di natura bilaterale con il Qatar, guidato dall’emiro Tamim bin Hamad Al Thani, sia in ambito economico che in ambito politico (in ambito economico soprattutto nel settore petrolifero e in quello degli armamenti).

E’ rilevante il ruolo che riveste il suo consigliere per la sicurezza nazionale all’interno dell’apparato di potere qatariota. Stiamo parlando di Mohammed bin Ahmed Al Misnad.

Secondo le informative di intelligence provenienti dai paesi europei, l’emiro ha nei confronti del suo consigliere per la sicurezza nazionale la massima fiducia, contraccambiata — almeno fino a questo momento — da altrettanta lealtà, come dimostra il fatto che ha costruito delle buone relazioni con i suoi omologhi iracheni, russi e anche con l’ex-segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin.

Tuttavia, più recentemente ha dimostrato di svolgere un ruolo molto importante non solo nei colloqui con i talebani ma anche nella mediazione tra israeliani e palestinesi; mediazione, questa, che si è concretizzata attraverso numerosi incontri con i più alti vertici dei servizi di sicurezza israeliani, e cioè con il capo del Mossad Yossi Cohen e Herzl Halevi, l’ex capo Aman. Questi colloqui sono la conseguenza del fatto che il Qatar è uno dei principali finanziatori di Hamas. Anche per questa ragione i colloqui con le autorità israeliane sono proseguiti anche con i funzionari dello Shin bet.

Ma quello che abbiamo fatto fino a questo momento è un ritratto molto generico, perché non dà l’idea di quelle che sono le dinamiche effettive del potere all’interno del Qatar.

Per avere un’idea più precisa delle quali non possiamo che fare riferimento a un articolo apparso sul blog del periodico Times of Israel scritto da Imam Mohammad Tawhidi, dal quale emerge un ritratto infinitamente più realistico di quello puramente formale e asettico che abbiamo volutamente deciso di dare al lettore. Un articolo questo che dovrebbe essere tenuto in attenta considerazione soprattutto da parte di quei politici, giornalisti, influencer che rivendicano nelle democrazie la centralità dei diritti umani, la libertà di espressione e di associazione. Democrazie tuttavia che per diverse ragioni — legittime o meno — hanno costruito ottimi rapporti con questo emirato.

Un esempio? L’esercito del piccolo emirato ha fatto 7,5 miliardi di euro di acquisti nel nostro paese soprattutto grazie agli accordi presi con il governo di Matteo Renzi.

Se ieri i legami con il Qatar erano solidi adesso lo saranno ancora di più, a causa delle sanzioni contro la Russia.

Non è un caso che il ministro degli Esteri e la sua delegazione abbiano ricevuto un’accoglienza calorosa da parte del Qatar. Dal punto di vista strettamente tecnico non dobbiamo nemmeno dimenticare che il Gnl qatariota è già presente nel nostro paese: più esattamente, l’Italia ha un rigassificatore di proprietà sia della multinazionale americana ExxonMobil sia del Qatar Petroleum nell’Adriatico. Complessivamente il piccolo emirato fornisce all’Italia 5 miliardi di metri cubi di gas.

Ma la collaborazione sinergica tra l’Italia e il Qatar si concretizza anche nel settore degli armamenti, come dimostra il fatto che proprio recentemente presso lo stabilimento di Tessera a Venezia la Leonardo ha consegnato al Qatar due elicotteri navali Nh90 modello Nfh. Un numero destinato a crescere in modo rilevante: infatti il piccolo emirato ne ha ordinati una dozzina.

Poco importa che il Qatar sia uno dei principali finanziatori del terrorismo islamico e anche di Hamas, e poco importa se il piccolo emirato abbia condizionato in funzione certamente anti-italiana le vicende politiche libiche. Basti pensare all’accordo del 2016 firmato con la Fincantieri. Storicamente questa collaborazione nel settore militare risale al 2010, cioè durante il governo Berlusconi. Ma certamente il contributo determinante in questa direzione è stata data dalla ex-ministra della Difesa Roberta Pinotti.

Anche se vi è un evidente competizione tra il Qatar e gli altri paesi del Golfo, il nostro paese — al pari degli altri paesi europei e non — ha ottimi rapporti anche con gli EAU e l’Arabia Saudita. Al di là della vicenda legata alla filiale sarda dell’agenzia tedesca Rwm, i sauditi hanno ordinato alla Leonardo 9 elicotteri AW139 e altri 16 per la società statale The Helicopter Company.

Tuttavia, non è certo l’Italia il primo paese a esportare armi nel piccolo emirato.

Al primo posto ci sono gli Stati Uniti e a seguire la Francia. E d’altra parte non bisogna neppure dimenticare che non è solo Leonardo o la Fincantieri ad avere rapporti con i paesi del Golfo: anche la Iveco Defence Vehicles, la Mbda Italia e la Ge Avio hanno siglato ottimi contratti in ambito militare.

Giuseppe Gagliano
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